Franco Tatò e Giulio Blasi in una conversazione su facebook a proposito di editoria e nuovi scenari digitali italiani
Il regalo di Natale di Amazon ai lettori digitali è l’arrivo di Kindle sul sito italiano: 99 euro per il dispositivo e sotto l’albero anche “migliaia di libri che possono essere scaricati in 60 secondi sul Kindle store”. Molti attendevano da mesi l’entrata del colosso nel settore degli e-book italiano, ma questa mossa prevedibile scompiglia non poco il quadro del mercato editoriale nel belpaese e secondo alcune voci autorevoli ne evidenzia la grande arretratezza. L’arrivo di Kindle pone domande e impone scelte per il futuro, e soprattutto obbliga anche a qualche riflessione sulle scelte operate finora. Quale sarà il successo dell’iniziativa? Questo potrà essere quantificato e valutato pienamente solo nel medio e lungo periodo. E i giornali decideranno di lanciarsi in questo nuovo settore? Quale fetta di budget investiranno sulle pubblicazioni per Kindle? L’arrivo in Italia del colosso dell’editoria apre nuove possibilità e impone scelte strategiche. Il punto di partenza rimane comunque l’analisi delle condizioni in cui il mercato editoriale italiano è arrivato a questa svolta.
Era il 1995 quando Franco Tatò scrisse “A scopo di lucro”, conversazione con Giancarlo Bosetti e vero e proprio manifesto sull’editoria. All’epoca si poteva solo immaginare quanto la rete avrebbe cambiato i costumi e soprattutto il mondo imprenditoriale, anche se Tatò aveva già lanciato Mondadori New Media. Oggi il manager, ottant’anni da compiere e la fama conquistata di risanatore di aziende, riprende il filo del discorso. Dall’altra parte della tastiera – perché questa nuova conversazione sull’industria editoriale avviene esclusivamente su Facebook – dialoga con lui Giulio Blasi, classe ’64, allievo di Eco e oggi imprenditore nel settore dell’editoria multimediale. A più di dieci anni di distanza dall’uscita di “A scopo di lucro”, nell’epoca dei social network, dell’Ipad e degli ebook, il cuore della questione rimane lo stesso. Nell’analisi di Tatò il Paese si dimostra incapace di guidare il cambiamento tecnologico e imprenditoriale. Se l’Italia sconta ancora un enorme deficit infrastrutturale, l’Europa tutta si riduce a rincorrere colossi come Amazon e Google. Nel frattempo il mondo cambia, gli stessi Usa perdono gradualmente il loro ruolo propulsore nell’era Dopo Jobs. E se i paesi emergenti propongono il tablet a 35 euro, l’Italia risponde con le misure protezionistiche e limitando gli sconti (è la recente legge Levi). Invece il segreto anche per la cultura del futuro sta nel saper accettare il prezzo di mercato e misurarsi con questo, anche se non riflette il valore del prodotto culturale, secondo Tatò. L’attendismo imprenditoriale e le scelte politiche cieche o assenti si scontrano oggi con la sete di innovazione e con i nuovi bisogni dei consumatori. Perché la questione non è più se le cose cambieranno, ma come. Modificare i sistemi di distribuzione, puntare sui tablet, rispondere a interessi globalizzati e non innalzare barriere protettive: questi sono solo alcuni ingredienti della ricetta Tatò. Pubblichiamo in forma editata e parziale la conversazione, disponibile integralmente al link.
E-BOOK: “APRITI ITALIA”
Blasi – Lo scenario pre-Amazon vede in gioco iniziative di piccole dimensioni (Telecom-Mondadori, Edigita, Simplicissimus, Bookrepublic) e numeri ancora molto risicati anche sugli shop più importanti (Bol, Ibs). Il tutto in attesa della mannaia o della manna dell’entrata in gioco di Apple-Google-Amazon nel settore degli e-book sul mercato italiano. Tatò, lei come valuta le strategie in gioco finora? Non le pare che ci sia stato una sorta di attendismo imprenditoriale che assomiglia pericolosamente a una resa preliminare senza condizioni? Come si compete quando un colosso come Amazon entra in un mercato con soglie imprenditoriali molto più basse?
