Il citizen journalism, secondo i giornalisti

18 Febbraio 2014 • Cultura Professionale, Ricerca sui media • by

La frase “siamo tutti giornalisti” potrebbe suonare quasi come un’ovvietà, in una fase dell’evoluzione dei media in cui il citizen journalism è ampiamente accettato e considerato come una parte integrante del sistema dell’informazione. Nonostante il confine tra chi fa giornalismo a livello professionale chi no si stia facendo sempre più sfumato, una domanda fondamentale rimane aperta: chi deve essere considerato un “vero” giornalista?

Henrik Örnebring, docente presso la svedese Karlstad University, ha condotto, mentre lavorava presso l’Università di Oxford, uno studio comparativo basato su una serie di interviste in profondità con giornalisti professionisti, il cui scopo era quello di andare ad analizzare le loro risposte alla domanda “cosa vi differenzia dai citizen journalist?” per scovare come i giornalisti vedono loro stessi e la loro posizione lavorativa in relazione alle attività di reporter non-professionisti equipaggiati di smartphone e connessioni mobile. I risultati sono di diverso tenore. Da un lato, i giornalisti interpellati hanno utilizzato argomentazioni tradizionali per proteggere la loro autorità, ma dall’altro è emerso come i cambiamenti tecnologici ed economici sempre più repentini costringano i professionisti a ripensare alla base le proprie idee di individualità e indipendenza giornalistica.

Nel corso della ricerca sono stati intervistati giornalisti in 6 diversi paesi: Germania, Estonia, Italia, Polonia, Svezia e Regno Unito e del campione complessivo hanno fatto parte 63 giornalisti a diversi livelli della loro carriera e occupati presso piattaforme diverse – digitali, carta e broadcast -, anche se è bene notare come in molti casi la divisione per tipo di media sia venuta meno e, nel caso dell’Italia, la quota di giornalisti a inizio carriera era più bassa che negli altri paesi.

Le risposte dei partecipanti alla ricerca delineano tre diversi elementi fondativi della professione giornalistica: esperienza, doveri e autonomia. All’esperienza fanno capo le competenze e l’expertise che i giornalisti devono avere per vedersi riconosciuta la loro autorità di professionisti. I doveri, invece, si riferiscono all’idea che il giornalismo sia una professione con un altro tasso di responsabilità sociale, mentre all’autonomia sono stati riferiti concetti come l’autoregolamentazione del giornalismo e la libertà professionale dallo stato e dal mercato. Inoltre, agli intervistati è stato chiesto di spiegare cosa sia, a loro dire, a rendere la loro professione diversa rispetto a quanto fatto dai citizen journalist.

I risultati variano da nazione a nazione. I professionisti in Italia, Polonia ed Estonia, ad esempio, hanno espresso complessivamente opinioni negative nei confronti dei non-professionisti, mentre pochi colleghi tedeschi, svedesi e del Regno Unito hanno invece offerto nei confronti dei citizen journalist giudizi positivi “in assoluto”.  Alcuni risultati erano prevedibili e in linea con i risultati di ricerche precedenti: l’expertise, ad esempio, è stato un marcatore evidente delle differenze tra professionisti e non. L’abilità di filtrare informazioni alla luce del cosiddetto “giudizio editoriale” è stato citato dagli intervistati come una nozione specifica del professionismo. In altre parole, ci si riferisce qui alla capacità di decidere a nome della propria audience cosa sia da considerarsi “informazione di valore” e cosa, invece, no. La riposta data da un giornalista britannico, da questo punto di vista, è emblematica: “il blogging e i citizen journalist sono tutte cose positive ma senza la robustezza di un approccio editoriale e di una selezione editoriale accurata, temo che non possa funzionare”.

Allo stesso modo, l’idea dei doveri connessi alla professione giornalistica è considerata come un fattore importante nel definire l’autorità giornalistica. I partecipanti allo studio hanno infatti ritenuto che i loro duty come giornalisti coincidano con il seguire i codici etici e i principi professionali – soprattutto nella pratica della verifica – piuttosto che a idee più astratte di responsabilità sociale. A questo proposito, un reporter tedesco a metà carriera ha dichiarato, parlando del dovere dei giornalisti di fornire informazioni accurate, che “come giornalista, sai chi ha detto una particolare cosa, quando, perché e in che modo. Questo è quello che impari mentre studi e si tratta di uno studio impegnativo. Un citizen journalist non ha alle spalle questo genere di formazione”.

Un risultato più sorprendente ha invece a che vedere con l’autonomia. Tradizionalmente, l’indipendenza giornalistica è sempre stata inclusa profondamente nella libertà relativa di cui i giornalisti godono nei confronti delle limitazioni istituzionali delle organizzazioni per cui lavorano. Si tratta di uno dei motivi per i quali il giornalismo non è mai diventato una professione canonizzata come la legge o la medicina: l’openess professionale è sempre stata considerata al contrario come un valore di questo mestiere, connesso fortemente alla libertà di espressione. Oggi, i cambiamenti tecnologici ed economici all’interno dell’industria dei media hanno reso la natura collettiva del processo di creazione della notizia infinitamente più visibile.

L’autorità dei professionisti dei media proviene dalla collaborazione con i colleghi e il coinvolgimento nel lavoro editoriale. Il riconoscimento di questa collettività diventa un motivo di “chiusura occupazionale” e consente ai giornalisti professionisti di dichiarare la loro legittimità di fronte ai citizen journalist. In questo senso, i non-professionisti “non sono soggetti al medesimo controllo qualità editoriale di chi fa giornalismo per professione”, per il semplice fatto di non fare parte di un’organizzazione mediatica e di conseguenza del processo collettivo di creazione della notizia. Ed è solo con la loro assimilazione in un’istituzione professionale che diventano giornalisti “veri”.

Articolo tradotto dall’originale inglese, “Citizen Journalists and the Real Deal”

Photo credit: James Williamor / Flickr Cc

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