Corriere del Ticino, 24.12.2008
Die Zeit ha deciso di interessarsi alla Svizzera e non occasionalmente, ma con una nuova iniziativa editoriale: due pagine settimanali dedicate alla Confederazione. Il titolo del primo numero è promettente: Imparare dalla Svizzera.
L’iniziativa è nuova fino ad un certo punto perché ripete una formula avviata tre anni fa con due pagine dedicate all’ Austria che fino ad ora hanno ottenuto una buona risonanza e permesso di aumentare le vendite. Senza dimenticare che anche altri giornali in passato hanno avuto la stessa idea. Ricordiamo il magazine tedesco Der Spiegel che vanta la più alta tiratura in Europa e il quotidiano italiano Il Giornale.
Il primo con la sua edizione speciale di 52 pagine nel giugno del 2007 non ha avuto particolare successo mentre è andata meglio al quotidiano fondato da Montanelli che, a partire dalla fine degli anni novanta per circa cinque anni, usciva sette giorni su sette con una pagina dedicata al Canton Ticino. «A volte» – ricorda Libero d’ Agostino, a suo tempo curatore della pagina con la supervisione di Marcello Foa – «nel periodo d’oro uscivamo persino su due pagine 8217edizione della domenica poi era dedicata alla finanza svizzera e ticinese». E ricorda che persino il Corriere della Sera e La Repubblica tentarono un esperimento analogo ma rinunciarono – tra l’altro – per la mancanza di redattori locali.
Sorge spontanea una curiosità: cosa spinge i grandi giornali d’oltre confine ad occuparsi della Svizzera?
Secondo Giovanni di Lorenzo – direttore della Die Zeit, Svizzera e Germania sono unite da un certo retaggio culturale e linguistico che permette ad un giornale di sollevare, trattare e discutere temi d’interesse comune per i lettori di entrambi i paesi. Inoltre la Svizzera grazie alla sua varietà linguistica, il sistema politico e finanziario, la particolare posizione geografica e la sua indipendenza dalla UE costituisce un caso unico e particolare rispetto al resto d’ Europa. È una gioia – così di Lorenzo sul suo giornale a commento del nuovo progetto – poter in futuro intervenire con due intere pagine dedicate esclusivamente al paese elvetico e alla sua speciale situazione.
Rainer Esser, direttore amministrativo del settimanale, in una intervista al giornale online Persoenlich. com, aggiunge che la chiusura del magazine Facts e l’orientamento politico a destra della Weltwoche hanno creato uno spazio interessante per la collocazione di un giornale liberale come lo è Die Zeit, che ritiene di poter arrivare in poco tempo a vendere 10.000 copie.
A scrivere della Svizzera, a seguirne fatti e notizie da vicino è Peer Teuwsen, ex giornalista per le pagine culturali della Weltwoche che risiede in Svizzera da 20 anni. In una intervista alla DRS2 ha affermato che per un giornalista come lui poter scrivere della Confederazione in un momento di cambiamento e di crisi del mondo finanziario e bancario come quello attuale è molto emozionante.
Dunque non si può che dare il benvenuto ad una iniziativa giornalistica che mira ad unire le culture di due paesi confinanti proponendosi di spiegare la Svizzera ai tedeschi e al contempo di raccontarla agli stessi svizzeri.
Manca un tassello però. Come accadde per Il Giornale l’esperimento funziona solo nel momento in cui una maggiore vendita è accompagnata dall’interesse del mercato pubblicitario e inserzionistico che in Svizzera si sa è potenzialmente molto ricco e interessante. L’avventura de Il Giornale in Italia è durata cinque anni proprio perché alla fine il mercato pubblicitario si è affievolito. E in questo momento si deve anche tenere conto della grave crisi finanziaria che attanaglia l’ Europa senza risparmiare la Confederazione elvetica. Secondo le stime la recessione avrà presto ripercussioni serie su tutta l’editoria che già non versa in buone acque.
Ma un’avventura non è un’avventura senza qualche rischio. E per un giornale di qualità e di approfondimento come Die Zeit, così come per i suoi lettori, l’esperienza merita di essere vissuta.