Corriere del Ticino, 29.05.2012
Due grandi notizie si rincorrono in questi giorni sui giornali confermando ancora una volta come l’ecosistema dell’informazione in questo momento sia in via di ridefinizione e soprattutto alla disperata ricerca di un nuovo equilibrio che garantisca la sopravvivenza a tutte le specie.
Iniziamo da quella buona, perché di buone notizie il giornalismo in questo momento ha davvero bisogno: l’investitore Warren Buffett, tramite la sua Holding Berkshire Hathaway, ha acquistato per 142 milioni di dollari 63 tra quotidiani e settimanali nel sud est degli Stati Uniti. Lui che ama definirsi un semplice «paper boy» perché in gioventù si guadagnava la paghetta vendendo giornali per la strada è appena diventato il proprietario di un vero e prorio impero editoriale cartaceo. Non proprio un vanto di questi tempi, potrebbe dire qualcuno, vista la grave crisi in cui versa il mercato editoriale statunitense che anziché attrarre dovrebbe indurre qualsiasi investitore a fuggire.
D’altra parte difficile credere si tratti di una mossa azzardata dettata solo dall’amore per i giornali o dalla malinconia per i tempi passati. Buffet, oltre ad essere conosciuto per il suo fiuto negli affari, vede nel giornale locale una importante istituzione per la vita cittadina, un’istituzione in grado anche ai giorni nostri di creare una coesione sociale e di appartenenza ad un nucleo. Inoltre il «paper boy» non è proprio un novello del mercato editoriale: l’anno scorso nella sua città natale di Omaha aveva acquistato la World Herald Company, società editrice di quotidiani locali, da decenni è proprietario di Buffalo News e azionista del Washington Post.
Ma è proprio di questi giorni la notizia, e qui veniamo a quella cattiva, che New Orleans la più grande città degli Stati Uniti nello Stato della Luoisiana, resterà presto senza un quotidiano di riferimento. Il Times-Picayune, storico quotidiano fondato nel 1837, vincitore nel 2005 del Premio Pulitzer per le sue eccellenti inchieste investigative sulle conseguenze dell’Uragano Katrina, a partire da questo autunno sarà pubblicato solo tre volte a settimana.
Una decisione che Advance Publications, l’azienda proprietaria, intende estendere anche alle altre testate locali che possiede in Alabama e che di fatto comporterà anche una importante riduzione del personale. In compenso, le versioni online dei vari giornali, aumenteranno le loro attività e le loro pubblicazioni.
Se andiamo a vedere lo stato di salute dei grandi giornali negli Stati Uniti, secondo i dati semestrali recentemente pubblicati dall’Audit Bureau of Circulations, vediamo che la diffusione dei giornali digitali via PC, e supporti mobili, è in crescente aumento e in alcuni casi, come quello del New York Times, supera di fatto i numeri della carta stampata segnando circa 27.000 lettori in più. Fatto che secondo la The Times Company è da attribuire al successo del paywall che ha portato un notevole incremento degli abbonamenti online.
E non solo negli Stati Uniti, anche in Europa, le vendite dei quotidiani sui device mobili come i tablet ad esempio tendono a crescere. In Germania, secondo quanto riportato da uno studio sull’uso dei tablet “Ciò che vogliono gli utenti”, condotto dall’Associazione degli editori tedeschi, si evince che non solo le vendite aumentano ma anche che gli utenti delle tavolette sono disposti a spendere per le applicazioni a pagamento introdotte dai giornali». Chi si informa tramite ipad è disposto a pagare per i contenuti cioè l’81% degli utenti che possiedono un tablet su 3.300 intervistati.
E più persone sceglieranno il quotidiano digitale e sempre più persone abbandoneranno la carta.
Succederà solo per le testate nazionali e non per quelle locali, che come sostiene Buffett, sono forti ancora del loro ruolo e della loro funzione? Stiamo a vedere.