“Die Zeit” sbarca in Svizzera

31 Dicembre 2008 • Editoria, Giornalismo sui Media • by

Corriere del Ticino, 24.12.2008
Die Zeit ha deciso di interessarsi alla Svizze­ra e non occasionalmente, ma con una nuo­va iniziativa editoriale: due pagine settima­nali dedicate alla Confederazione. Il titolo del pri­mo numero è promettente: Imparare dalla Svizze­ra.

L’iniziativa è nuova fino ad un certo punto per­ché ripete una formula avviata tre anni fa con due pagine dedicate all’ Austria che fino ad ora hanno ottenuto una buona risonanza e permesso di au­mentare le vendite. Senza dimenticare che anche altri giornali in passato hanno avuto la stessa idea. Ricordiamo il magazine tedesco Der Spiegel che vanta la più alta tiratura in Europa e il quotidiano italiano Il Giornale.
Il primo con la sua edizione speciale di 52 pagine nel giugno del 2007 non ha avuto particolare successo mentre è andata meglio al quotidiano fondato da Montanelli che, a parti­re dalla fine degli anni novanta per circa cinque anni, usciva sette giorni su sette con una pagina de­dicata al Canton Ticino. «A volte» – ricorda Libero d’ Agostino, a suo tempo curatore della pagina con la supervisione di Marcello Foa – «nel periodo d’oro uscivamo persino su due pagine 8217edizione della domenica poi era dedicata alla finanza svizzera e ticinese». E ricorda che persino il Corriere della Se­ra e La Repubblica tentarono un esperimento ana­logo ma rinunciarono – tra l’altro – per la mancan­za di redattori locali.
Sorge spontanea una curiosità: cosa spinge i gran­di giornali d’oltre confine ad occuparsi della Sviz­zera?
Secondo Giovanni di Lorenzo – direttore della Die Zeit, Svizzera e Germania sono unite da un certo retaggio culturale e linguistico che permette ad un giornale di sollevare, trattare e discutere temi d’in­teresse comune per i lettori di entrambi i paesi. Inol­tre la Svizzera grazie alla sua varietà linguistica, il sistema politico e finanziario, la particolare posizio­ne geografica e la sua indipendenza dalla UE co­stituisce un caso unico e particolare rispetto al re­sto d’ Europa. È una gioia – così di Lorenzo sul suo giornale a commento del nuovo progetto – poter in futuro intervenire con due intere pagine dedicate esclusivamente al paese elvetico e alla sua specia­le situazione.
Rainer Esser, direttore amministrativo del settima­nale, in una intervista al giornale online Persoen­lich. com, aggiunge che la chiusura del magazine Facts e l’orientamento politico a destra della Wel­twoche hanno creato uno spazio interessante per la collocazione di un giornale liberale come lo è Die Zeit, che ritiene di poter arrivare in poco tempo a vendere 10.000 copie.
A scrivere della Svizzera, a seguirne fatti e notizie da vicino è Peer Teuwsen, ex giornalista per le pagine culturali della Weltwoche che risiede in Svizzera da 20 anni. In una intervista alla DRS2 ha affer­mato che per un giornalista come lui poter scrive­re della Confederazione in un momento di cambia­mento e di crisi del mondo finanziario e bancario come quello attuale è molto emozionante.
Dunque non si può che dare il benvenuto ad una iniziativa giornalistica che mira ad unire le cultu­re di due paesi confinanti proponendosi di spiega­re la Svizzera ai tedeschi e al contempo di raccon­tarla agli stessi svizzeri.
Manca un tassello però. Come accadde per Il Giornale l’esperimento funzio­na solo nel momento in cui una maggiore vendita è accompagnata dall’interesse del mercato pubbli­citario e inserzionistico che in Svizzera si sa è po­tenzialmente molto ricco e interessante. L’avventu­ra de Il Giornale in Italia è durata cinque anni pro­prio perché alla fine il mercato pubblicitario si è af­fievolito. E in questo momento si deve anche tene­re conto della grave crisi finanziaria che attana­glia l’ Europa senza risparmiare la Confederazio­ne elvetica. Secondo le stime la recessione avrà pre­sto ripercussioni serie su tutta l’editoria che già non versa in buone acque.
Ma un’avventura non è un’av­ventura senza qualche rischio. E per un giornale di qualità e di approfondimento come Die Zeit, così come per i suoi lettori, l’esperienza merita di essere vissuta.