Il cambiamento climatico è un problema globale e complesso che non si nota in maniera diretta all’improvviso, ma che, al contrario, si sviluppa lentamente e nel lungo periodo. La maggior parte delle persone viene a sapere del fenomeno attraverso i media, la fonte di informazione principale su questo tema. Ma in generale quanta attenzione rivolgono i media a questo problema? Un team di ricercatori delle Università di Amburgo e Zurigo si è posto questa domanda, indagando quanto spazio gli organi di informazione dedicano alle questioni relative al clima, in paragone ad altri temi. La copertura mediatica più o meno pronunciata di questo particolare tema ha infatti un impatto sulla percezione della gravità del problema da parte dell’opinione pubblica e di conseguenza influenza il grado di priorità assegnatogli dai politici.
Visto che i cambiamenti climatici riguardano il mondo intero, il progetto di ricerca ha analizzato i quotidiani di ben 27 paesi diversi. Tra questi sono stati selezionati in tutti i continenti sia paesi industrializzati che in via di sviluppo, paesi colpiti più o meno seriamente dalle conseguenze climatiche negative, paesi che hanno un diverso grado di capacità e responsabilità di azione e che sono più o meno dipendenti dal carbone. Lo studio dimostra che dal 1996 al 2010, gli anni in cui si è svolta la ricerca, in tutti i paesi analizzati, la rilevanza mediatica del cambiamento climatico è andata progressivamente aumentando. Nella maggioranza dei paesi, infatti, l’interesse dei media è cresciuto sensibilmente soprattutto nel biennio 2006/07, mantenendo un alto livello di visibilità fino alla fine del 2009. Mediamente, tra il 1997 e il 2009, lo 0,62% di tutti gli articoli pubblicati si occupava di questioni relative all’ambiente. Questa percentuale potrebbe dare all’inizio l’impressione di essere molto bassa, ma al contrario è una cifra ragguardevole. I giornali infatti devono coprire un spettro molto ampio di tematiche, tra cui i problemi sociali come la disoccupazione, un problema che i lettori vivono molto da vicino perché influenza la loro quotidianità. Inoltre altri studi dimostrano che temi come la ricerca sulle cellule staminali o sul genoma umano vengono trattati in percentuali ancora minori.
I diagrammi qui a destra mostrano chiaramente come l’interesse non si sia però sviluppato in maniera costante. Al contrario, si notano fluttuazioni di breve durata che raggiungono anche picchi notevoli. Per spiegare oscillazioni così marcate da parte dei media, i ricercatori hanno valutato l’influsso statistico di numerosi fattori:
– Fattori climatici e meteorologici nazionali e internazionali
– Fenomeni politici e sociali, oltre a sviluppi civili e scientifici
– Eventi culturali come la distribuzione e il successo del film di Al Gore “An Inconvinient Truth“
Per poter effettuare questo tipo di analisi sono necessari molti dati di insieme. Per questa analisi lo studio si è quindi limitato a tre paesi, Australia, Germania e India.
Un primo risultato interessante riguarda i fattori meteorologici e climatici che, complessivamente, giocano un ruolo marginale: sia in Australia che in India, infatti, né il progressivo innalzamento delle temperature, né gli eventi meteorologici eccezionali hanno prodotto un effetto significativo sulla copertura mediatica del cambiamento climatico. Solo in Germania un tipo di evento atmosferico eccezionale come quello rappresentato dalle alluvioni ha prodotto un notevole impatto sulle scelte editoriali dei giornali, forse a causa dello straripamento devastante del fiume Elba e dei suoi affluenti nell’estate del 2002. Neppure la pubblicazione di nuove scoperte scientifiche nelle riviste specializzate ha catalizzato l’attenzione dei media. Soltanto nella Repubblica Federale tedesca i risultati del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (Ipcc) sono stati riportati dalla stampa.
Al contrario, le attività politiche e le proteste delle organizzazioni ambientaliste sembrano produrre dei risultati. In tutti e tre i paesi analizzati, la Conferenza sui cambiamenti climatici dell’Onu ha catturato l’interesse dei media. Lo stesso si può dire per le attività delle associazioni ambientaliste come Greenpeace e Wwf. In Australia e in Germania si sono occupati del tema ‘ambiente’ persino i parlamenti nazionali.
