Che cosa ha approvato l’Agcom in materia di copyright

11 Luglio 2011 • Digitale, Editoria • by

Come riportato nei giorni scorsi da Wired, l’Agcom ha varato lo schema di regolamento sul diritto d’autore in rete. Con sette voti favorevoli, un’astensione e l’unico voto contrario del commissario Nicola D’Angelo, la bozza in discussione sin da dicembre 2010 è stata approvata nonostante le proteste degli ultimi giorni. Le norme contestate riguardano la gestione dei contenziosi relativi a siti web, italiani o stranieri, il cui contenuto venisse contestato dai detentori del copyright sul materiale pubblicato. Nella prima bozza del regolamento era previsto che l’Agcom potesse gestire direttamente la procedura, sostituendo un normale procedimento giudiziario con un atto amministrativo e in tempi molto celeri.

Juan Carlos de Martin, docente universitario e fondatore di Creative Commons in Italia aveva messo in evidenza alcune oscurità della proposta, facendo notare come all’Agcom, che è un organo amministrativo e non giudiziario, si dà il potere di irrogare sanzioni pecuniarie e di ordinare l’oscuramento dei siti il cui contenuto venisse contestato per una presunta violazione del copyright. A suo dire questa modalità avrebbe fatto venir meno tutte le garanzie di contradditorio e di copertura legale fornite invece dal classico iter giudiziario da parte di un giudice chiamato a giudicare nel merito di ogni singolo caso. La materia, infatti, è tutto fuorché lineare. De Martin portava ad esempio il caso di un blogger che pubblichi sulla sua pagina un post contenente alcuni estratti video di un telegiornale per poterne discutere con i suoi lettori. Questa sarebbe una violazione del copyright? Può un organo come l’Agcom decidere della liceità di una pubblicazione di questo tipo e con un procedimento rapido?

Le proteste contro il nuovo regolamento sono state numerose e hanno interessato gli addetti ai lavori della rete italiana. Nella serata di martedì 5 luglio si è tenuta presso la Domus Talenti di Roma la manifestazione “La notte della Rete” promossa da diverse associazioni che si occupano di internet e di tutela dei consumatori e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Alessandro Gilioli, Fulvio Sarzana e Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation. L’iniziativa è stata trasmessa in streaming da circa un centinaio di siti e blog ed è stata seguita via Twitter. Dal canto suo la SIAE, insieme a numerosi altri firmatari tra cui compaiono i maggiori editori musicali italiani, le case discografiche e artisti molto popolari ha sostenuto l’iniziativa della Agcom con un appello e un’inserzione sui maggiori quotidiani italiani affermando che la nuova disciplina andrebbe a colpire l’illegalità garantendo la tutela dei diritti e la libertà dei creatori dei contenuti. Secondo gli oppositori invece il regolamento sarebbe stato fortemente voluto dai grandi gruppi editoriali italiani e dalla lobby del copyright e rappresenterebbe una stretta sui diritti degli internauti e sul free access alla rete. Oltre che una forzatura giuridica.

Il testo votato ieri dall’Autorità presieduta da Corrado Calabrò è meno restrittivo rispetto alla sua prima versione risalente al 2010. Insieme al documento è stato anche istituito un periodo di sessanta giorni in cui il contenuto possa essere ridiscusso con tutti gli interessati. Non è possibile quindi escludere che le norme non siano ancora nella loro veste definitiva e che una successiva riflessione possa ammorbidirne alcuni lati. Nonostante le modifiche, la sostanza della posizione dell’Agcom non cambia. Nella prima parte del testo l’Autorità invoca iniziative per sviluppare l’offerta legale anche tramite misure di sostegno alla realizzazione dei contenuti e chiedendo l’elaborazione di codici di condotta per i gestori di siti e internet provider. In questa parte è anche proposta la realizzazione di un “Tavolo tecnico” con tutte le parti in causa per discutere di nuove strategie di gestione dei contenuti in rete e di miglioramento dei servizi. La seconda parte, invece, introduce le nuove norme relative ai pirati e alla tutela del copyright online; si tratta, in sostanza, dei provvedimenti che hanno destato preoccupazione per i possibili intenti censori. Nel nuovo testo sono previste due fasi: una prima relativa ai procedimenti davanti al gestore del sito e una susseguente da attuarsi davanti al giudizio dell’Authority. Qualora l’Agcom ricevesse segnalazione di materiali protetti da copyright pubblicati in rete il sito questionato potrà rimuovere in quattro giorni i contenuti in oggetto, pena l’avvio della procedura presso l’Agcom stessa. Sarà il Garante ad aprire un contraddittorio della durata di dieci giorni prorogabili in seguito al quale potrà partire un’ordinanza di eliminazione dei contenuti giudicati “illegali” o di ripristino a seconda della fondatezza di una delle due richieste. Questa procedura dovrebbe riguardare esclusivamente i siti commerciali, escludendo pagine amatoriali, blog o siti di ricerca didattica o simili. Sarebbe stata stralciata anche la possibilità di oscurare i siti stranieri, tramite richiesta agli internet provider, per violazione del copyright: nel caso di domini esteri, che non possono essere assoggettati all’Agcom, quest’ultima dovrà rivolgersi all’autorità giudiziaria affinché attui i procedimenti del caso. Il procedimento davanti al Garante, si fermerebbe qualora una delle due parti decidesse di rivolgersi a un tribunale, rendendo la procedura davanti all’Agcom nei fatti alternativa a un procedimento giudiziario. Anche nel caso in cui il sito fosse italiano.

La bozza approvata settimana scorsa rappresenta un passo avanti rispetto al testo originario. L’esclusione dei siti non commerciali dalla normativa offre garanzie ai possessori di pagine internet e ai blogger che utilizzano materiali terzi ma per semplice fair use con finalità solo divulgative che non ledono nel concreto alcun diritto dei detentori del copyright. Anche la rimozione dell’oscuramento dei siti coincide con una maggior tutela di diritti fondamentali come la cronaca o la libera espressione che avrebbero potuto correre il rischio di essere messi in discussione con la scusa della tutela del diritto d’autore e per via amministrativa.

Massimo Mantellini ha commentato sul suo blog le decisioni dell’Agcom, lodando la marcia indietro sulle norme più restrittive ma denunciando l’inaffidabilità dell’Authority, chiamata a ritrattare in seguito alla proteste dei giorni scorsi e alcuni distinguo della maggioranza governativa.

Rimangono insomma ancora dei punti oscuri che potrebbero essere sciolti nei sessanta giorni previsti per la ridiscussione di un testo cruciale per le sorti della rete italiana.

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