Gazzettino.it, il web del Nordest

28 Novembre 2009 • Cultura Professionale, Digitale, Etica e Qualità, Giornalismo sui Media • by

Osservatorio europeo di giornalismo, 28.11.2009

Il Gazzettino, testata di proprietà del Gruppo Editoriale Caltagirone, è oggi per diffusione il maggior quotidiano del Nordest. E’ tra i primi 10 quotidiani d’informazione italiani, con una diffusione (fonte ADS  luglio 2009 ) di 84 mila copie. Ha 8 edizioni (Venezia-Mestre, Padova, Rovigo, Treviso, Belluno, Vicenza, Udine e Pordenone) e un organico di 120 giornalisti. Nell’estate scorsa è stato avviato un piano di riorganizzazione aziendale che ridurrà l’organico a 104 giornalisti. La versione online, Gazzettino.it, ha un numero di visitatori mese pari a un milione e duecentomila lettori, con una media giornaliera di circa 45 mila. L’attuale sito è stato inaugurato nel dicembre 2008 ed è oggi sotto la responsabilità di Carlo Felice Dalla Pasqua, in precedenza a capo della redazione di Treviso. Abbiamo intervistato Dalla Pasqua per cercare di comprendere le modalità attraverso le quali il Gazzettino crea e sviluppa l’informazione in una dimensione locale, quali sono gli obiettivi e le finalità. Ecco l’intervista realizzata dall’Osservatorio Europeo di Giornalismo.

Quanti sono i giornalisti che lavorano su Gazzettino.it e quali sono le prospettive di crescita?
La redazione è formata da tre giornalisti a tempo pieno che assicurano una copertura che va dalle otto del mattino alle otto della sera. E’ vero, tre persone non sono un grande numero, ma con una adeguata impostazione del lavoro, e a prezzo di grandi sforzi e impegno, il Gazzettino è riuscito a dare vita a un sito che raccoglie un sempre più ampio apprezzamento del pubblico. Ovvio che se vi fossero più persone si potrebbero avere più contenuti originali, ma va da sé che le dimensioni della struttura devono essere coerenti con obiettivi di redditività. L’editore ha tutto l’interesse a consolidare l’iniziativa e se il prodotto funzionerà e darà risultati economici adeguati l’azienda potrà essere persuasa a investire di più. (ndr nei primi nove mesi del 2009 il fatturato pubblicitario internet del Gruppo, comprensivo dei prodotti web de Il Gazzettino, Il Messaggero, Il Mattino, Il Corriere Adriatico ed Il Nuovo Quotidiano di Puglia è stato di 1,5 milioni di euro contro i 112 milioni raccolti sulla carta)

Quali sono gli obiettivi?
Con il Gazzettino.it si è voluto coprire uno spazio d’informazione non ancora presidiato nel quale si intravedono forti potenzialità di crescita. Il localismo e l’iperlocalismo delle notizie è una opportunità per creare un servizio alle comunità territoriali. Le 5, 6 notizie con cui apriamo la giornata sono quasi sempre basate su fatti e avvenimenti locali. Per quanto riguarda l’informazione nazionale tendiamo invece ad offrire lo stretto indispensabile. Siamo consapevoli di non essere concorrenziali con gli organi di stampa nazionali, sarebbe inutile. Vogliamo piuttosto essere allineati agli interessi del nostro pubblico che vede nel sito internet una fonte di informazione primaria a livello territoriale, del singolo comune, provincia o regione. Per quanto riguarda l’organizzazione dei contenuti l’obiettivo è trovare un equilibrio tra informazione prodotta su carta e informazione prodotta su web in modo tale che l’una non cannibalizzi l’altra. Gli articoli delle redazioni locali non sono moltissimi, sette, otto, non di più. Abbiamo una homepage che consente di ospitare fino a una cinquantina di notizie. Spesso non utilizziamo l’intero spazio, sappiamo che il lettore non ama dover fare uno scrolling troppo lungo per arrivare a fondo pagina, per cui cerchiamo di dare massima visibilità alle notizie in uno spazio il più possibile contenuto. Naturalmente, in questo aiuta la navigazione a menu che consente un accesso diretto all’informazione dedicata alle singole province o alle diverse aree tematiche. Alla fine si inseriscono in homepage dalle 35 alle 40 notizie al giorno, il che vuol dire che alle otto di sera tutte le notizie pubblicate sono unicamente quelle inserite nelle ultime dodici ore.

