“Siamo alla fase tre. Ora noi filtriamo le notizie”

16 Giugno 2008 • Digitale • by

Il Giornale, 15.06.2008
Dici blog e pensi a Matt Mullenweg. Poi lo incontri un giorno a Milano, al Wordcamp organizzato da Paolo Valenti, e pensi a un equivoco. Colui che ha creato WordPress, famosa piattaforma per scrivere i blog, e che è stato definito il sedicesimo imprenditore più potente del web, è un ragazzo di 24 anni, simile a tanti suoi coetanei americani: il volto da bravo ragazzo, i modi semplici, la camicia fuori dai pantaloni. Non se la tira e ha le idee chiare, come dimostra in questa intervista al Giornale.

Cosa c’è nel futuro di internet?
«La democratizzazione del web che permetterà la caduta di tutte le barriere di accesso e di fruizione dei programmi. Il modello è l’Open Source ovvero tutto libero».
Come ha fatto lei, rendendo facilmente utilizzabili i blog?
«Sì e il blog non ha finito di svilupparsi. Fino ad ora era incentrato su testi e immagini, ma sta diventando autenticamente multimediale. E questo avrà implicazioni anche per i giornalisti».
In che senso?
«Una diversificazione dell’offerta e dei percorsi di lettura, che si svilupperanno per argomento anziché per testata. Già oggi i giovani selezionano le notizie attraverso i motori di ricerca personalizzati. Al New York Times arrivano se ricevono la segnalazione di un articolo interessante, ma non hanno più l’abitudine di consultare quotidianamente il sito nytimes. com. Siamo passati attraverso tre fasi del blog: mezzo per scrivere, poi per interagire e ora, sempre più, per filtrare e personalizzare la mole immensa di notizie sulla rete».
Lei dice: tutto gratis. Ma come la mettiamo con i giganti come Microsoft?
«È ovvio che siano contrari, perché guadagnano vendendo Windows e Office, ma non potranno fermare una tendenza che sta diventando planetaria. Le dirò di più: essere piccoli oggi conviene».
Vuol dire che non vuole trasformare la sua azienda in un colosso?
«No, perché guadagno già abbastanza e non saprei cosa farmene di ricchezze immense, ma soprattutto perché le aziende di grandi dimensioni non possono permettersi di essere davvero creative. Hanno troppi vincoli: di borsa, di mercato, di investimenti. Perdono la loro libertà».
E invece il talento deve fluire…
«Certo, noi siamo 18 in azienda, lavoriamo da casa comunicando via web e ci riuniamo solo due volte all’anno. Se vuoi competere con giganti come Microsoft non devi comportarti come loro ma devi battere strade diverse, devi essere indipendente e dunque con pochi debiti, altrimenti alla prima difficoltà finisci in ostaggio».
Qual è la sua filosofia di lavoro?
«Avere una squadra che lavora con piacere e dunque senza fatica, pensare agli altri mettendo a disposizione gratuitamente le nostre conoscenze e facendo affidamento sulla solidarietà. Sono stati degli appassionati di WordPress a tradurlo gratuitamente in decine di lingue. Oggi due terzi del nostro traffico è generato fuori dagli Usa».
Ma allora come guadagna?
«Creando società che offrono servizi collaterali professionali, ad esempio di hosting di siti o servizi antispam e sviluppando sempre nuovi progetti. Noi non ci fermiamo mai».
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