Proviamo soltanto a immaginare che cosa accadrebbe se in Germania la Süddeutsche Zeitung o la Bild venissero rilevati da un membro dei servizi segreti ucraino oppure se un miliardario bulgaro decidesse di comprare Die Neue Zürcher Zeitung in Svizzera.Ciò non provocherebbe indignazione?
Prodotti culturali tanto delicati come i quotidiani non traggono alcun giovamento da passaggi di proprietà così frequenti, al contrario ne vengono danneggiati. Per questo motivo, lo studioso di Zurigo, Otfried Jarren, esperto di comunicazione, ha auspicato il ritorno ad un capitale che sia “di natura culturale”, in altre parole auspica un ritorno alla proprietà famigliare che significa trattare con cautela il quotidiano in quanto prodotto culturale ragionando ed investendo a lungo termine. . Il ragionamento è coerente ma è debole per diverse ragioni: infatti anche gli investitori più cauti hanno bisogno di un modello imprenditoriale, che per i mezzi di comunicazione su carta stampata è venuto a mancare, principalmente a causa di Internet, della concorrenza feroce e della mentalità del gratuito diffusa tra le nuove generazioni . A questo bisogna aggiungere che gli imprenditori familiari non sono i migliori della loro specie: l’esperienza insegna che i fondatori di imprese dinamiche e brillanti passano spesso il testimone a eredi di terza o quarta generazione non altrettanto abili o in lite per questioni patrimoniali.
In quanto sostenitori della democrazia, infatti, nonostante la crisi, non siamo tanto disperati da augurarci il ritorno della monarchia
Un’opzione che sembra essere molto più ricca di prospettive e opportunità è il modello adottato dal TAZ di Berlino, un quotidiano alternativo di sinistra: da anni, infatti, dimostra che è possibile ottenere dei buoni guadagni da una comunità di lettori affezionati. Probabilmente le testate che al momento stanno affrontando un periodo di difficoltà economica, prima di rivolgersi ad imprenditori come Slim o Lebedev, dovrebbero tentare la strada dell’ “azionariato popolare”: in questo caso i dividendi per i proprietari delle quote, piuttosto che denaro contante, sono rappresentati dalla certezza che il proprio giornale “prediletto” rimarrà indipendente e che continuerà a regalare emozioni sia su carta stampata, che on-line.