Dietro le quinte di BFM TV, la Cnn francese

28 Gennaio 2015 • Giornalismi • by

BFM TV è diventata, nel giro di tre anni, il numero uno tra i canali “all news” francesi. Ora l’amministratore delegato di NextRadioTv Alain Weill vuole farne una “CNN International”. Ha cominciato dalla Svizzera, dove le finestre pubblicitarie trasmesse sono completamente rossocrociate.

La storia di BFM TV è partita da una costola di una radio, Business FM, il cui acronimo è BFM. Creata nel 1991 a Parigi da Jacques Abergele e René Tendron, l’emittente si è profilata sin dall’inizio come “la radio dell’economia”. Nel 2002, dopo una liquidazione giudiziaria, viene rilevata da Alain Weill, patron del gruppo NextRadioTv. Il 14 dicembre del 2004, i vertici lanciano ufficialmente e pubblicamente il progetto televisivo, col marchio BFM TV. Si tratta di un canale consacrato “all’attualità e all’informazione economica e finanziaria”, pensato sul modello del canale radiofonico omonimo.

In realtà lo slogan “La television de l’economie” non verrà mai utilizzato preferendogli il più efficace “News 24/7″.  Il 9 maggio del 2005 il Conseil Supérior de l’Audiovisuel rilascia due concessioni per altrettante televisioni “all news” in chiaro: I-Télé, nata nel 1999 come canale a pagamento, e BFM TV, un progetto completamente nuovo. Preceduto da un countdown, il 28 novembre 2005 BFM TV inaugura ufficialmente i propri programmi alle ore 18.

Il primo telegiornale è presentato da Ruth Elkrief, in arrivo da precedenti e importanti esperienze a TF1 e a Radio RTL. Ospiti, nello studio virtuale, il presidente del CSA, Dominique Baudis, e Renaud Donnedieu de Sabres, all’epoca ministro delle cultura e delle comunicazioni in Francia. Il quotidiano Liberation non esita a definire BFM TV come “l’info low cost”.

Alla partenza, il neonato canale conta una sessantina di giornalisti, quando emittenti all news concorrenti come I-Télé e la tv a pagamento LCI ne occupano il doppio. Il budget? Per BFM TV, nel 2005, si parla di 13 milioni di euro contro i 37 di I-Télé e i 50 milioni di LCI (gruppo TF1). Alla fine del 2008, i dipendenti di BFM TV diventano 200 (di cui 150 giornalisti), mentre nel 2011 il budget sale a 50 milioni di euro. Nel 2007, BFM rastrella ben 8 milioni di euro di pubblicità. Nel 2009 passa a 51 milioni di euro, in aumento del 67%.

La prima versione di BFM TV prevede unicamente due dirette quotidiane: tra le 6 e le 9.30 con BFM Matin, e tra le 18 e le 23.30 con BFM Soir. Nella fascia centrale, tra le 9.30 e le 18, viene trasmessa l’attualità in immagini (senza conduzione) con i titoli dell’informazione e i dati borsistici scanditi ogni quarto d’ora. Inizialmente, oltre all’attualità, c’è spazio anche per dei tg di economia e finanza, caratteristica che l’emittente abbandonerà lentamente.

Soltanto nel 2007, dopo aver assunto una cinquantina di giornalisti, BFM TV abbandona lo slogan “La nouvelle chaîne de l’info” per passare a “Priorité au direct”. La trasformazione prevede l’apertura delle trasmissioni in diretta anche tra le 9.30 e le 18. Già nel 2008, diventa il primo canale all news francese, battendo I-Télé. Dal 2011, il marchio BFM TV viene invece accompagnato dalla scritta “Première chaîne d’info de France”. Ora il canale all news trasmette in diretta dalle 6 alle 24, tutti i giorni.

L’organizzazione attuale del palinsesto ricorda molto quello delle emittenti radiofoniche: fasce che raggiungono le 3 ore con doppia e singola conduzione. Tra le 6 e le 8.30 “Première Edition”, alle 8.30 “Bourdin Direct” (anche su Radio RMC), dalle 9 alle 12 doppia conduzione di “Non stop”, il cambio arriva per la tranche 12-15 “Midi-15 Heures”, riprende “Non stop” tra le 15 e le 18,  alle 18 BFM Story, alle 19 Ruth Elkrief, tra le 20 e le 21 Alain Marschall, alle 21 “News et compagnie” e, per chiudere, “Grand Angle”.

Se agli albori di BFM TV lo studio è interamente “virtuale”, con il tempo si è deciso di inserire nella scenografia degli elementi reali. Il sito “Media un autre regard” mostre il backstage del canale all news. Lo studio 1 è composto da una scena reale che può essere coperta da un telo verde e trasformarsi in un fondale virtuale. Quella reale è realizzata da Fréderic Serrato, con diversi schermi e delle barre luminose che cambiano colore in base all’orario e al tipo di edizione.

Per garantire la diretta, la regia deve gestire:

  • I duplex con i giornalisti attraverso la fibra ottica, il satellite o il 3G
  • Il segnale sempre attivo proveniente dall’Assemblea nazionale, dall’Eliseo o i flussi d’immagine delle agenzie stampa
  • La scenografia che cambia in base al tipo di edizione. I giornalisti solitamente sono posizionati in una delle tre zone dello studio. Si tratta, in pratica, di gestire le scenografie virtuali che andranno a ricoprire il fondale verde
  • Le immagini provenienti dalle 7 telecamere automatiche presenti nello studio
  • La grafica, i jingles, le bande informative e la pubblicitàWLmodel

Tra le 6 e le 8.30 va in onda su BFM TV la prima fascia informativa della giornata che totalizza mediamente 2 milioni di telespettatori. Il settimanale L’Express ha realizzato un video reportage dietro le quinte. Attualmente, BFM TV raggiunge una quota di mercato del 2% contro lo 0.8% della concorrente I-Télé.

Crediamo sia giunto il momento di accelerare i tempi per una copertura internazionale del nostro canale.
(Alain Weill, 22/12/204, Le Figaro).

Il patron del gruppo NextRadioTv, Alain Weill, il 22 dicembre 2014 ha rilasciato un’intervista al quotidiano Le Figaro. “BFM TV” – ha dichiarato Weill – “è già particolarmente seguita all’estero via Internet. Pensiamo però che sia giunto il momento di velocizzare la copertura internazionale del nostro canale”.

“Il nostro obiettivo” – ha detto l’amministratore delegato – “è di essere distribuiti via cavo o via ADSL nel mondo. Siamo già presenti in Svizzera dove abbiamo attivato uno splitting pubblicitario. Prossima tappa: il Belgio. Successivamente si passerà agli Stati Uniti e all’Asia”. “Vorrei fare di BFM TV” – ha concluso Weill – “l’equivalente francofono di CNN International”.

Articolo pubblicato originariamente sul blog dell’autore, Fuorionda

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