Corriere del Ticino, 31.12.2010
Julian Assange alla fine non è stato eletto personaggio dell’anno dalla rivista Time ma non vi è dubbio che il 2010 sarà ricordato soprattutto per Wikileaks e per il piccolo, grande sconquasso che la diffusione dei files segreti ha provocato a livello diplomatico e internazionale certo, ma soprattutto mediatico. In particolare, va considerato l’atteggiamento di certa stampa scritta di qualità, che si è prestata al gioco, rendendosi complice nel diffondere informazioni più vicine al gossip che alla notizia, dimenticando invece di applicare le regole fondanti sulle quali si basa la professione giornalistica come accertare l’originalità delle informazioni, verificare le fonti, verificare i fatti, scrivere nel rispetto e nell’interesse dell’opinione pubblica e del lettore. Facile a dirsi, ma non a farsi, persino in contesti più modesti come dimostra il giornalista Craig Silvermann sul suo blog «Regret the Error» nella consueta rubrica annuale sugli errori giornalistici dell’anno.
Secondo Silvermann nel 2010, l’appropriamento indebito di un articolo pubblicato sul web da parte di Cooks Source – una rivista culinaria Americana – spicca per originalità. Lo scorso ottobre, l’autrice di questo articolo, Monica Gaudio, viene contattata da un conoscente che le dice di aver letto nell’ultimo numero di Cooks Source il suo pezzo sulla tradizione americana di cucinare la torta di mele con tanto di deliziose ricette.
Peccato che la signora Gaudio non ne sapesse niente. La rivista aveva preso il suo articolo pubblicato qualche anno fa sul web con tanto di nota di copyright, senza informarla. Comprensibilmente scocciata la signora decide di scrivere alla direttrice della rivista, Judith Griggs, per esprimere il suo disappunto. E la risposta che riceve è davvero fantastica tanto che sul web è già divenuta leggenda. Un estratto dello scritto recita così «Sinceramente Monica il web è da considerare di dominio pubblico e lei dovrebbe ancora ringraziarci che abbiamo pubblicato l’articolo attribuendolo a lei e non a qualcun altro!». Inoltre «lei come professionista dovrebbe sapere che l’articolo necessitava di importanti revisioni e correzioni… Abbiamo investito parecchio tempo per metterlo a posto, dovrebbe ricompensarmi per questo! Non faccio mai pagare i giovani collaboratori per i miei consigli e le correzioni dei loro modesti pezzi e ne ho molti che scrivono per me sempre gratis!». Risultato: una volta resa pubblica la nota la redazione della rivista Cooks Source è stata inondata di mail, tempestata di telefonate e gli inserzionisti si sono pian piano dati alla fuga. Senza contare che tutta la stampa dal Los Angeles Times, al Washington Post a Forbes ne ha dato notizia.
Ma vi è un’altra ragione per cui Silvermann ne ha fatto l’«errore dell’anno». Dopo un’attenta ricerca, si è scoperto infatti che la rivista aveva preso dal web e pubblicato come contenuti propri altri 160 articoli… Forse più che di un errore in questo caso si trattava semplicemente dell’abitudine di fare del cattivo giornalismo. E se anche il passo dalla torta di mele ai file di Wikileaks è davvero enorme, chi opera nell’ambito dei media, ma non solo, credo possa trarre un semplice insegnamento da tutto questo: abbracciamo pure l’informazione digitale e le nuove tecnologie, scopriamone tutte le potenzialità e impariamo ad usarne al meglio gli strumenti. Ma non dimentichiamoci chi siamo, da dove veniamo e il percorso fatto per arrivare fin qui. Sarebbe un peccato e non ci porterebbe lontano.
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