Twitter ed elezioni, il caso dei giornalisti Usa

11 Ottobre 2013 • Digitale • by

Non ci sono più dubbi sul fatto che i social media stiano riscrivendo completamente il modo in cui giornalisti comunicano tra di loro e con gli elettori in periodo di elezioni, ma le implicazioni e le conseguenze di questi cambiamenti non sono state ancora completamente comprese. In occasione dell’ultima campagna elettorale americana nel 2012, Regina G. Lawrence, Logan Molyneux, Mark Coddington (University of Texas e Austin) e Avery Holton (University of Utah) hanno guardato al modo in cui Twitter è stato utilizzato dai giornalisti e dai commentatori politici Usa e a che livello l’uso del social network ha toccato la loro trasparenza, l’obiettività, oltre al ruolo di selezionatori di notizie in un ecosistema dove gli aspetti tecnologici di Twitter possono disgregare i ruoli tradizionali di gatekeeping. Da questo punto di vista, l’analisi del comportamento in fatto di link e retweet, riportata nello studio, ha mostrato che la conversazione politica su Twitter si tiene per lo più tra professionisti dell’informazione e raramente include voci che provengano dall’esterno di questo mondo.

In altre parole, secondo i risultati del paper pubblicato da Journalism Study, in occasione delle ultime elezioni negli Usa, Twitter avrebbe rafforzato i ruoli tradizionali di gatekeeping, piuttosto che l’apertura della conversazione verso l’esterno. Lo studio ha anche scoperto che i reporter usano molto raramente Twitter come strumento di ricerca di informazioni: solo l’1,7% del campione sarebbe infatti avvezzo a questa pratica. I ricercatori hanno però anche trovato una qualche indicazione, nel 14,7% del loro campione, secondo la quale i giornalisti userebbero il social media dei cinguettii per parlare del proprio lavoro, inserendo riferimenti alla loro routine di redazione, contribuendo, in un qualche modo, a rafforzare la loro trasparenza. I giornalisti hanno utilizzato molto poco Twitter per fare fact-checking (solo l’1,5% del campione) e, allo stesso tempo, per quanto fosse piuttosto raro vedere da parte loro l’inclusione di riferimenti espliciti alla loro identità politica e credo partitico, ben il 29,1% del campione conteneva opinioni personali.

Per svolgere la loro analisi, i ricercatori hanno studiato il contenuto di tweet individuali per scoprire se i giornalisti parlano del loro lavoro, se inseriscono riferimenti alle strategie dei candidati, alle loro caratteristiche personali e, in genere, alla competizione elettorale, per analizzare l’obiettività delle attività Twitter dei reporter. Oltre a questi elementi, anche le menzioni dirette ai punti di vista personali dei reporter, le espressioni esplicite di opinioni e il fact-checking sono stati utilizzati come misura della violazione della nozione tradizionale di obiettività.

Per rispondere alla domanda di ricerca, i ricercatori hanno condotto un’analisi di contenuto quantitativa di tweet provenienti da oltre 400 reporter e commentatori politici durante le convention del Partito democratico e di quello repubblicano nel 2012. Il campione ha incluso i reporter dalle campagne elettorali di importanti organi di stampa americani come il Los Angeles Times, il New York Times, la Abc, BuzzFeed, l’Huffington Post, la Npr e l’Associated Press, oltre a 76 altri giornalisti impiegati presso testate più piccole in stati chiave per l’esito delle edizioni.

Oltre ai risultati sopracitati, lo studio ha anche osservato due dei maggiori pilastri del coverage tradizionale delle elezioni negli Usa e i loro riscontri su Twitter: il reporting sulle strategie politiche durante le campagne elettorali e la “corsa” ai sondaggi e agli exit poll per decidere quale candidato sia destinato alla vittoria e quale alla sconfitta. Come sono stati trattati questi due “classici” del giornalismo politico sul social media? I ricercatori hanno osservato che questi due aspetti della campagna elettorale non sono stati molto coperti in forma di tweet. In particolare, solo nel 4,8% dei tweet complessivi, l’argomento della strategia di voto veniva toccato, mentre addirittura solo il 2,3% aveva a che vedere con i dati di preferenza e le previsioni sui risultati. Ad ogni modo, gli autori fanno notare che alcune debolezze nella loro metodologia potrebbero aver reso difficili da riscontrare alcune “cornici di significato” strategiche, peculiari per Twitter.

Regina G. Lawrence, Logan Molyneux, Mark Coddington, and Avery Holton (2013) Tweeting Conventions: Political journalists’ use of Twitter to cover the 2012 presidential campaign. Journalism Studies

Articolo tradotto dall’originale inglese “A friendly chat? Journalists and Twitter in US Elections”

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