Giornali e Internet: dinamiche complesse

30 Giugno 2008 • Digitale, Editoria • by

Corriere del Ticino, 30.06.2008

Anche su Internet il prestigio di una testata giornalistica conta. Eccome se conta. Basta scorrere le classifiche dei siti giornalistici per scoprire che i più letti sono Le Monde o Le Figaro in Francia, il Corriere della Sera o Repubblica in Italia, New York Times e Cnn negli Stati Uniti. Ma contrariamente al lettore dell’edizione su carta stampata, che tende ad essere fedele, quello online si mostra più irrequieto, volatile, umorale. Passa da un sito all’altro, modificando rapidamente i tempi di lettura. Capita così che, tra il maggio 2007 e il maggio 2008 testate importanti come il Chicago Tribune passino da 17 a 8 minuti, mentre altre, come il Seattle Post-Intelligencer, compiano il percorso inverso, da 7 a 15 minuti. Il tutto senza che i redattori sappiano trovare una risposta convincente a questi movimenti.

La realtà, innegabile, è che i siti web sono sempre più importanti; il dramma è che le dinamiche per avere successo su Internet non sono ancora chiare agli addetti ai lavori. Motori di ricerca come Google news (che propone una selezione delle notizie più cliccate sulla Rete) o Yahoo news (che seleziona dispacci di agenzia) sono sempre più apprezzati, al punto di apparire sempre ai primi posti nelle classifiche NielsenNet Ratings; in Francia, ad esempio, è terzo. Alcuni blog, come l’americano Drudge Report , sono di fatto dei portali e selezionano secondo il proprio gradimento le notizie della giornata, il che tra l’altro genera effetti imprevisti: molti lettori arrivano sul sito della Washington Post passando per Drudge.
Alcune redazioni hanno cercato di cavalcare questo fenomeno comprando spazi a pagamento su Google, abbinati a certe parole chiave. Ad esempio in Italia Berlusconi, in Francia Sarkozy, negli Usa Obama; non sempre però con risultati soddisfacenti. Da un lato perché questi servizi costano, dall’altro perché il flusso così generato permette di raggiungere picchi di lettura molto elevati, ma assai effimeri.
Questo sta producendo un riflusso: anzichè confidare nei motori di ricerca, si punta sempre di più sulla qualità della propria offerta redazionale. Il che significa: trasferimento degli effettivi dalla carta stampata al Web. Al sito di Le Monde lavorano 60 persone, a quello di Figaro 80. E chi è partito per tempo oggi vanta buoni risultati economici. Molti siti di testate famose sono in attivo, grazie alla pubblicità sulla rete che conosce una crescita esponenziale, altri lo saranno entro pochi mesi. In cambio bisogna offrire continui rinnovamenti grafici, molta interattività, aggiornamenti frequenti e, soprattutto, servizi eccellenti in occasione di grandi fatti. Le elezioni, i campionati europei di calcio, scandali politici provocano un vertiginoso aumento di contatti nei siti più famosi. Offrire buoni articoli – ovviamente gratuiti – è un requisito necessario per incrementare prestigio e successo. Necessario ma non sufficiente, perché nei periodi di notizie «normali» il lettore naviga qui e là. Assapora, si lascia tentare dalle offerte altrui. E quando scopre un sito d’informazione che davvero gli piace tende a frequentarlo, magari fondato da giornalisti usciti da testate famose, come è accaduto a quattro grandi firme che hanno abbandonato Libération , per fondare Rue89 , che dovrebbe toccare un milione di visitatori unici alla fine dell’anno, quasi un terzo dell’audience di Le Monde.
Niente male. Com’è dura (e affascinante) la vita dei reporter su Internet….
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