Il Giornale, 25.11.2005
Il piano di un raid Usa contro la tv araba spinge il premier inglese a minacciare censure alla stampa. E a Doha è sciopero
Doveva inguaiare Bush, ma sta mettendo in forte imbarazzo Tony Blair. E la crisi generata dallo scoop del quotidiano popolare britannico Daily Mirror, secondo cui il presidente americano voleva bombardare la tv satellitare araba Al Jazeera, assume contorni paradossali.
Storicamente è la Gran Bretagna a dare lezioni ad altri Paesi in tema di libertà di stampa. Ora però è il direttore di Al Jazeera, Waddah Khanfar, ad annunciare di voler recarsi a Londra per reclamare la verità. Ora sono i dipendenti dell’emittente del Qatar a inscenare un sit-in di protesta davanti alla sede di Doha. Ma Al Jazeera non è una tv qualunque: è il canale all-news arabo che alterna ottimi servizi giornalistici e scoop basati su rapporti privilegiati con quella che viene definita la «resistenza» irachena. È una tv la cui credibilità è dubbia ed è imbarazzante che sia stata messa nelle condizioni di contestare, con argomentazioni fondate, la credibilità di Downing Street.
Il che ci conduce al terzo paradosso: Blair ha minacciato di denunciare qualunque giornale inglese che pubblicasse altre rivelazioni tratte dal memo secretato in cui si dà conto del dialogo tra il premier e Bush. Come ha osservato il Guardian mai prima d’ora il governo britannico aveva assunto un atteggiamento così intimidatorio nei confronti della stampa. Lo scopo, ammesso dagli stessi portavoce, è di «tracciare una linea» per evitare il ripetersi di casi analoghi.
Ma questa affermazione spalanca la porta al quarto paradosso: se quella nota riporta una conversazione dai contenuti chiaramente scherzosi, come sostenuto dal governo americano e britannico in risposta allo scoop del Daily Mirror, perchè Blair vuole bloccarne ad ogni costo la diffusione? Nemmeno l’associazione «Reporter senza frontiere» ritiene verosimile che Bush volesse davvero bombardare Al Jazeera. E allora il sospetto è che quel memo contenga altre informazioni, ben più rilevanti di una battuta su una tv poco gradita alla Casa Bianca.