I Panama Papers, la recente indagine internazionale sui fondi offshore, è un esempio chiaro di come le collaborazioni tra il settore pubblico e quello privato dei media possano produrre del giornalismo eccellente: le emittenti pubbliche tedesche NDR, WDR e il quotidiano Süddeutsche Zeitung, ha avuto infatti un ruolo molto importante nell’inchiesta in Germania.
Un nuovo studio, che ha esplorato il potenziale delle collaborazioni tra media privati ed emittenti pubbliche in Svizzera, ha riscontrato come queste partnership possano essere molto efficaci, specialmente se di natura temporanea, limitata a singoli progetti e basate su una stretta collaborazione. Lo studio, condotto da ricercatori dell’Università della Svizzera italiana di Lugano e finanziato dall’Associazione svizzera dei media (VSM), è basato su interviste in profondità con 36 professionisti ed esperti di media svizzeri, oltre che su conversazioni con 20 esperti esteri del settore.
Da diverso tempo i media privati in Svizzera stanno cercando il modo migliore per lavorare insieme all’emittente pubblica SRG/SSR, mentre in Europa e altrove si possono già trovare numerosi esempi di partnership pubblico-private, come il progetto della BBC Online Video News Content Sharing/Digital Britain in Inghilterra. Tuttavia, all’estero, questo tipo di collaborazione si sviluppa spesso in modo piuttosto informale, sfuggendo all’attenzione del pubblico.
“Varrebbe la pena sperimentare di più in Svizzera. Se le collaborazioni sono progettate bene, infatti, si possono sviluppare delle sinergie di cui potrebbero beneficiare entrambe le parti e soprattutto il pubblico svizzero”, concludono i ricercatori Stephanie Grubenmann e Stephan Russ-Mohl, autori dello studio.
Stando ai risultati della ricerca, i partenariati dovrebbero essere però progettati in modo da non alterare la libera concorrenza. La Svizzera presenta, da questo punto di vista, un esempio emblematico: la recente collaborazione marketing a lungo termine tra la SRG e due imponenti aziende, Swisscom – il maggiore provider di telecomunicazioni del paese – e Ringier, una delle due più grandi aziende mediatiche private del paese. Questa collaborazione, in particolare, è stata definita in patria come un cartello, operante alle spese di altre aziende private simili che coinvolte.
Tra gli altri loro risultati, i ricercatori consigliano pertanto che la SRG invece si impegni “attivamente in collaborazioni versatili, legate a singoli progetti e quindi temporanee, con diverse aziende mediatiche svizzere”. Si dovrebbero inoltre preferire partner più piccoli, soprattutto startup, e modelli decentralizzati di collaborazione. Lo studio rivela infatti che singoli progetti di collaborazione temporanei e vari funzionano meglio di quelli più grandi e continuativi. Le collaborazioni tra grandi attori potrebbero infatti portare alla formazione di cartelli e a una minore flessibilità delle strutture di mercato già esistenti.
A causa del mercato piccolo e alle sue caratteristiche peculiari, le aziende mediatiche del Ticino e della parte ladina del paese probabilmente dovrebbero sviluppare collaborazioni diverse rispetto alle loro omologhe svizzero-tedesche e francofone: i progetti, infatti, dovrebbero essere promossi in settori lontani dalla politica, per evitare che si pensi che queste alleanze possano segretamente influenzare elezioni e votazioni.
Basandosi sulle interviste condotte, i ricercatori propongono anche diversi progetti di possibile collaborazione. Un esempio: SRG potrebbe rendere disponibili le sue produzioni news ad altre aziende mediatiche private tramite una piattaforma che potrebbe essere fornita direttamente dall’Agenzia telegrafica svizzera (ATS), oppure aprire i suoi archivi. Inoltre, l’emittente pubblica dovrebbe intensificare la sua collaborazione nel campo della formazione e dello sviluppo professionale, come anche nella ricerca sui media. In particolare, si potrebbe finanziare una nuova cattedra in tecnologia dei media all’Istituto federale svizzero per la tecnologia a Zurigo.
Grubenmann e Russ-Mohl incoraggiano anche la collaborazione tra redazioni per creare contenuti comuni. Sia SRG che l’Associazione dei media svizzeri (VSM) dovrebbero sviluppare dei progetti simili, concludono i ricercatori.
La ricerca è esplorativa e non rappresentativa ed è stata finanziata dall’Associazione dei media svizzeri (VSM). Lo studio completo, disponibile qui, è pubblicato in lingua tedesca. Articolo tradotto da Georgia Ertz