Segnali di ripresa per l’editoria americana?

18 Novembre 2010 • Editoria • by

Rick Edmonds, intervenuto nel blog di PoynterOnline, traccia un bilancio per l’anno che si sta per concludere e avanza una serie di interessanti riflessioni sullo stato dei giornali in un mercato che appare sempre più condizionato dalla complementarietà online-offline.

Le buone notizie. Gran parte dei giornali – afferma Edmonds – hanno raggiunto una condizione di solvibilità e profittabilità. Tutto sommato – scrive Edmonds – è un numero limitato di giornali ad essere scomparso durante la grande recessione. I gruppi editoriali – aggiunge – hanno sufficiente liquidità per sostenere i debiti e finanziarie la ricerca in nuovi modelli digitali che possano generare rinnovate fonti di ricavi.

Ma alle good news si aggiungono segnali che evidenziano come continuino a persistere forti criticità, problemi tuttora irrisolti che lasciano intravedere come il percorso verso nuovi modelli di business in grado di garantire piena sostenibilità al business editoriale sia ancora lungo e ricco di ostacoli da superare.

Ecco alcune delle criticità evidenziate da Edmonds:

  • Pubblicità – Non si è ancora usciti dalla fase recessiva. Per quanto l’andamento degli investimenti pubblicitari abbia attenuato le perdite del 2009, nel corso del 2010 il mercato ha perso un ulteriore 5-6 per cento del valore complessivo. Certo, siamo molto lontani, e per fortuna, dalla diminuzione del 20% registrata l’anno precedente, ma comunque e sempre, si evidenzia una dinamica contrassegnata da un’ulteriore compressione dei fatturati.
  • Online e mercato digitale – Tuttora, per quanto molti gruppi abbiano registrato crescite a doppia cifra, il valore generato non è in grado di assicurare la stabilità economica e compensare le perdite complessive della carta.
  • Costi di stampa – Nonostante i giornali abbiano compiuto intervenuti strutturali per assicurare una diminuzione dei costi complessivi ci si deve confrontare con una sensibile lievitazione dei costi di stampa, stimata in una percentuale prossima al 20%. Una condizione che limita il beneficio che può derivare dalla ripresa degli investimenti pubblicitari poiché all’aumentare di questi ultimi non possono corrispondere interventi espansivi.
  • Prezzo di vendita – Se nel corso degli ultimi due anni gli editori erano riusciti attraverso un aumento del prezzo di copertina a limitare la diminuzione dei ricavi causata da una perdita di lettori della carta stampata questa operazione non è più economicamente praticabile e ripetibile.
  • Decresce il valore dello spazio pubblicitario – Alla costante diminuzione dei lettori della carta stampata corrisponde una diminuzione del valore degli spazi pubblicitari.

Edmonds conclude affermando che i giornali hanno davanti sé un ampio spettro di possibilità di sviluppo sebbene le condizioni attuali siano di grande difficoltà e non sia ancora chiaro quale possa essere il percorso ideale per una sostenibilità complessiva. Insomma, la terra promessa esiste, ma per raggiungerla occorre attraversare territori inesplorati e ricchi di insidie, con la consapevolezza di contare su risorse il più delle volte insufficienti.

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