Corriere del Ticino, 31.12.2008
In questo periodo di bilanci anche i mezzi di informazione tirano le somme sulle tendenze e gli errori commessi nel corso del 2008. Nel mondo anglosassone è ormai diventata un classico la sintesi di Craig Silverman, l’autore statunitense che nel sito www.regrettheerror.com raccoglie sistematicamente le correzioni dei media.
Non tutti gli sbagli avvengono in malafede, in alcuni casi sono dovuti ad una buone dose di sfortuna: ad esempio è andata decisamente male al sito americano OneNews Now che nel 2008 ha messo in funzione un filtro che sostituisce automaticamente la parola «gay» con «omosessuale», allo scopo di essere più politicamente corretto nei propri testi.
L’iniziativa è senz’altro lodevole, il risultato un po’ meno: quando il corridore statunitense Tyson Gay ha fatto notizia qualificandosi per le Olimpiadi, è facile immaginare come il sistema abbia automaticamente modificato il suo nome nel titolo dell’articolo. In altri casi la malafede c’è stata eccome: Silverman definisce infatti il 2008 come l’anno «del fallimento epico delle imprese giornalistiche», conferendo a tre testate una particolare nota di demerito.
In Giappone il Mainichi Daily News ha dovuto essere rilanciato a causa della pubblicazione ripetuta di notizie false e maliziose. In Inghilterra il gruppo Express Newspapers ha pubblicato una serie di articoli di scuse in prima pagina per riparare all’inaccurato e lesivo trattamento riservato alla famiglia Mc Cann, accusata in più di 100 articoli di essere coinvolta nella scomparsa della figlia Maddie. Complice una causa legale il gruppo ha raggiunto un accordo con la famiglia che include, oltre alle scuse, un risarcimento di circa 1 milione di dollari. L’ultima nota di demerito va al Bulletin, un settimanale texano che è addirittura stato scoperto ad essere presumibilmente il primo giornale ad usare correntemente il plagio – cioè copiare testi da altri autori senza menzionarne la fonte – come strumento giornalistico.
Sebbene non esaustiva e senza valore scientifico, la lista di errori è lunga e variegata e l’autore proclama un vincitore per ogni categoria. Il peggior errore di battitura dell’anno ha del grottesco: il Valley News ha addirittura sbagliato a scrivere il proprio nome sulla testata. È come se voi lettori, invece di trovare in prima pagina la scritta Il Corriere del Ticino, trovaste Il Corriere del Vicino. La Svizzera non è esente da sviste simili: basti pensare che a novembre i 250.000 esemplari del settimanale Schweizer Illustrierte sono stati stampati dimenticando del tutto la propria testata e il proprio logo. Il portavoce di Ringier Stefan Hackh è tuttavia riuscito ad uscire abbastanza elegantemente dalla situazione affermando che, quando si sono accorti dello sbaglio, per ragioni ecologiche hanno deciso di procedere comunque alla distribuzione.
Secondo Silverman il più clamoroso errore in una legenda se lo aggiudica invece il quotidiano The Eastern Daily Press, che si è dovuto scusare «per aver confuso in una didascalia il vescovo di Norwich con il serial killer Steve Wright, anche conosciuto come lo strangolatore di Suffolk». Per terminare la correzione dell’anno 2008, che ci insegna come ammettere uno sbaglio senza perdere il sorriso, è quella di Dave Barry del Miami Herald: «in un mio articolo di ieri dedicato al badminton ho scritto male il nome del giocatore guatemalteco Kevin Cordon. Me ne scuso. A mia discolpa voglio solo far notare che nello stesso brano ho scritto correttamente i nomi di Prapawadee Jaroenrattanatarak, Poompat Sapkulchananart e Porntip Buranapraseatsuk. Al momento in cui è arrivato il turno di Kevin Cordon le mie dita erano esauste».
Che l’autoironia e l’ammissione dei propri limiti possano davvero diventare il primo passo per riguadagnare la fiducia dei lettori?