Data Journalism dall’università al locale

7 Maggio 2014 • Digitale, Ricerca sui media • by

Data Journalism è diventata una delle espressioni più chiacchierate nelle discussioni correnti sul futuro del giornalismo. La pratica, grazie alla raccolta, il processo e la pubblicazione di grandi quantità di dati in formati giornalistici, ha portato alla comparsa anche di nuove forme di storytelling e indagine. Per esempio, i lettori possono essere invitati a investigare insieme ai giornalisti stessi. I maggiori portabandiera di questa pratica giornalistica sono stata alcune tra le maggiori testate, come il Guardian o la Süddeutsche Zeitung con il suo progetto online Data Graph, in Germania.

Poiché il DDJ è una specialità ancora piuttosto giovane, non ci sono ancora molte esperienze nel campo del giornalismo locale (anche se il fenomeno sta crescendo, come visto a #ijf14). Anche se la divisione formazione della Federal Association of German Newspaper Publishers (Bdzv) ha lanciato di recente un’app e un servizio online, Datawrapper.de, per aiutare i suoi membri a conoscere meglio il Ddj, non è comunque ancora facile trovare dei benchmark di Data Journalism applicato al giornalismo locale.

Un progetto pilota di Data Journalism locale:
L’Institute for Communication Science dell’Università di Bamberg, insieme ai ricercatori del Business Informatics Department del medesimo ateneo e al Mediengruppen Oberfranken, ha dato forma a un progetto di Ddj per la zona di Bamberg, una città di media grandezza nel sud della Germania. Il team ha scelto la ricezione scadente delle reti cellulari nella regione come primo argomento d’indagine. Con Funklochjäger, un’app per Facebook, i lettori sono chiamati a segnalare punti in cui la rete è completamente assente. Il progetto è stato chiamato “Raiders of the Dead Spot”.

Al momento gli utenti possono postare le loro segnalazioni usando questo sito o la pagina ufficiale del progetto su Facebook. Il tema della poca copertura della telefonia mobile nella regione di Bamberg è un tema molto sentito e i media locali stanno coprendo la questione con diversi articoli. Dopo che i dati saranno raccolti, i giornalisti del posto presenteranno i risultati sulle diverse testate del gruppo Infranken, sia su carta che digital.

Nuove aree di ricerca:
La nostra iniziativa offre anche un’area di ricerca completamente inesplorata nelle scienze della comunicazione. Per esempio, i ricercatori coinvolti andranno a studiare come i giornalisti implementeranno il nostro progetto nelle loro pratiche lavorative, analizzandone le eventuali difficoltà. Dal punto di vista dei destinatari, inoltre, sarà interessante osservare come gli utenti valuteranno la caccia alle zone morte di copertura mobile e se e quanto i lettori più giovani saranno coinvolti dall’iniziativa. Un’altra domanda di ricerca cui tentare di dare risposta ha a che vedere con il come il Data Journalism applicato alla cronaca locale sia diverso rispetto ad altre iniziative realizzate da aziende mediatiche più grandi e quali fattori siano peculiari proprio per il piano locale.

“Raiders of the Dead Spot”, inoltre, si inserisce perfettamente nel profilo di ricerca e d’insegnamento dell’Institute for Communication Science dell’University of Bamberg. In uno studio multimediale, gli studenti del nostro ateneo imparano a realizzare progetti giornalistici su un piano pratico. Lo studio è stato fondato nel 2012 e coinvolge unità di formazione editoriale e di broadcasting. Durante le lezioni, gli studenti entrano in contatto con i principi base del Data Journalism e del reporting cross-mediale. Prima che “Raiders of the Dead Spot” partisse, gli studenti hanno testato la usability dell’app per Facebook e hanno dato i loro input sulla collaborazione con i giornalisti.

Il progetto è online. I giornalisti, gli studenti e i ricercatori che fossero interessati ai primi risultati del nostro progetto possono visitare il sito di Infranken o quello del nostro istituto.

Prof. Markus Behmer e Holger Müller hanno collaborato alla stesura di questo articolo

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