In una seconda sezione dello studio, il gruppo di ricerca ha preso in esame tutti i 27 paesi per scoprire i motivi che stanno alla base di livelli di attenzione così differenti. Anche in questo caso è risultato evidente che gli aspetti politici sono molto importanti, mentre l’impatto dovuto agli effetti del cambiamento climatico gioca un ruolo marginale. Per prima cosa, nello studio, le diversi nazioni sono state analizzate rispetto alla loro responsabilità e influenza. Il trattato internazionale sul clima più significativo, il Protocollo di Kyoto, impone infatti limitazioni alle emissioni di gas serra solo ad alcune nazioni industrializzate. Lo studio dimostra che le nazioni che hanno sottoscritto l’accordo sono quelle dove la copertura mediatica sul cambiamento climatico è stata più intensa. L’importanza che la politica di un paese riserva a questo tema sembra infatti essere in rapporto diretto con la rilevanza data dai media al problema dell’ambiente. In seguito il team di ricercatori ha analizzato i paesi industrializzati rispetto alla loro dipendenza energetica dal carbone.
I risultati dimostrano che l’attenzione dei media per il clima è più elevata nei paesi in cui l’economia è ancora dipendente principalmente da fonti di energia fossile, come il petrolio o il carbone. Qui, gli osservatori hanno infatti notato uno sforzo maggiore per attuare un cambiamento di stile di vita e di struttura economica. L’esempio migliore a sostegno di questa tesi viene dall’Australia. In questo paese si discute molto intensamente se e come le emissioni di anidride carbonica debbano essere ridotte. I conservatori, i sostenitori del libero mercato e le personalità di spicco dell’economia australiana sono contrari all’introduzione di una limitazione di emissioni di CO2, mentre le associazioni ambientaliste e i politici schierati più a sinistra vorrebbero introdurre un’ ambiziosa politica a difesa del clima. Queste divergenze di opinioni si riflettono anche sugli organi di stampa. Dallo studio emerge chiaramente come l’Australia sia il paese in cui i media si occupano maggiormente di questa tematica. La Germania al contrario, sebbene sia un paese industrializzato, dipende molto meno dall’ energia fossile e conseguentemente i media si occupano molto meno del cambiamento climatico.
Per concludere i ricercatori hanno usato come metro di paragone l’impatto che il cambiamento climatico esercita sui singoli paesi, giungendo a risultati contraddittori. All’interno del gruppo dei paesi emergenti e in via di sviluppo si nota in qualche misura lo stesso parallelismo tra gli effetti avvertiti e l’attenzione dei media, al contrario non si può dire lo stesso per i paesi industrializzati. In generale i risultati avvalorano la tesi che la copertura mediatica sui cambiamenti climatici viene stimolata soprattutto dall’attività politica e dalle iniziative, in misura minore dai fattori climatici e metereologici o dalle accresciute conoscenze scientifiche sul clima.
Ulteriori approfondimenti:
Schäfer, Mike S.; Ana Ivanova & Andreas Schmidt (2013): What Drives Media Attention for Climate Change? Explaining Issue Attention in Australian, German and Indian Print Media from 1996 to 2010. In: International Communication Gazette, Online First.
Schmidt, Andreas; Ana Ivanova & Mike S. Schäfer (2013): Media Attention for Climate Change around the World: A Comparative Analysis of Newspaper Coverage in 27 Countries. In: Global Environmental Change 23/5, pp. 1233–1248.
Schäfer, Mike S.; Ana Ivanova & Andreas Schmidt (2012): Issue-Attention: Mediale Aufmerksamkeit für den Klimawandel in 26 Ländern. In: Irene Neverla & Mike S. Schäfer (a cura di): Das Medien-Klima. Fragen und Befunde der kommunikationswissenschaftlichen Klimaforschung. Wiesbaden: Springer VS, pp. 121–142.
Photo credits: UN Photo/Mark Garten
Articolo tradotto dall’originale tedesco da Alessandra Filippi
Tags:Al Gore, analisi dei dati, cambiamento climatico, clima, coverage, Greenpeace, mutamento climatico, Nucleare, ricerca sui media, risultati di ricerca, Wwf