Le Huffington Post

1 Febbraio 2012 • Digitale • by

Nei giorni in cui circolava la proposta franco-tedesca di  un free trade agreement tra Unione europea e Stati Uniti, l’Huffington Post sbarcava in Francia. Una espansione già programmata, un accordo con Le Monde già sul tavolo, un passo fra tanti – si potrebbe pensare – nella scalata di Huffington sulle vette del giornalismo globale. Eppure il neonato HuffPo.fr è molto più di una replica del modello Huffington in lingua francese e si distingue dalle edizioni precedenti (Stati Uniti, ma anche Canada e Gran Bretagna).  Anzitutto “le” HuffPo si adatta alle specificità del contesto e cerca uno stile proprio. In secondo luogo, dà il via a un vero e proprio sodalizio tra le opinioni pubbliche delle due sponde dell’Oceano.

SCANDALO E SOBRIETA’ Il matrimonio giornalistico tra la moglie di Dominique Strauss-Kahn, uomo di punta della sinistra francese almeno fino a un recente scandalo, e la ex candidata governatrice oltre che ex moglie di un repubblicano americano promette di non annoiare. Anne Sinclair, scelta come direttrice editoriale per il nuovo portale, è una delle giornaliste più popolari e stimate in Francia, mentre la collega Arianna Huffington  sta imponendo nel mondo un nuovo modello di giornalismo (con qualche ritorno al classico). A salutare la partnership tra AOL (51%) e Le Monde (34%, più il 15% a Matthieu Pigasse, azionista di Le Monde), le due signore del giornalismo arrivano “in pompa magna e tacchi alti”, per dirla con l’ironia di Libération. Ma il tappeto rosso per Le Huff è tutt’altro che scontato: sul successo dell’iniziativa si può per ora scommettere, come ha scelto Le Monde facendo rete con il potenziale concorrente. I fan su Facebook sono già 9mila, a breve distanza dai più di 10mila conquistati dall’edizione UK che è online già  da giugno. Tuttavia ogni Paese ha le sue specificità, e la prima a tenerlo in considerazione sembra essere proprio Arianna Huffington. In una analisi sul modello HuffPost pubblicata su Ejo, avevamo considerato tra gli elementi distintivi proprio la scelta di invalidare la barriera tra i modelli tabloid e quality paper, facendo convivere una pluralità di toni e di tonalità. Rispetto a un quotidiano cartaceo di impostazione classica o alla sua versione digitale, la dose di soft news è in generale molto maggiore in tutte le edizioni di HuffPo. Ma il caso francese rispecchia molto di più i paradigmi classici del giornalismo.

DUE SPONDE, STESSO OCEANO?  “Mentre importeremo la piattaforma, la tecnologia e gli strumenti”, ha spiegato la Huffington, “il nuovo prodotto sarà radicato nella cultura francese e rifletterà l’unicità della Francia, la sua ricca cultura e la pluralità di voci. Lo farà in una fase in cui le sorti, le fortune e le scelte di Francia hanno conseguenze per tutta Europa e per il mondo intero”. Sarà per questo che il giornale-blog, sbarcato sul suolo francese non a caso nell’anno delle elezioni, ha abbandonato per l’occasione molte delle etichette tematiche “soft” che caratterizzano invece le altre edizioni. Scompaiono ad esempio dall’homepage francese gli “entertainment”, “comedy”, “weddings” e “divorce” della versione americana, senz’altro la più versatile e con la più ampia gamma di soft news. Niente “style” e “local” come invece la versione canadese. Bye bye “celebrity” , “weird news” e “lifestyle”,  approdati nell’estate 2011 sull’isola britannica. Sotto la tour Eiffel conquista un posto d’eccellenza anzitutto la politica nazionale e internazionale, rispolverando per certi versi l’Huffington dei primi tempi, quando il Post era soprattutto un blog in salsa liberal su cui discutere di politica. L’edizione francese è più sobria ed essenziale delle altre, l’impostazione classica si riconosce nelle categorie tematiche: ci sono la cultura e le tendenze, ma soprattutto l’economia e tanta politica. Ad esempio il 25 gennaio una copertina in cui si discute del voto dei credenti segue quella in cui l’ex ministro socialista Badinter “blogga” il suo giudizio sul negazionismo, la politica francese e il genocidio armeno. Last but not least, l’edizione francese si gemella in modo inedito con quella di oltre oceano: se nella prima fila dei temi trattati ci sono le presidenziali 2012, subito sotto si può cliccare sull’etichetta “elezioni americane”. Il 24 gennaio, a due giorni dalla nascita del portale francese,  l’America conquista addirittura la copertina di “le Huff”  con una prima pagina dedicata a Obama. “Welcome/Bienvenue: le 1er site d’information outre-Atlantique arrive en France”, recita il titolo a scorrimento che appare nell’homepage. Nel 2014 ci sarà la prima “resa dei conti” del successo dell’iniziativa: viste le dichiarazioni apparse su Le Monde, l’obiettivo è che per allora il portale sia diventato profittevole. Da oggi al 2014, l’operazione di traduzione culturale e di mélange tra Francia e America dimostrerà il suo potenziale. Ma la chiave per conquistare il successo rimane anche sul continente quella tipica di HuffPo: sta nella capacità di utilizzare lo strumento digitale e le occasioni di socializzazione che questo offre. Non a caso accanto alla politica, all’economia e alla cultura, il tema “vita digitale” ha conquistato su “le Huff” il suo meritato spazio

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