Come essere un giornalista etico nel 2017

17 Gennaio 2017 • Etica e Qualità, Giornalismi, Più recenti • by

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Credits: Ethical Journalism Network

I giornalisti dovranno lavorare più duramente nel 2017 per riportare correttamente e accuratamente le notizie e per proteggere le loro fonti. A sostenerlo è il nuovo report dell’Ethical Journalism Network (Ejn), pubblicato il 10 Gennaio. Ethics in the News, Challenges for Journalism in the Post-Truth Era evidenzia i problemi affrontati dai giornalisti che lavorano in un epoca storica in cui “sembra che il pubblico in tutto il mondo stia litigando con i fatti, l’umanità e l’affidabile onestà”.

Il report dell’Ejn sostiene come il giornalismo abbia di rado affrontato una pressione politica e commerciale tanto intensa come in questo passaggio: il report vuole offrire ai giornalisti consigli pratici su come attenersi ai fatti, proteggere le loro fonti, riportare correttamente fenomeni complessi come la crisi dei migranti, identificare l’hate speech, bloccare la circolazione delle notizie false e guardarsi dalla propaganda e dalle posizioni guerrafondaie. Nella sua introduzione al report, Aidan White, Direttore dell’Ejn, ricorda come il giornalismo stia attraversando una crisi grave in tutto il mondo: oltre all’emergere evidente del razzismo, della disinformazione e della propaganda politica nel contesto della copertura della campagna presidenziale negli Usa e del referendum sulla Brexit nel Regno Unito, temi molti dibattuti, White cita anche esempi provenienti da altri contesti, come le pressioni del governo sulla libera stampa in Turchia, il racconto in Pakistan dei cosiddetti “delitti d’onore”, il crescente uso di parole d’odio nei media asiatici e il giornalismo apertamente guerrafondaio in India e Pakistan.

White crede comunque che ci sia ancora speranza: “molti osservatori interni ai media non sono eccessivamente ottimisti quando guardano al futuro. Nonostante sia evidente come, dallo sbarco online del mercato dell’informazione, nel giornalismo ci siano sempre più pettegolezzi, speculazioni, false notizie e disinformazione, c’è un movimento in crescita che punta a rinforzare il mestiere del giornalismo. Infatti, in ogni parte del mondo, persino dove è in vigore la legge del megafono, i giornalisti devoti ai valori dell’accuratezza, dell’umanità e della trasparenza stanno facendo un buon lavoro e riescono a entrare in contatto col pubblico, a volte anche mettendo a rischio se stessi in questo processo”, continua White, “la fiducia pubblica tornerà solo quando le persone crederanno che le istituzioni più potenti – il Governo, lo Stato, il potere corporativo – siano affidabili e in grado di ascoltare le loro preoccupazioni”. La sincerità e l’etica sono le chiavi della democrazia, secondo il Direttore dell’Ejn, il quale ha anche messo in evidenza l’indagine sui Panama Paper del 2016, una collaborazione tra 400 giornalisti in 80 paesi, come esempio potente di giornalismo.

L’Ejn fornisce anche dei consigli riconoscere e riportare le false notizie, tema caldo di questo inizio di 2017:

  •  Usare i siti di fact-checking: I media più rispettabili provvedono già a verificare tutto ciò che arriva nella loro inbox, ma ora i giornalisti freelance e le aziende mediatiche più piccole hanno a disposizione un aiuto da parte della comunità in rapida espansione dei fact-checker online. Siti come factcheck.org negli Stati Uniti o il britannico fullfact.org, per esempio.
  • Guardarsi dai siti con nomi bizzarri. Domini strani o siti che terminano in “.com.co”,per esempio, sono spesso versioni false di vere fonti di notizie.
  • Controllare la sezione “About” dei siti. Preoccupatevi se non ce n’è una e controllate, all’occorrenza, la testata su Wikipedia.
  • Fare attenzione alle storie che non sono state riportate altrove. Un evento scioccante, scandaloso o improvviso avrà un’altra fonte. Se non ce l’ha, siate sospettosi.
  • Essere diffidenti se non c’è l’indicazione di un autore o una fonte. A volte è giustificato, ma deve essere spiegato, in caso contrario non fidatevi.
  • Controllare la data. Uno dei trucchi preferiti dai diffusori di false notizie e re-impacchettare vecchie storie. Possono essere state accurate all’epoca della prima pubblicazione, ma se usate fuori tempo e fuori contesto possono diventare dannose falsità.
  • Infine, ricordare che esiste la satira. Non tutta la falsificazione è maligna e in alcuni casi può anche mirare all’intrattenimento e provenire da rispettabili fonti giornalistiche. Private Eye, il principale magazine satirico britannico, per esempio, si è impegnato in fare dell’esemplare giornalismo investigativo basato sui fatti, offerto in parallelo a occasionali e divertenti contenuti parodistici, ma si è ritrovato su una lista di siti di fake-news circolata durante il panico da disinformazione seguito all’elezione di Trump.

Articolo tradotto dall’originale inglese da Giulia Quarta

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