Nonostante la discontinuità tecnologica introdotta da Internet, l’informazione televisiva italiana, al contrario di quanto avvenuto per la carta stampata, rimane legata alle formule tradizionali
Vi sognereste mai di guardare uno dei qualsiasi popolari TG su WEB? L’ipotesi è alquanto improbabile. L’informazione pensata per la TV continua a essere diffusa nello stesso identico modo in cui veniva proposta nel passato. Al di là delle novità introdotte dal digitale terrestre e dal satellitare, le modalità di fruizione sono esattamente le stesse.
La TV, a differenza dei giornali, non ha risentito in negativo dell’effetto internet. In tutti i paesi occidentali circa il 90% della popolazione ne è un consumatore ideale e non vi sono segnali che possano far pensare a una eventuale perdita di audience.
La TV rimane il media centrale dell’informazione e le novità tecnologiche introdotte negli ultimi anni, e i conseguenti sviluppi futuri, aprono orizzonti ricchi di ulteriori opportunità. Cambia, cambierà, la tipologia e il palinsesto dell’offerta dei programmi, cresce e si sviluppa l’attenzione verso proposte a contenuto verticale, rendendo più critica la proposizione dei canali generalisti, ma la TV continua a essere il media più popolare. Nonostante la discontinuità tecnologica introdotta da Internet, la TV è sempre la TV. Perché è semplice, funziona, la si può guardare sdraiati a letto o sul divano, con schermi sempre più grandi e immagini ad alta definizione. Sarà pure un mezzo passivo, ma corrisponde ai desideri delle persone.
Per i network televisivi, al contrario dei giornali, il web è giusto uno strumento che serve a garantire una presenza complementare, ma non alternativa: quanto è possibile vedere via browser è un succedaneo di seconda categoria rispetto alla qualità del prodotto erogato in broadcast. Differenze sostanziali emergono invece nei paesi anglosassoni: Cnn negli Stati Uniti e BbcC in UK sono esempi di un’effettiva diversificazione dei contenuti. In Italia di tutti i tg italiani, chi sta cercando di dare maggiore consistenza alla propria presenza su web è il TG de La7. Con la nuova conduzione di Enrico Mentana l’edizione serale delle 20 la si può vedere anche su YouTube, ma nel complesso l’attrazione di internet da parte dei network televisivi appare scarsa.
Le competenze e il know how giornalistico che appartengono alla TV non sono stati ripensati per trovare una condizione ideale per fare informazione su Web: quest’ultimo funziona come canale aggiuntivo, ma non introduce alcuna novità rispetto a quanto proposto sullo schermo tradizionale. E’ mai possibile ipotizzare che un TG diventi un canale di informazione su Web che integri informazione testuale concorrenziale a quella proposta dai quotidiani? Sembrerebbe di no. Le competenze continuano a essere molto marcate.
Quello che sta accadendo è piuttosto uno sconfinamento dei giornali nell’area della comunicazione video che, una volta, era appannaggio esclusivo della televisione. Il Corriere, così come Repubblica, hanno propri canali TV che vengono offerti attraverso propri portali mentre il complemento video alle notizie testuali inizia a essere utilizzato frequentemente da giornalisti che una volta appartenevano all’unica dimensione della carta stampata. Quest’ultima, per sopravvivere, ha dovuto e deve costantemente prevedere un cambiamento culturale e investire quote sempre più significative sull’informazione online. La TV non sembra avere né necessità, né interesse in un cambiamento radicale che possa ipotizzare la proposizione di un’offerta ad hoc per il Web.
Più facile invece che possa realizzarsi uno scenario del tutto nuovo, ovvero la possibilità di accedere a contenuti internet via TV, come dimostra il progetto avviato da Google in partnership con società del settore. In definitiva internet ha messo in crisi i giornali, ma non la televisione. Non è l’informazione in sé a non essere più attraente, è il contenitore-giornale che non è più allineato allo stile di vita delle ultime generazioni. Queste ultime appartengono a un mondo digitale, sono amanti del web, non vanno in edicola a comprare un giornale e a quest’ultimo preferiscono, sempre e comunque, sdraiarsi davanti alla TV.
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