Quali sono le differenze rispetto alla tempistica della carta stampata e che rapporto esiste con le redazioni locali?
Mentre per i colleghi che lavorano nelle redazioni tradizionali è possibile arrivare alle undici, per noi è indispensabile anticipare i tempi per non perdere uno dei picchi di visita che sul web si registra abitualmente nelle prime ore del mattino. Lavorare con i tempi della carta vorrebbe dire perdere migliaia e migliaia di visitatori. E ovviamente si termina prima poiché il flusso di accessi cala drammaticamente dopo le otto, le nove di sera. Riguardo al rapporto con il lettore è interessante notare come il traffico del Gazzettino sia generato da accessi diretti e non frutto di operazioni di ricerca. La gente ha l’abitudine di ricercare le notizie sul sito del giornale, vuole sapere quello che è accaduto in zona e sa che il Gazzettino offre questo servizio. Il team redazionale è una struttura autonoma e indipendente dalle redazioni locali. Il web è impostato sulla notizia, deve riuscire a garantire una continuità di aggiornamento nelle 12 ore, e tradurre le notizie con un linguaggio semplice, sintetico ed efficace. Attenzione, però, brevità della notizia non vuol dire superficialità. Se sulla carta una notizia può essere sviluppata anche su più pagine, per noi è fondamentale fornire una grande quantità di elementi informativi in 10, 20, 50 righe. Ciò che viene più richiesto è la sintesi. Parole inutili non sono molto gradite. Ci può essere l’approfondimento, ma in termini di informazioni, il racconto su internet non funziona.

Quale spazio date alle opinioni?
Le opinioni possono esserci e vengono anche lette, ma devono essere su temi sufficientemente attraenti. La politica non funziona. Giusto per fare un esempio che possa chiarire il modo in cui lavoriamo: se Bersani risponde a Berlusconi su un qualsiasi tema, legato alla giustizia o altro, e ho la possibilità di ospitare l’opinione di un nostro commentatore, ebbene, non la pubblico, so perfettamente che i nostri lettori non gradirebbero. La politica può diventare interessante quando affronta questioni locali di rilievo. Oggi (ndr 26 novembre) abbiamo pubblicato un editoriale del nostro direttore sulle elezioni regionali previste nel 2010 e ha avuto un buon riscontro come numero di accessi; lo scontro tra PDL e Lega, la guerra in vista delle elezioni, tutto questo, pur essendo un argomento politico, è sviluppato su una dimensione localistica ed è coerente con le caratteristiche del lettore cui ci rivolgiamo.

Il vostro lavoro è soprattutto un lavoro di desk, di coordinamento e selezione
Direi di sì anche se esige un forte esercizio di equilibrio dal punto di vista dei contenuti. Sulla carta le notizie nazionali hanno una scala gerarchica superiore a quelle locali?. Noi ribaltiamo l’approccio e diamo priorità alla notizia locale cercando, quando opportuno, di arricchire le informazioni di base fornite dall’agenzia. A questo proposito mi viene in mente la notizia pubblicata nei giorni scorsi sulla mamma di Padova accusata di avere ucciso il figlio di tre anni. In questo caso, proprio perché sapevamo che i lettori sarebbero stati esigenti, la redazione ha cercato di dare il massimo. E non tanto in informazioni che rivelassero particolari scabrosi, ma in informazioni che aiutassero a comprendere meglio l’accaduto. La mia esperienza insegna che su web i lettori sono molto più critici ed esigenti rispetto alla carta. Sulle questioni di cronaca nera i lettori non chiedono soltanto particolari, l’ha ucciso con 90 coltellate o cose dal genere, ma chiedono approfondimenti, anche se per noi approfondimento non si traduce in una maggiore lunghezza del testo, ma in più informazioni. Molte volte si è portati a credere che il lettore su web sia un lettore frettoloso e poco attento, molto spesso ci sorprendiamo del contrario.

