Considerate le potenzialità tecnologiche disponibili sul mercato quale potrebbe essere oggi la ricetta ideale per promuovere da un punto di vista qualitativo la migliore informazione su web? Una possibile risposta è quella che ipotizza un’integrazione delle diverse tradizioni giornalistiche, quella televisiva e quella della carta stampata, rivisitate in una logica digitale. Una soluzione che gestisse con intelligenza un prodotto multimediale composto da immagini e parola scritta potrebbe essere la risposta alle sfide del giornalismo in termini sia tecnologici sia di informazione. Ma si tratterebbe di riscrivere le logiche e i modelli di giornalismo che sottendono entrambi gli schieramenti. E’ un percorso che nessuno ha ancora compiuto con la necessaria convinzione. Quanto vediamo oggi è, infatti, una evoluzione convergente che avviene per compartimenti stagni.
Da una parte la televisione che tende a creare su web un punto di raccordo tra informazione testuale e visiva senza però produrre risultati complessivamente soddisfacenti. Cnn, Al Jazeera, Bbc sono i casi più virtuosi e corrispondono a un tentativo di integrazione delle due diverse tipologie di contenuti, ma il risultato è drogato da competenze giornalistiche che appartengono a una cultura tipicamente broadcasting. In buona sostanza questo primo tentativo si riduce a una lettura della TV su web. Dall’altra vi sono i giornali. Questi ultimi hanno ormai compreso che l’informazione testuale non può sopravvivere senza il contributo multimediale e, al momento, sembrano gli unici che, nel tempo, possano dare seguito alla realizzazione di una piattaforma realmente integrata.
Se guardiamo ai siti creati all’interno dei gruppi editoriali con un passato nella carta stampata notiamo che il video e le immagini tendono ad assumere sempre più importanza ed essere parte strutturale del palinsesto informativo. E’ innegabile, il contenuto multimediale consente una più incisiva immediatezza dell’informazione. Non solo, ma i giornali si sono accorti che la componente video assicura opportunità pubblicitarie di gran lunga superiori rispetto a quelle conferite al testo.
Tutti i percorsi di integrazione sinora seguiti soffrono però di una intrinseca debolezza dovuta a una scarsa capacità nella creazione e gestione della componente giornalistica che si dovrebbe accostare a quella tradizionale ereditata dal passato: la parola scritta per la tv, il video per i giornali online. Quanto questo possa cambiare in futuro è tutto da scoprire. Da quanto accade oggi sembrerebbe che i passi verso una piena integrazione dei contenuti multimediali sarà eseguita con maggiore convinzione dai giornali, mentre la televisione, in virtù della sua incontrastata forza pubblicitaria, non sembra avere, tranne poche eccezioni, alcuna intenzione nel perseguire un simile modello.
Esisterà in futuro un giornalista frutto di una simbiosi web tra giornalismo televisivo e giornalismo cartaceo? Perché possa affermarsi uno sviluppo più rapido e qualitativamente superiore dell’informazione dovrebbe dissolversi la rigidità dei mondi cui appartengono le differenti scuole di pensiero. Si arriverà a un punto di incontro? Ci si potrà aspettare il consolidamento di un modello ibrido che sappia valorizzare l’uno e l’altro contributo? Potremmo mai assistere alla piena attuazione di un’informazione che faccia leva sulla forza della parola scritta e contestualmente della forza espressiva del video?
E’ un’opportunità che risiede all’interno dei grandi network d’informazione, considerati gli investimenti necessari per mettere in piedi un sistema di questo tipo, ma è anche una sfida per ridefinire il prodotto giornalistico: non più riferito a silos che raccolgono know how e competenze settoriali, ma riferito a un unico grande serbatoio di idee e risorse in grado di rendere fruibile un’informazione concettualmente innovativa e coerente con le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione.
Il paradosso è che, a breve, assisteremo all’affermazione di un contenitore, vedi smart tv, in grado di erogare contemporaneamente contenuti provenienti da diversi media – internet e tv – senza che esista un fornitore che sappia coniugare un’offerta ibrida in un unicum integrato e inscindibile.
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