Oregon: i media Usa e l’estremismo bianco

27 Gennaio 2016 • Brevi, Etica e Qualità • by

Tony Webster / Flickr CC

Una prima pagina di Usa Today dedicata alla militia che ha occupato un palazzo governativo nell’Oregon (Tony Webster / Flickr CC)

Con l’obiettivo di liberare la popolazione dal controllo del governo, un gruppo di uomini armati ha occupato qualche settimana fa un palazzo governativo a Burns, nell’Oregon, barricandocisi dentro e minacciando le autorità federali. Nella giornata di ieri l’Fbi ha compiuto degli arresti e una persona è rimasta uccisa. Patrioti o terroristi? Nell’attuale clima politico negli Usa, fatto di un misto volubile di tensione razziale, demagogia anti-immigrazione ed esagerazioni da campagna presidenziale, questi problemi hanno sollevato alcune controversie nelle ultime settimane. E, allo stesso tempo, si sono sollevate accuse verso i media, i quali, secondo alcuni, avrebbero sottovalutato e sminuito la minaccia dell’estremismo bianco e di destra. L’occupazione di Burns ha sollevato domande su come i media americani abbiano trattato questi eventi sin dal loro inizio.

I media accusati di ipocrisia

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Il tweet dell’attivista di Black Lives Matter DeRay Mckesson

I primi report giornalistici sui fatti, pubblicati il 2 gennaio, parlavano di un “building takeover” (Associated Press), mentre gli occupanti sono stati descritti come “un gruppo armato antigovernativo” (New York Times) e come “manifestanti armati” (Fox News). Molto presto, i social media hanno iniziato a sottolineare la rabbia di molti utenti nei confronti dell’ipocrisia delle testate giornalistiche. Molti, ad esempio, hanno sostenuto come per i media il comportamento aggressivo dei bianchi sarebbe accettabile, mentre quello delle persone di colore contro le violenze della polizia, al contrario, sarebbe motivo di scandalo nella maggior parte dei casi.

Come riportava un commento apparso su Ebony, “l’ironia vistosa e ovvia del sistema giudiziario viene in superficie quando gli uomini bianchi sembrano essere soggetti a leggi diversi da quelli di colore. Le azioni della milizia in Oregon sono un’evidenza chiara di questo. Nessun uomo di colore, che non fosse un suicida, si sognerebbe mai di occupare un palazzo del governo federale e di far partire un conflitto a fuoco con le autorità”.

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Un tweet della giornalista della Cnn Sally Kohn, risalente al 2014

I media ignorano il “terrorista bianco”?
Anche se alcuni esperti, come l’analista di sicurezza nazionale della Cnn, hanno definito l’occupazione in Oregon come “terrorismo”, i media statunitensi sono stati accusati anche di aver ignorato l’esistenza di un “terrorismo bianco”. Abed Ayoud, legal and policy director dell’American-Arab Anti-Discrimination Committee di Washington si è detto di recente “sorpreso” e “deluso” dallo scarso utilizzo del termine “terrore” in relazione alla serie di attacchi perpetuati di recente da americani bianchi, come l’assassinio, motivato da ragioni razziali, di nove persone in una chiesa di Charleston per mao di Dylann Roof. “Le parole ‘terrorismo’ e ‘terrorista’ vengono usate solo quando il responsabile di un attacco è un arabo o un mussulmano”, ha dichiarato Ayoud.

“Quando invece è il caso di un americano bianco allora la terminologia utilizzata cambia”, ha spiegato ancora Ayoud, “in questo caso leggeremo di problemi psichiatrici o di altre questioni o diverse descrizioni del loro stato di salute mentale”.

Il dibattito sulla razza nella società americana
Il modo in cui i media reagiscono a situazioni come quella accaduta in Oregon ha implicazioni che vanno oltre il singolo caso isolato, dato che di recente la tematica razziale ha ottenuto i titoli dei giornali in occasione delle proteste del movimento Black Lives Matter, per il boicottaggio degli Oscar e per la mancata fornitura di acqua nella città di Flint (Michigan) – a maggioranza nera -, scaldando e non di poco il dibattito pubblico.

Comunque, le proteste contro la violenza della polizia e la situazione in Oregon sono situazioni diverse, ha detto Kelly McBride, studioso di etica dei media e Vice President for Academic Programs al Poynter Institute: “tutti hanno continuato a sostenere che se un gruppo di persone di colore avesse occupato un palazzo federale a Baltimora saremo andati nel panico. E probabilmente sarebbe davvero successo. Quella sarebbe una cosa completamente diversa, come lo sarebbe un’eventuale occupazione a Baltimora realizzata da bianchi”.

Quindi chi sono i manifestanti armati dell’Oregon? Miliziani? Solo nelle loro auto-descrizioni. Le milizie armate giocano senza dubbio un ruolo in alcuni Stati occidentali degli Usa, ma in questo caso gli attivisti sono del Nevada e sostengono di parlare a nome della popolazione dell’Oregon orientale. Anche se la popolazione di Burns ha espresso scetticismo e a volte rabbia verso il governo federale, i cittadini sono stati uniti nel desiderio di vedere gli occupanti andarsene.

McBride sostiene anche che questo caso sia diverso anche rispetto ad altre manifestazioni violente, come quella di Ruby Ridge nell’Idaho nel 1992 perché il governo è stato attento a non far partire un’escalation. Le autorità hanno cercato di evitare ogni scontro e anche gli arresti sono avvenuti in un luogo lontano dal rifugio occupato. “Queste persone ponevano una minaccia limitata nei confronti di chiunque”, ha detto McBride, “sfidano le leggi federali e il governo deve ancora capire cosa è nella posizione di fare. Nel caso di Ruby Ridge il governo era invece sotto pressione ed è finito in uno scontro violento non necessario”.

Articolo tradotto dall’originale inglese

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