Nel 2015, il giornalismo sarà sempre più plasmato dalla tecnologia.
Con la realtà virtuale e aumentata, i lettori potranno presto indossare le notizie, o percepirle grazie a strumenti indossabili; storie molto semplici potrebbero essere scritte da robot/software o curate dagli algoritmi e la sicurezza digitale si farà sempre più sofisticata, al fine di proteggere al meglio le fonti dei giornalisti, mentre il concetto di “possesso dei contenuti” è destinato a indebolirsi ancora grazie all’espansione del cloud computing.
Ma non sarà solo la tecnologia a spingere le prossime modifiche del giornalismo. Lo scorso anno, anche la politica e l’economia hanno giocato un ruolo di primo piano nell’influenzare il mercato delle news. Il 2014 è stato infatti l’anno in cui molti giornalisti sono diventati attivisti, come è stato soprattutto nel caso dell’Ucraina.
Le aziende mediatiche maggiori sono invece state forzate a cambiare o adattarsi ai trend digitali come le newsroom integrate, il digital first e il trasferire la propria produzione dalla carta al digitale. In molti contesti, soprattutto nell’Europa dell’Est, gli introiti da pubblicità sono però diminuiti a causa delle condizioni economiche generali e, infine, il 2014 è stato anche un anno di grandi rischi per i giornalisti: Reporters Without Borders ha registrato gli omicidi di 66 reporter negli ultimi dodici mesi e i rapimenti di altri 119. Con un tasso di crescita del 35% rispetto all’anno precedente.
Per festeggiare il nuovo anno, l’Osservatorio europeo di giornalismo (Ejo) ha chiesto ai suoi partner in tutta Europa di raccogliere gli highlight del 2014 nel giornalismo e qualche previsione per il 2015 appena iniziato.
Crescono investimenti e data journalism in Polonia
Per Michal Kus, editor dell’Ejo polacco e assistant professor al Department of Communication and Journalism della University of Wroclaw, il 2014 è stato l’anno che, in Polonia, ha portato allo sviluppo del data journalism e al consolidamento del mercato online. Per Kus, il 2015 farà registrare ulteriori progressi in questo senso, dato che la pubblicità sta attirando anche nuovi investimenti nel settore. Importanti player internazionali (come Mtg Group, Netflix e Amazon) potrebbero presto investire nel mercato polacco, acquistando alcune testate messe in vendita dai propri gruppi di riferimento, fa sapere Kus.
Le ripercussioni della crisi ucraina
Dariya Orlova, editor dell’Ejo ucraino e docente presso la Mohyla School of Journalism di Kiev, ritiene invece che l’aspetto più interessante del 2014 per il giornalismo del suo paese sia stato il crescente attivismo dei giornalisti ucraini, foraggiato dalla crescente peso dei media digitali e dei social media come strumenti di libertà di espressione in Ucraina. Orlova rimane comunque scettica per il giornalismo del suo paese: “l’economia è in declino, la nostra moneta ha perso molto del suo valore e il mercato della pubblicità si è ristretto immensamente. Tutto questo crea molte sfide economiche per i media indipendenti”.
La fellow dell’Ejo presso la Freie Universität di Berlino, Rachel Stern, ha invece ricordato il Diritto all’oblio come una delle questioni chiave del 2014 e ne ha sottolineato le questioni relative al rischio censura che ancora persistono. La sua previsione per il 2015, invece, ha a che vedere con i paywall: la giornalista si aspetta che altre testate, specialmente su un piano regionale, cercheranno di far pagare i propri lettori per i contenuti online, con la speranza di monetizzare.
Cresce il servizio pubblico in Lettonia
Per Liga Ozolina, editor dell’Ejo lettone e dottoranda presso il Communication Management Program della Turiba School of Business Administration di Riga, invece, l’evento che più ha caratterizzato il 2014 è stato senza dubbio la crisi russo-ucraina e il suo impatto sui media lettoni: “il conflitto ha mostrato l’avanzata della propaganda di Mosca tra i media lettoni di lingua russa”, ha dichiarato la ricercatrice, “specialmente nella regione della Letgallia, dove i media di lingua russa sono più diffusi di quelli in lingua lettone”.