Tatò – Il mercato degli e-book è agli inizi. In Italia cresce lentamente anche per l’insufficienza delle infrastrutture e perché il mercato italiano della lettura, ancora troppo piccolo essendo una percentuale piccola di un mercato piccolo, tiene lontani i grandi player internazionali. Le piattaforme settoriali, quando non individuali, anche se di case editrici con grande catalogo, non sono destinate a durare e dovranno cedere ad Amazon e simili, che offrono cataloghi vastissimi e aiuti alla scelta, strumenti di orientamento e di confronto, valutazioni dei lettori e recensioni di esperti. Il vero sviluppo si avrà comunque solo quando si supererà la mera trasposizione digitale del libro cartaceo e diverranno disponibili prodotti innovativi o trattamenti innovativi di prodotti esistenti. (…) In fondo, Il successo di Twitter è legato alla limitazione della lunghezza dei messaggi. In questo senso il libro è poco adatto al web, e non potrebbe essere altrimenti essendo il prodotto di una cultura precedente. Ma basta vedere su Facebook la frantumazione in corso dei libri in citazioni che vivono di vita propria e si scambiano come figurine, per prevedere quello che ci aspetta. Un fenomeno simile è in corso su Youtube per video, tv-show e film. Amazon è il grande fattore di cambiamento, la piattaforma di tutti che si rivolge a tutti. È anche potenzialmente la piattaforma degli autori, che così realizzano la deintermediazione totale. Gli editori, non solo italiani, non sono stati capaci di esprimere una piattaforma comune che promuovesse lo sviluppo del business totale, invece di difendere i loro libri cartacei diventando ostaggi delle pressioni dei librai in estinzione. Ma abbiamo già visto che i veri cambiamenti non vengono promossi dagli addetti ai lavori dei business tradizionali. Un certo tempo di attesa è comprensibile: spesso chi si è mosso per primo sul terreno delle nuove tecnologie è stato punito e si è trovato col fiato corto, o senza risorse per investire quando finalmente si è chiarita la direzione consolidata del cambiamento.
“IL FUTURO E’ DEI TABLET”
Blasi – Da qualche anno Amazon significa anche Kindle e quindi e-book. Una domanda sulle linee di tendenza: negli Usa parliamo già di un valore attorno al 5-10% del fatturato complessivo dell’editoria libraria, in Europa ci muoviamo in un delta tra lo zerovirgola. Cosa ci attende?
Tatò – Il futuro è dei tablet, stanno proliferando: Amazon ha annunciato una nuova versione di Kindle, molti si preparano a lanciare prodotti analoghi. Tra non molto assisteremo a un’omogeneizzazione delle caratteristiche e avremo una più chiara caratterizzazione dei prodotti in base al prezzo. In India si sta lanciando un prodotto dalle caratteristiche elementari al prezzo di 35 dollari. Di questi prodotti a basso prezzo sarà il mondo di tutto quanto non è coperto da copyright, mentre per i prodotti più complessi, nelle prestazioni e nelle caratteristiche, si affermeranno quelli inseriti in ecosistemi integrati, nei quali confluiscono i testi, la musica, i video, le immagini. Inizialmente questo sarà un universo di mondi paralleli, messi in rapporto dall’utilizzatore, il quale sceglierà con quale musica accompagnare la lettura dell’ultimo libro (…). Poi nasceranno prodotti originali per tablet, una blended art della quale per ora ci sono solo avvisaglie. (…) Abbiamo scoperto da poco che Darwin sosteneva che, nella lotta per l’esistenza che caratterizza l’evoluzione, non sopravvivono o si affermano i più forti o i migliori, ma quelli che meglio si adattano al cambiamento: in termini contemporanei, che meglio gestiscono il cambiamento. Possiamo seriamente pensare che tra dieci anni il “Corriere della Sera” si scriverà ancora in via Solferino con una redazione di quattrocento giornalisti iscritti all’albo? (…) Non mi sembra azzardato pensare che tra quindici anni il 60% della comunicazione sarà digitale, cioè non cartacea, probabilmente prima, ma sarà un 60% di un cento molto più grande. La vera grande rivoluzione avverrà quando con l’aiuto della tecnologia verranno abbattute le barriere linguistiche e si potrà rispondere in modo globale a interessi ormai globalizzati, e sarà difficile innalzare barriere protettive.
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