Polonia: Jacek Utko,
il graphic designer che salva i giornali

1 Dicembre 2011 • Digitale, Editoria • by

Prima che scocchi l’ora della morte annunciata, i giornali possono raggiungere il livello di sviluppo più alto in assoluto. Il canto del cigno della carta stampata acquista una bellezza quasi struggente nelle parole e nelle copertine di Jacek Utko, architetto polacco prestato con successo al graphic design. Sono molti i giornali che si sono salvati proprio grazie a Utko e alla sua formuletta magica: “forma più funzione”. Un mantra per nulla astratto e una formula che ha fatto aumentare le vendite di più di un giornale sull’orlo della crisi. E’ il caso Puls Biznesu, quotidiano economico in lingua polacca pubblicato dalla Bonnier Business, una branca del gruppo svedese Bonnier. In tre anni la circolazione del giornale è aumentata di circa il 30 per cento in Polonia, mentre la Society for News Design (SND) gli ha attribuito nel 2004 il premio come “world’s best designed newspaper”. Nel 2007 il riconoscimento è stato aggiudicato da Aripaev, giornale estone del gruppo Bonnier e anch’esso guarito dalle mani di Utko.

Se è vero che il design può salvare i giornali, la bellezza da sola non basta. Neanche i contenuti, da soli, sono sufficienti. Il segreto sta proprio nel comprendere e valorizzare il mezzo, sia esso la carta oppure il web, e nel matrimonio tra giornalismo e creatività, fino al punto in cui le pagine “parlino” con il lettore. “Tutto il giornale deve diventare una composizione musicale, le pagine aperte devono essere armoniche come fossero un’unica pagina”, parole di Utko, che nella sua visione del giornalismo ideale intende il designer come una figura essenziale, da coinvolgere sin dall’inizio e fino alla fine del processo di produzione. Se gli editor devono prestare più attenzione all’immagine e diventare visual editors, allo stesso modo i designer devono guardare oltre il valore estetico assoluto e declinarlo in funzione dei contenuti, trasformandosi cioè in content driven designers. Qual è l’audience di una testata?

Qual è la gerarchia dei contenuti? E, stando dalla parte del lettore, a che punto del testo iniziamo a distrarci e a disinteressarci? La composizione armonica di forma e contenuti può regalare al vecchio giornale una seconda vita. L’elisir di giovinezza che ha rivitalizzato Puls Biznesu o Aripaev non è quindi una semplice maschera di bellezza o una copertina particolarmente attraente. Alla stregua di un brano musicale, contano anche i tempi, i ritmi, l’armonia della composizione.

Tutto questo può davvero salvare i giornali di carta? Nello sguardo di Utko i quotidiani saranno i primi ad avere difficoltà, mentre le riviste resisteranno più a lungo. Non a caso negli ultimi anni le distinzioni tra le due tipologie si stanno affievolendo: l’attenzione per le immagini e la complessità grafica tipiche dei magazine contagiano sempre di più i newspaper. “L’esperienza di leggere una rivista, un mensile sofisticato, la sua iconografia, le sue belle foto: tutto questo continua ad avere un suo senso anche nell’era del web”, racconta Utko. Tutto ciò si declina in modo diverso in Occidente, dove il declino dei giornali è ormai accelerato, o in aree dove invece il digitale deve ancora diffondersi. “Il successo che abbiamo avuto in Europa centrale, addirittura raddoppiando la circolazione dei giornali, non sarebbe immaginabile nei Paesi occidentali”. E le specificità del contesto si rivelano importanti non solo per ciò che riguarda il mercato editoriale.

Probabilmente non è un caso che la riscossa del “graphic content design” parta proprio dalla Polonia, la patria della Plakat. In Polonia quella del poster è una vera e propria arte, detta appunto “plakat”, con una lunga e ricca storia alle spalle. Questa arte grafica polacca ha resistito nel corso del tempo a numerose occupazioni straniere mantenendo standard qualitativi decisamente più elevati della media del resto di Europa e preservando la cultura popolare della nazione. Non solo manifesti pubblicitari, ma anche affissioni di tipo culturale e sociale, hanno reso il Plakat l’arte più democratica del Paese, una bellezza “a portata di strada”.

Nel solco di questa tradizione si sono sviluppate scuole, movimenti come quello della Giovane Polonia e grandi talenti come quello di Jan Ienica o di Roman Cieslewicz. Ai giorni d’oggi Jacek Utko raccoglie il filo della tradizione reinventando giornali e tramandando nelle sue apprezzate copertine la bellezza e l’arte del poster.

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