Inoltre, continua Ozolina, “questo è stato anche l’anno che ha segnato la crescita dei broadcaster pubblici lettoni, Latvian Television, Latvian Radio e le loro propaggini Web: nuovi staff, nuovi format e marketing più efficace, oltre a un uso migliore dei media digitali e un palinsesto rafforzato per le persone di lingua russa”. Nel 2015, Ozolina si aspetta quindi che il servizio pubblico lettone continui a rafforzare la sua offerta anche per i lettoni di lingua russa: “fino a qui, quanto offerto dalle aziende private ha avuto una content strategy che si fa davvero fatica a chiamare giornalismo e che è stata a tutti gli effetti una mera estensione dei grandi gruppi russi”.
Ozolina ha anche sottolineato il nuovo portale meduza.io, lanciato in Lettonia da Galina Timchenko, già direttrice del russo lenta.ru licenziata in patria per aver intervistato un nazionalista ucraino di estrema destra. Il nuovo portale vuole produrre notizie indipendenti per la Russia e altrove.
Proteggere le fonti e i whistleblower
Philip Di Salvo, editor dell’Ejo italiano e dottorando presso l’Università della Svizzera italiana, crede invece che ci sia stata una “learning curve” dopo il caso Snowden per la quale anche la consapevolezza dell’importanza della crittografia e della sicurezza digitale per i giornalisti sarà uno dei trend maggiori nel 2015. Secondo il ricercatore, molte più testate adotteranno GlobaLeaks o SecureDrop per creare piattaforme di whistleblowing digitale per sollecitare leak da parte di whistleblower e meglio proteggerli. “Allo stesso tempo”, ha continuato Di Salvo, “servono migliori legislazioni Foia e leggi per la protezione dei whistleblower. Spero che l’Italia riesca ad adottare entrambe le cose nel 2015“.
Nel Regno Unito, invece, parlando al Reuters Institute for the Study of Journalism di Oxford lo scorso novembre, Emily Bell ha sottolineato la relazione non semplice tra il giornalismo e la tecnologia: Bell ha messo in guardia i giornalisti sulla possibilità di perdere il controllo della “sfera pubblica” in favore della Silicon Valley. La sua previsione è piuttosto oscura per i media cartacei, ma per la ricercatrice i giornalisti possono ancora riguadagnare terreno se si decidono a trattare della tecnologia con la stessa verve che usano per la politica.
E il mercato svizzero?
In Svizzera, dopo anni di stallo, gli editori e l’emittente di servizio pubblico Srg si sono finalmente accorti nel corso del 2014 di avere un interesse comune nel difendere il giornalismo di qualità dai giganti del Web come Apple, Google e Facebook, ha dichiarato Stephan Russ-Mohl, Direttore dell’Ejo. Inoltre, l’advisory board del governo svizzero (Medienkommission, ndr) ha fornito alcuni suggerimenti notevoli per le policy future nel paese.
Russ-Mohl, docente di giornalismo e media management all’Università della Svizzera italiana di Lugano, ha espresso un desiderio per il 2015, più che una previsione: “spero che il vertice del board della Neue Zürcher Zeitung (uno dei maggiori quotidiani svizzeri, ndr), Etienne Jornod, che ha imposto come direttore del giornale Markus Somm, un amico stretto del leader politico populista Christoph Blocher, si dimetta e che Markus Spillmann, il precedente direttore licenziato all’improvviso e senza alcuna motivazione convincente, possa tornare al suo posto”, ha dichiarato Russ-Mohl.
Nel 2014, l’Ejo ha anche festeggiato il suo decimo compleanno. Il network dell’Ejo ha continuato a crescere, grazie ai generosi contributi della Fondazione per il Corriere del Ticino, la Pressestiftung NRZ, la Robert Bosch Foundation e il Fondo nazionale svizzero per la ricerca.
Photo credits: Sergey Galyonkin / Flick CC
Articolo tradotto dall’originale inglese
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