Prospettive future per il giornalismo di qualità

3 Ottobre 2003 • Etica e Qualità • by

Neue Zürcher Zeitung, 03.10.2003

Arthur O. Sulzberger a proposito della stampa nell’epoca di Internet
Nemmeno una parola sulla crisi dei quotidiani, e neanche sullo scandalo che nei mesi scorsi ha scosso il New York Times fino alle fondamenta a causa delle falsificazioni di Jayson Blair. Al congresso annuale degli editori tedeschi dello scorso settembre, Arthur O. Sulzberger ha centrato la sua relazione su tutt’altri temi. Ospite d’onore all’incontro berlinese, l’editore del più noto e stimato quotidiano americano, ha colto l’occasione per presentare le prospettive future del giornalismo di qualità e infondere ottimismo.

In un mondo di rapidi mutamenti tecnologici e distanze sempre più ridotte, Sulzberger vede grosse opportunità per l’industria editoriale. Soprattutto grazie a quella che lui chiama la Knowledge audience, la parte di lettorato più sofisticata e esigente: è questo il pubblico dei quotidiani di qualità. Un pubblico che andrà sempre più in cerca di fonti d’informazione attendibili e che, nell’epoca di Internet quando «tutto quello che si vuole sapere ma anche ciò che proprio non si vorrebbe conoscere» è disponibile in rete, avrà bisogno di guide fidate.

La casa editrice del New York Times è attualmente impegnata in un progetto di espansione prima a livello nazionale e poi globale – e contemporaneamente ha iniziato a considerare le proprie redazioni come piattaforme che dovranno essere presenti in tutti i media, quindi anche in radio, in televisione, sul mercato librario e in Internet. Se ancora negli anni Ottanta il New York Times era un giornale della costa occidentale, letto essenzialmente nell’area di New York, nell’ultimo decennio il quotidiano ha avviato una diffusione a livello nazionale. E ora, con la completa acquisizione dell’International Herald Tribune, si trova a disposizione una base operativa in Europa ed è alla ricerca di partner per rafforzare la propria presenza. Tutto questo mentre il sito web assicura una presenza a livello globale, comparendo sui motori di ricerca al primo posto rispetto alle altre case editrici. «Noi dobbiamo seguire i nostri clienti, ma, se possibile, dobbiamo anche precederli», ha detto Sulzberger in relazione al calo dei lettori dei quotidiani e al crescente uso del web soprattutto da parte dei giovani.

Le strategie editoriali del New York Times puntano ad uno sfruttamento consapevole delle non abbondanti risorse pubblicitarie della Rete: con l’obbligo di registrazione per tutti gli utenti web, la casa editrice raccoglie dati che permettono agli inserzionisti pubblicitari di raggiungere i target desiderati in modo relativamente preciso. Nel contempo, la vendita del New York Times nei Coffee-shop di Starbucks, società con la quale è stato stipulato un accordo di collaborazione, si sta affermando con buoni risultati quale nuova via di distribuzione del giornale in versione cartacea.

L’ultima questione, nel dibattito che è seguito la relazione, ha riguardato lo scandalo dei falsi, con il quale il reporter Jayson Blair ha scatenato un mezzo terremoto nel quotidiano, causando – com’è noto – il licenziamento di Blair e le dimissioni del direttore e del suo vice. Diventare oggetto in prima persona di notizie scandalistiche è stata «un’esperienza che lascia il segno» – ha detto Sulzberger.