Il lavoro crossmediale sembra essere entrato nella realtà quotidiana delle redazioni dei giornali tedeschi. Questi però non ne sfruttano ancora appieno le potenzialità.
Questo è quanto emerge da uno studio condotto dal team del Progetto di giornalismo locale (Projektteams Lokaljournalismus – PLJ) della Associazione federale tedesca per la formazione politica (Bundeszentrale für politische Bildung – bpb) e del RWTH di Acquisgrana (Aachen).
Lo scopo dei ricercatori è quello di osservare e spiegare come in Germania una redazione giornalistica di medie dimensioni riesca a integrare i nuovi media e il lavoro crossmediale nella produzione quotidiana delle notizie mettendo in luce le difficoltà che si presentano.
Le autrici dello studio Crossmedia 2012 (Forschungsberichts Crossmedia 2012) la Professoressa Susanne Kinnebrock (RWTH di Acquisgrana-Aachen / Università di Augusta-Augsburg) e la Professoressa Sonja Kretzschmar (Università delle forze armate federali di Monaco di Baviera) sottolineano che il loro lavoro si occupa solo in maniera marginale dell’uso delle tecniche crossmediali nelle redazioni giornalistiche d’avanguardia.
Nell’ambito di uno studio preparatorio qualitativo, che utilizzava un modello di intervista personale strutturata elaborata nelle Scienze sociali, il team di ricerca, con la collaborazione di dodici caporedattori di quotidiani tedeschi, ha esplorato quanto effettivamente il lavoro crossmediale venga applicato nelle loro redazioni. Dalle loro risposte i ricercatori hanno potuto stilare il formulario di inchiesta, svoltosi principalmente per iscritto, che è stato spedito via mail ai responsabili del lavoro crossmediale.
Novanta persone hanno risposto al formulario, tra questi il 27% sono caporedattori, l’11% vice-caporedattori e il 39% capiservizio. Questa cifra corrisponde ad un feedback quasi del 90%. Le autrici dello studio evidenziano come l’alto numero di risposte ottenute siano da attribuire al lavoro del Team del Progetto di giornalismo locale (Projektteams Lokaljournalismus – PLJ) che ha curato i contatti con i responsabili delle varie sezioni crossmediali. Il 37% degli intervistati lavora in giornali locali, il 54% in giornali regionali e il 3% in giornali nazionali.
Se da una parte gli intervistati hanno sottolineato l’importanza di un’ampia offerta crossmediale, dall’altra i risultati dello studio dimostrano che la produzione di una edizione di qualità vada ancora attribuita per lo più al lavoro di redazione. Il prodotto stampato in media esige più del 80% del lavoro effettivo. Nonostante gli intervistati neghino che “l’edizione on-line sia un prodotto marginale”, solo il 15% del loro tempo di lavoro viene assorbito mediamente dal sito web del giornale. Mentre il redattore medio si dedica a malapena alle edizioni per iPad e per Smartphone. Infatti risulta che solo il 1-2% del suo tempo di lavoro viene investito in questa attività.
Gli strumenti miltimediali vengono poco usati anche nel lavoro di cronaca. Tutt’al più si producono videoclip, mentre nella regola si preferisce rinunciare completamente a grafici interattivi e a file audio.
Piuttosto i giornalisti sembrano prediligere l’uso dei socialnetwork. Facebook e simili hanno acquistato enorme rilevanza non solo nella ricerca ma anche come canale per raggiungere il pubblico. In media gli intervistati fanno le loro ricerche una volta o persino più volte al giorno sui socialnetwork, il 90% dei redattori pubblicano su Facebook, due terzi twittano attraverso un account di redazione.
User Generated Content e Blogs locali invece vengono usati per le ricerche mediamente solo un paio di volte al mese. I ricercatori riferiscono che “la partecipazione del cittadino medio non sembra essere lo scopo delle pagine locali, anche se di quando in quando le redazioni offrono discussioni on-line, forum e possibilità di esprimere il proprio voto su un tema.
Le autrici dello studio riconscono la necessità di un miglioramento nel lavoro crossmediale. Al momento si produce solo su richiesta per diverse piattaforme. Per esempio conferenze sulla coordinazione di canali e di temi non sono ancora divenute parte del lavoro quotidiano.
I ricercatori sottolineano che sono per lo più i redattori a dover far fronte ai cambiamenti che avvengono quotidianamente, mentre l’implementazione delle dinamiche crossmediali avviene secondo un processo dall’alto verso il basso deciso dai vertici editoriali. E all’interno delle redazioni regna spesso l’incertezza sull’utilizzo dei nuovi strumenti innovativi.
Anche le direzioni delle stesse case editrici hanno constatato nei loro redattori un enorme bisogno di formazione nell’ambito crossmediale. I ricercatori hanno osservato che “anche le informazioni e le consulenze fornite dai giornali che si occupano di nuovi media, sono alquanto confuse”. Piuttosto prediligono affidarsi alla ricerca di mercato, sempre meno agli studi scientifici o alle consulenze esterne.
Qui il link allo studio completo: Forschungsbericht Crossmedia 2012
Traduzione dall’originale tedesco “Crossmedia auf Zuruf” a cura di Alessandra Filippi
Tags:crossmedia, crossmediale, redazioni