Reporters Without Borders ha annunciato di aver aperto un ufficio in Tunisia. Nell’aiutare le autorità tunisine a sviluppare un sistema mediatico indipendente e credibile dopo la cacciata di Ben Ali, la ong punta a monitorare lo stato della libertà di espressione nel paese e in tutta l’area: “La primavera araba, che ha avuto inizio proprio in Tunisia, ha portato incredibili cambiamenti in tutta la regione”, ha dichiarato Jean-François Julliard, segretario generale di Reporters Without Borders in occasione dell’inaugurazione della nuova sede, “ma molto deve essere ancora fatto per salvaguardare quanto è stato ottenuto con queste rivoluzioni”. La scelta della Tunisia non è quindi casuale, bensì assume tinte fortemente simboliche e significative: il paese ha infatti dato il là alle rivolte lo scorso gennaio e andata al voto proprio in questi giorni si candida a essere di nuovo il faro da seguire per la democratizzazione di tutti i paesi protagonisti dei sommovimenti degli ultimi mesi. E la democratizzazione passa soprattutto attraverso la libera informazione: già a inizio ottobre, infatti, la Tunisia aveva rafforzato il suo ruolo di zona fertile per un sistema mediatico forte e libero ospitando l’annuale forum Arab Blogger 2011 che ha chiamato a raccolta i maggiori blogger arabi per discutere di cyberattivismo, social media e prospettive per la rivoluzione digitale nei paesi protagonisti della Primavera.
Rispetto agli anni della “dittatura morbida” di Ben Ali, dove l’azione di Reporters Withour Borders in Tunisia era limitata alla denuncia della censura e dell’autoritarismo del governo dall’ostilità del regime, l’operato dell’organizzazione sarà adesso più pratico e propositivo e punterà alla collaborazione attiva con la politica per formulare leggi che garantiscano l’intero settore dei media. Alla Tunisia, un paese liberato ma ancora da ricostruire, occorre una nuova regolamentazione trasparente che metta al riparo dagli abusi del passato e dal costante pericolo del ritorno della dittatura; a tal proposito Reporters Without Borders lavorerà al fianco di altre organizzazioni già presenti nella capitale come il Tunis Centre for Media Freedom e la Tunisian League for the Defence of Human Rights per fare fronte a queste minacce e coordinare una strategia comune di intervento. Come prima iniziativa Reporters Without Borders ha dato inizio lo scorso 1 ottobre alla campagna di comunicazione “Free until when?” finalizzata a sensibilizzare la popolazione tramite inserzioni sui giornali e cartellonistica sul fondamentale tema della libera stampa.
Nella Tunisia che in questi giorni ha votato per la prima volta dall’indipendenza per eleggere l’Assemblea Costituente l’informazione sembra ancora minacciata da rigurgiti autoritari e violenti. Proprio Reporters Without Borders ha denunciato la scorsa settimana il tentativo da parte di 300 persone di assaltare la sede dell’emittente televisiva Nessma TV a Tunisi. Il motivo? Aver trasmesso il film d’animazione Persepolis dell’autrice iraniana Marjane Satrapi, più volte accusato di essere offensivo dal governo iraniano e dai fondamentalisti islamici.
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