Si è aperto un mercato che risponde a regole e tempi che nulla hanno a che fare con il passato e mette in discussione la professione del giornalista così come finora intesa e, non ultimo, il livello di retribuzione
Negli ultimi sette anni le redazioni dei tre più importanti quotidiani spagnoli – El Pais, El Mundo, ABC – si sono ridotte di quasi un migliaio di operatori della stampa, una diminuzione del 39%. El Pais è passato da 891 a 507 dipendenti, Abc da 774 a 375 ed El Mundo ha subito una contrazione del 35% passando da 446 a 290 posti di lavoro. I tagli maggiori sono stati operati nel corso degli utlimi due anni.
Secondo quanto riportato dalle ricerca pubblicata dalla Università di Malaga, 6.500 giornalisti spagnoli sono attualmente disoccupati e il numero sembra destinato ad ampliarsi ulteriormente fino a raggiungere le 10 mila unità alla fine dell’anno. Un fenomeno, quello spagnolo, che si inquadra in una crisi generale che ha colpito duramente le strutture editoriali tradizionali di tutti i Paesi che vantano una eredità storica del giornalismo.
Eppure, nonostante la contabilità spicciola dei numeri che riguardano la perdita di posti di lavoro ,il numero delle persone che operano a vario titolo nel modo del giornalismo si è allargato. Alla contrazione delle redazioni storiche si è accompagnato un fiorire di iniziative web complementari o alternative alla galassia delle testate storiche, molti giornalisti che hanno perso il posto di lavoro collaborano da esterni. Si è aperto un mercato che risponde a regole e tempi che nulla hanno a che fare con il passato e mette in discussione la professione del giornalista così come finora intesa e, non ultimo, il livello di retribuzione.
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