Sviluppo della rete, lentezza italiana

27 Settembre 2011 • Digitale • by

Un’interessante iconografia pubblicata recentemente da OpenDataBlog del Sole 24Ore mette in risalto uno studio della Boston Consulting Group commissionato da Google e pubblicato nell’aprile 2011. L’indice misura l’importanza di internet nell’economia di vari paesi e tra i parametri di valutazione tiene conto della qualità delle infrastrutture tecnologiche, della qualità di accesso, della spesa sull’e-commerce, della spesa sulla pubblicità on-line e degli investimenti su internet. É possibile consultare le pagine dedicate specificatamente  all’Italia potendo leggere – insieme alla Grecia – che il bel paese risulta essere una nazione con una scarsa propensione all’innovazione digitale, ossia un paese “pigro”. Nonostante il quadro poco confortante, nel 2010 internet ha inciso sul Pil italiano con 31,5 miliardi di euro, ossia il 2%, con una previsione di crescita di poco più del doppio entro il 2015, costituendo l’arma vincente soprattutto per le piccole e medie imprese.

http://www.youtube.com/watch?v=u8MjS7ectbQ&feature=player_embedded

I risultati del mobile commerce, sono decisamente un punto di forza e fanno da supporto a quelli sull’e-commerce dove si registrano cifre più modeste rispetto agli altri paesi,ma con un saldo sempre in positivo, come si evince dall’ E-Commerce Consumer Behaviour Report 2011, sviluppato grazie alla collaborazione tra ContactLab e Netcomm. E’ confortante vedere come ben nove naviganti su dieci oramai facciano acquisti on line, ed è altrettanto confortante vedere le stime propositive pubblicate dalla Casaleggio Associati nell’ultimo focus sull’e-commerce. Considerando questi fattori, non desta meraviglia leggere il tredicesimo rapporto IEM della Fondazione Rosselli sul L’industria della comunicazione in Italia” e accorgersi come i vari media stiano perdendo quote pubblicitarie in favore  di internet (unica eccezione la radio con un saldo, seppur minimo, in positivo).

Media Mix Italia 2005-2009 (%)

 

 

 

 

Fonte: elaborazioni IEM, su dati Nielsen, UPA, Assocomunicazione

 Investimenti pubblicitari su mezzi classici nei Big 5 europei

 

 

 

 

 

 

Fonte: dati in milioni di euro; supplementi e domenicali inclusi in Periodici; (*) tasso di cambio medio anno 2009, fonte Ufficio cambi Banca d’Italia. Fonte: elaborazioni IEM su dati WARC, IREP/France Pub, Infoadex, ZAW, Nielsen, Assocomunicazione, IAB

Com’è possibile notare, la maggior parte della spesa pubblicitaria italiana resta principalmente concentrata nel mezzo televisivo (49,3%), mentre per le nazioni come Germania e Regno Unito la quota di investimento arriva a dimezzarsi con cifre intorno al 25% favorendo sopratutto internet che nel paese anglosassone tocca addirittura il 28,4%, più del triplo dell’Italia ferma al 9,6%. È evidente che il gap con il resto d’Europa resta alquanto imbarazzante e nonostante l’accesso alla banda larga sia in costante aumento, i dati restano ancora esigui, per non dire sconfortanti come per le regioni del Molise, Basilicata e Calabria.

Dando un’altra chiave di lettura, anche  l’indagine ISTAT su “Cittadini e nuove tecnologie – 2010, offre spunti interessanti. Le famiglie che possiedono un pc passano dal 54,3% del 2009 al 57,6% del 2010, mentre quelle che hanno l’accesso a internet vanno dal 47,3% al 52,4% e infine quelle che dispongono  di una connessione a banda larga dal 34,5% al 43,4%. Il vero problema, anche dai dati ISTAT, emerge quando l’Italia viene messa a confronto  con il resto d’Europa. I numeri del digital divide restano preoccupanti se si constata che la percentuale di famiglie che possiede un accesso ad internet da casa è del 59%, facendo in modo che il paese risulti al ventesimo posto nella classifica degli stati dell’UE. Classifica che diventa ancora più critica guardando i dati dalle famiglie che possiedono un accesso ad internet mediante banda larga.

A conclusione di queste analisi, resta il fatto che se da un lato i numeri della rete italiana registrano segnali di crescita, questi sono alquanto lenti e purtroppo nel senso più pieno del termine.  Effettuando un test di velocità di connessione grazie a SpeedTest, da qualche tempo è possibile usufruire anche di un nuovo servizio usufruibile dall’url http://netindex.com; ebbene, i risultati di questo mese danno l’Italia al sessantanovesimo posto con appena 4,85 Mbps, al pari merito della Cina e contro i 33,29 Mbps della Lituania (prima dopo la Corea del Sud) ma fortunatamente ben distante dallo 0,53 Mbps del triste e ultimo posto dell’Iran e lo 0,57 Mbps del Libano al penultimo.

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