Tra le fonti di informazione quale ruolo riveste internet?
Internet costituisce una risorsa informativa importante, anche se va usata con responsabilità, nel senso che molte delle notizie ci obbligano a una verifica. Mentre la notizia Ansa o Ap o altro ha già avuto una verifica alla fonte, la notizia su internet, blog ecc, nel 50% dei casi ha bisogno di una seconda verifica. Non perché su internet non vi siano persone affidabili, ma perché quelle persone non fanno il giornalista e non sono tenute a compiere nessuna verifica. Detto questo sono fermamente convinto che per i giornalisti sia ormai indispensabile individuare su internet quegli spazi di discussione che possono offrire un supporto informativo addizionale. Può accadere,  come nel caso dell’accoltellamento avvenuto tra due ragazzi in una discoteca a Treviso, che commenti su internet portino a testimonianze dirette che possono aiutare ad approfondire l’argomento.

Quali sono le cose che le piacerebbe riuscire a realizzare?
L’ideale sarebbe avere una redazione che fa della crossmedialità il proprio parametro e punto di riferimento. Mi rendo conto che questo non è un desiderio che possa avverarsi a breve, ma deve essere l’obiettivo a cui tendere. Internet ha potenzialità straordinarie ed è un peccato non sfruttarle. In questo momento si fanno prodotti multimediali, nel senso che per una notizia abbiamo a disposizione il testo e le foto d’agenzia, magari riusciamo ad avere il video che ci viene spedito da un lettore, oppure, se siamo fortunati, anche il contributo audio di un testimone. Così accostiamo testo, video e immagini. Facciamo, appunto, della multimedialità, una giustapposizione temporale dei diversi contenuti e delle varie piattaforme attraverso le quali vengono acquisite. Il prodotto crossmediale fa invece riferimento a un processo attraverso il quale la notizia viene pensata e realizzata sin dall’inizio per il web; non è quindi l’esito di una sovrapposizione di materiale diverso arrivato in tempi diversi. E’ una rivoluzione in cui tutti siamo coinvolti, c’è chi vi si adatta meglio, chi peggio, ma quella è la strada da percorrere.

Potrebbe mai funzionare un sistema a pagamento per l’accesso alle notizie?
A meno che non si trovino delle formule magiche, non credo che il sistema a pagamento, per un giornale come il nostro, possa funzionare. Mettere a pagamento le notizie è una strada non più percorribile. Se metto a pagamento la notizia di una rapina, quanta gente leggerebbe quell’articolo? Sarebbe un fallimento totale. E’ bene lasciare che la pubblicità faccia il suo corso. Certo, i centri media e le agenzie di pubblicità non sono ancora bene strutturati per internet così come lo sono per la carta stampata o la televisione. L’Italia, poi,  è di gran lunga indietro rispetto ad altri paesi e ci si augura che le cose possano rapidamente cambiare. Ripeto, mettere a pagamento i contenuti che il lettore è abituato a trovare gratuitamente non funzionerebbe. E poi bisognerebbe trovare un accordo comune tra tutti i giornali. Se lo fanno in pochi, quei pochi sarebbero costretti a fare marcia indietro, come già accaduto in altre occasioni, vedi New York Times. Questo non significa che il modello attuale sia sostenibile, significa impegnarsi per trovare dei modelli alternativi.

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