Neue Zürcher Zeitung, 22.08.
Craiglist ha rivoluzionato l’attività inserzionistica negli Stati Uniti
Craig Newmark, l’ideatore di
Craigslist ha rivoluzionato il mercato delle inserzioni economiche. Dal 2004 la sua azienda avanza anche in Europa dove il mercato degli annunci economici rappresenta per la stampa ancora una fonte centrale di introiti.
L’indirizzo offline costituisce un segno di notevole understatement dell’azienda: 1291, 9th Avenue, San Francisco.
Una vecchia costruzione piuttosto logora in una tranquilla zona periferica del centro per la quale qualsiasi giornale di annunci sarebbe sprecato. Dietro la cancellata di ferro all’ingresso, due grigi bidoni dell’immondizia danno il benvenuto. Si sale poi lungo una stretta scala e si giunge al primo piano dove l’ufficio ricorda piuttosto un dormitorio per studenti.
Direttamente dal direttore
Nessuna ricezionista, nessuna segretaria tra il direttore esecutivo e il visitatore. Un uomo alto due metri piuttosto giovane e goffo saluta l’ospite personalmente.
Jim Buckmaster è probabilmente “l’unico direttore esecutivo degli Stati Uniti”, ad essere etichettato dai giornalisti come ”anti-estabilishment”, “comunista” e “anarchico socialista”.
Lui stesso però si vede diversamente. Se così non fosse, difficilmente la sua descrizione si troverebbe sul sito.
La rete permette ai privati di inserire gratuitamente i loro annunci economici sul sito www.craiglist.org. Agenti immobiliari e datori di lavoro che propongono offerte di impiego pagano una quota, in ogni caso molto inferiore a quelle a cui si era abituati prima di internet e della rivoluzione di questa parte di mercato pubblicitario così come dell’impatto di Craiglist sulla rete.
Solo negli Stati Uniti Craiglist ogni mese conta quaranta milioni di visitatori, quasi il doppio rispetto al numero di visitatori che
nytimes.com, il sito web di notizie di maggior successo, riesce ad attirare.
Secondo le stime del New York Times , l’impresa stessa, che non concede ragguagli più precisi, sotto la direzione di Newmark genera ogni anno un fatturato compreso tra gli 80 e i 100 milioni di dollari impiegando appena venticinque collaboratori a tempo pieno. Negli Stati Uniti Craigslist si conferma ormai il maggior offerente di annunci e considerando il numero di visitatori l’ottavo sito in lingua inglese più visitato al mondo
Drammatico calo delle cifre
Le entrate che i concorrenti in questo modo si lasciano sfuggire rappresentano solo un multiplo del fatturato raggiunto da Newmark nella fase di start up. A quanto corrisponda il fatturato non è dato sapere perché le cifre esatte non sono a disposizione della Newspaper Association of America (NAA).
Forniamo almeno delle indicazioni: annualmente con gli annunci economici dei quotidiani si raggiunge un fatturato di 14,2 miliardi di dollari. Quasi un terzo di questo business è andato perso in seguito al picco massimo raggiunto nel 2000. Allora si parlava di appena 20 miliardi di dollari.
Le statistiche risalgono fino al 1950. Da allora in nessun altro anno vi è stata una perdita più drammatica di quella registrata appunto nel 2007- meno 16,5% così aveva annunciato la NAA, che nell’ultimo anno corrisponde ad un calo del volume di affari di 2,8 miliardi.
Buckmaster non vuole neanche prendere in considerazione l’ipotesi che . parte di questa perdita sia da attribuire a Craigslist “Sottolinea invece l’orientamento dei servizi e conta i vantaggi che gli annunci economici offrono in internet rispetto alle tradizionali inserzioni: “Noi rispondiamo alle richieste della nostra community”.
Secondo il New York Times, persino Newmark ritiene l’attribuzione di colpa una leggenda metropolitana, un folklore cittadino.
Presente in 500 mercati americani
L’attuale azienda è cresciuta in soli tredici anni partendo da una iniziativa privata non-profit, con la quale il fondatore voleva richiamare l’attenzione di amici e conoscenti sulle manifestazioni locali.. Fondata a San Francisco nel 1995, Craiglist si è diffusa rapidamente negli ultimi due anni ed è attualmente presente in 500 mercati statunitensi, anche in comunità con meno di 20.000 abitanti. In questo modo da tempo non costituisce più solo una minaccia per i quotidiani delle grandi città, ma anche per le piccole riviste locali. Craiglist inoltre si è lanciata alla conquista dell’Europa. Dal 2003 è presente a Londra, dal 2004 ad Amsterdam e Parigi, dal 2005 a Zurigo, Roma, Francoforte, Madrid e Monaco. Quest’anno si sono aggiunte in tutto il mondo altre 120 città, tra cui Basilea e Berna.
