“Il segreto è esserci sempre per primi”

5 Luglio 2011 • Digitale • by

65.000 visite giornaliere, 4 milioni e mezzo di pagine viste, otre tre minuti di permanenza sul sito. Sono i dati di Giornalettismo, uno dei quotidiani online in Italia che sta facendo bene e dimostrando che fare informazione sul web, anche per piccole realtà editoriali, non solo è possibile ma anche sostenibile.

Come e con quali accorgimenti lo abbiamo chiesto ad Alessandro D’Amato, direttore della testata.

Un primo bilancio di Giornalettismo: come è andata fin’ora?

“Siamo online da più di tre anni. L’obiettivo primario era quello di lavorare con un sito che – rispetto agli altri giornali online – si trovasse più sui livelli di approfondimento  ma è stato modificato strada facendo perchè solo quel tipo di giornale non ci consentiva di sopravvivere”.

Per quale motivo?

“Mancanza di risorse. Poi non c’è una adeguata concezione dell’approfondimento sia dal punto di vista professionale  sia dal punto di vista del lettore che spesso ha gravi difficoltà nel comprendere quello che legge oppure ha la tendenza a leggere soltanto ciò che conferma le sue opinioni e ad attaccare duramente quello che invece le mette in discussione. Dal punto di vista professionale è anche difficile capire che cosa è una notizia. Insieme alla parte dell’approfondimento abbiamo dovuto sviluppare una parte live online per seguire le notizie del giorno”.

Cosa significa in concreto “parte live”?

“Iniziamo con una rassegna stampa dei pezzi migliori oppure peggiori, le curiosità, poi lavoriamo su quello che esce durante il giorno: abbiamo due o tre persone che monitorano costantemente i media stranieri alla ricerca di notizie”.

E le agenzie?

“Lavoriamo anche con le agenzie che hanno un’altissima professionalità e spesso sono sufficienti. Poi naturalmente abbiamo i nostril contatti personali che sono determinanti e tiriamo fuori il meglio possibile della giornata”.

Come vanno le visite del sito?

“65.000 visite giornaliere, 4 milioni e mezzo di pagine viste, e sono dati sempre in crescita. In particolare tra aprile e maggio abbiamo avuto una crescita interessante al di sopra del 25%.  Maggio addirittura è stato il mese migliore da quando siamo online (merito dei referendum, forse è stata quell’ubriacatura di politica tra elezioni e ballotaggi)”.

Quali sono i tempi di permanenza?

“I tempi di permanenza sono tra tre i minuti e trenta- quaranta secondi. La pagina più visitata è quasi sempre la homepage”.

Di che cosa vive Giornalettismo?

“Interamente della pubblicità è lei che tiene in piedi la struttura. Invidio quelli che hanno l’investitore che gli porta due milioni di euro per poi magari fare 5000 visite al giorno”.

Come si svolge il lavoro, interamente in redazione?

“Metà delle persone lavorano sul campo, l’altra metà in redazione.  In generale sul sito lavoriamo in nove fissi, non tutti di questi però sono giornalisti. Chi non aveva una formazione è stato scelto per il fatto che aveva talento e comunque la formazione ha avuto modo di farsela sul campo”.

Avete collaboratori esterni?

“Si diversi anche a titolo gratuito, persone che si sono aggregate e  collaborano dall’inizio. Per settembre stiamo progettando una riorganizzazione con l’idea di migliorare il livello di approfondimento. Significa che lavoreremo in più persone contemporaneamente:  oggi siamo in due, cercheremo di arrivare a tre”.

Perchè un lettore dovrebbe leggere Giornalettismo?

“Ci sono tantissime realtà online in Italia, ognuna con la sua peculiarità, hanno tutte la possibilità di fare un prodotto ottimo”.

Quale è la vostra peculiarità?

“La tempestività, esserci sempre per primi”.

È poi come vi rendete visibili?

“A dire la verità rendersi troppo visibili sta diventando penalizzante perchè ci sono una marea di siti e sitarelli che ricopiano quello che facciamo e poi finiscono prima di noi su google. Finchè le leggi lo permetteranno dobbiamo imparare a fare meglio”.

I social media sono importanti anche per voi?

“Noi abbiamo iniziato a usare i social media in maniera intensiva un paio di anni fa e abbiamo sbagliato perchè non vanno utilizzati in maniera eccessiva. Non bisogna insistere troppo, specialmente all’inizio non conviene apparire come il marchese Grillo della situazione”.

Allora quale è la vostra strategia?

“Propagandare poco il marchio e molto il contenuto pensando che con il contenuto promuovi automaticamente il marchio mentre in generale mi sembra che la filosofia sia più il contrario”.

Quanto contano i titoli per essere trovati?

“Il titolo è il problema. Noi a volte rinunciamo a fare degli articoli perchè non troviamo un titolo buono. Il titolo in internet penso che conterà sempre di più e penso che tra qualche anno le redazioni lavoreranno sui titoli e non sugli articoli. Sicuramente utilizziamo le due differenze, titolo informativo e titolo concettuale come insegnano nelle normali scuole di giornalismo.  Noi cerchiamo di lavorare più sul concettuale per gli editoriali e quello informativo per le parti di cronaca. E cerchiamo di trovare dei titoli seo per google esattamente come fa l’Huffington Post. L’ideale sarebbe utilizzare un titolo seo per google e un titolo concettuale per la testata”.

Per la selezione delle notizie avete un criterio?

“Siamo partiti pensando a tre aperture giornaliere sulla stessa notizia: alle 9.00, alle 13.00 e alle 17.00 . Oggi che lavoriamo live ci rendiamo conto che il concetto dell’apertura del giorno è sbagliato perchè ci sono tante fonti, tanti bei giornali, perchè il lettore dovrebbe leggersi l’apertura di Berlusconi su Giornalettismo piuttosto che su Repubblica e Corriere che la fanno meglio di Giornalettismo?  Allora è meglio utilizzare una tecnica che ci permette di fare più aperture. A volte tanto vale mettere una cosa che hai solo tu e più giusto così.

Piano piano si arriverà alla filosofia secondo la quale si metterà tutto in apetura, ovvero la prima notizia in alto e le altre a scendere un pò come funziona nei blog. Però ci vorrà del tempo. Perchè giustamente il giornalista ha l’ambizione di essere il gatekeeper ed è giusto che sia lui a decidere quale sia la notizia più importante della giornata”.

Le difficoltà maggiori che avete incontrato?

“Difficoltà tecnologiche, è difficile trovare webmaster competenti, è difficile trovare società di hosting che affittano seriamente e ti assistono. C’è una generale poca serietà degli investitori pubblicitari che tendono a pagare quando vogliono loro (soprattutto gli italiani) e non quando c’è scritto nel contratto”.

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