In Svizzera dove dal 2005 l’azienda è attiva anche a Zurigo e Ginevra, ogni mese vengono cliccate più di un milione di pagine. In Gran Bretagna i click per pagina sono già 20 milioni. Praticamente tutti i collaboratori con notevole energia si impegnano a filtrare e controllare i contenuti indesiderati che arrivano sul sito. Buckmaster però ammette che ciò non sempre è possibile quando si tratta con milioni di annunci, tanto meno esercitare una sorveglianza centralizzata del traffico sul sito. In questo modo però si è sviluppato un buon sistema che permette agli stessi utenti di controllare il web. Essi possono contrassegnare annunci che si scontrano con lo spirito del progetto. Questi a loro volta vengono sottoposti al controllo di un software altamente sviluppato ed eventualmente eliminati.
Nessuna promozione, nessun marketing
Newmark e Buckmaster incarnano la simbiosi della “Counterculture” e della “Cyberculture”, di cui un giovane professore di Stanford, Fred Turner, ha da poco seguito le tracce in un libro che vale la pena leggere*.
Buckmaster si dichiara a favore di un “low stress businnes model”. Si ripone fiducia nella propaganda del passaparola e nei sistemi di vendita su procacciamento. Craiglist non investe in attività pubblicitarie e di marketing e persino a questo proposito Buckmaster ha dei buoni motivi: “ La gente non gradisce interruzioni pubblicitarie in televisione, come pure pop-up in internet e marketing telefonico. Noi possiamo permetterci il lusso di evitarli, Lo stesso vale per le attività di PR.. Piuttosto – afferma Buckmaster – rispondiamo alle domande dei giornalisti .
E se in tal modo fallissero le possibilità di vendita? “Per chi possiede il 100% annuale di crescita del fatturato, cercare di incrementare la crescita non costituisce la priorità” spiega il direttore escutivo .
Buckmaster e Newmark sono d’accordo sul fatto di rimanere “low-key” ( a basso profilo). Essi desiderano continuare ad offrire un servizio ai loro utenti senza sviluppare però una “corporate culture”. Il fatto che tutto ciò possa avere un buon esito dipende tra l’altro e, non da ultimo, da un comproprietario, caduto in disgrazia. Il 28% di Craiglist infatti appartiene a e-Bay, con la quale attualmente ci sarebbero forti contrasti legali. Il personale di e-Bay accusa Buckmaster e Newmark di manovre diversive.
Né Buckmaster né e-Bay si sono espressi riguardo allo stato del processo. Tra l’altro, negli Stati Uniti e oltre oceano, e-Bay con il sito
www.kijiji.com ha lanciato un progetto simile a Craiglist cosicchè i due si rompono le uova nel paniere a vicenda.
Beneficenza per i giornalisti
Così come tanti altri imprenditori di successo in America, Newmark inoltre è attivo presso delle fondazioni, promuove siti web come factcheck.org , PRWatch.org, NewsTrust.net e publicintegrity.org – tutte quante iniziative che i politici e i loro offerenti pubblici tengono d’occhio o delle quali persino i media stessi devono fortemente rendere conto. “Secondo Newmark, una democrazia necessita di una forte stampa indipendente, che rivolge ai politici domande scomode e indaga sull’abuso di potere”.
Secondo lui le imprese dei media o i blogger spesso non hanno le risorse necessarie per condurre ricerche serie. Perciò sostiene gruppi “che aiutano a preservare un giornalismo forte”.
Peccato che Craiglist continui a sottrarre alle redazioni molte più risorse di quelle che Newmark possa far loro pervenire tramite le fondazioni. D’altra parte chi crede all’economia di mercato può difficilmente rimproverare Newmark e Buckmaster per aver forzato il quasi monopolio delle case editrici nel mercato degli annunci economici. Buckmaster, che crede nella potenzialità delle piccole imprese mentre per principio considera meno operative le grandi organizzazioni, può già sentirsi riconfermato.
* Turner, Fred (2006): From Counterculture to Cyberculture, Chicago: Chicago University Press.