Le emittenti di servizio pubblico in Bulgaria stanno passando un momento di forte turbolenza. La Bulgarian National Radio (BNR) ha fatto parlare di sé di recente per via della pressione politica cui è stata sottoposta e che ha portato alla sospensione temporanea di un suo presentatore di spicco. Sia la BNR che la Bulgarian National Television (BNT) subiscono da lungo tempo una pesante situazione di sotto-finanziamento, oltre a dover competere con i media privati che dominano in modo crescente il mercato.
La difficile posizione economica dell’emittente pubblica e la sua limitata autonomia sono visibili anche nel posizionamento arretrato della Bulgaria nel ranking annuale della libertà di stampa di Reporters Without Borders, rispetto agli altri stati membri della UE: la Bulgaria, infatti, occupa al momento la 111esima posizione, su 180.
Le difficoltà della BNR hanno raggiunto il loro punto di massima tensione quando il canale di informazione di punta del network, Horizont, è stato messo fuori onda per 5 ore lo scorso 13 settembre. La motivazione fornita ufficialmente parlava di “manutenzione tecnica”, ma alcuni osservatori sospettano che l’interruzione delle trasmissioni fosse in qualche modo connessa alla sospensione della nota giornalista Silvia Velikova, a lungo voce di Horizont.
Molti colleghi di Velikova sospettavano infatti che il Direttore generale di BNR, Svetoslav Kostov, fosse stato messo sotto pressione per sospendere Velikova a causa delle critiche da lei rivolte al solo candidato per la carica di Procuratore generale, Ivan Geshev, considerato molto vicino al governo. I giornalisti di BNR hanno protestato veementemente contro la sospensione di Velikova chiedendone il ritorno. In seguito a un intervento del Primo ministro Boyko Borisov, la giornalista è infine tornata al suo posto. In ottobre, l’autorità per la regolamentazione dei media in Bulgaria e il Council of Electronic Media (CEM) hanno votato la rimozione di Kostov dal ruolo di Direttore, proprio in relazione all’interruzione delle trasmissioni di settembre.
Pochi risultati
In Bulgaria, BNR ha una migliore reputazione della tv pubblica, BNT. La radio, infatti, continua a fornire informazione oggettiva e copertura giornalistica estesa, oltre a programmi di tema politico e talk show. Secondo i dati Ipsos Media Pulse, nel 2016 Horizont da solo rappresentava la seconda maggior fetta di mercato radiofonico nel paese, con il 13%, seconda solo a un popolare canale musicale.
Se si paragonano i risultati di BNR con quelli delle radio di servizio pubblico nel resto d’Europa, si tratta comunque di numeri molto limitati. Secondo un’analisi comparativa dei media di servizio pubblico in 10 paesi europei, condotta tra il 2017 e il 2018 dall’EJO, infatti, nella maggior parte dei Paesi inclusi nell’analisi le radio di servizio pubblico sono leader di mercato. “Nel Regno Unito, in Germania e in Svizzera, queste emittenti hanno una posizione ancora più dominante, con oltre il 50% di quota di mercato”, si legge nell’analisi.
La principale ragione per questa situazione è data dai finanziamenti migliori di cui godono le emittenti radiofoniche pubbliche negli altri paesi europei. In Bulgaria, invece, il servizio pubblico deve fronteggiare da anni una situazione di pesante sotto-finanziamento. Il contributo statale per il 2019 è stato di 68 milioni di lev (circa 34 milioni di euro) per BNT e di 44 milioni di lev per BNR e di appena 5 milioni di lev per l’agenzia di stampa nazionale BTA. Queste cifre – che se comparate con l’Europa occidentale sono ridicolmente basse – dipendono inoltre dalle finanze statali e dall’obbedienza dei Direttori di rete. Per quanto il diritto bulgaro preveda l’introduzione di un canone, questo non è mai stato varato perché i leader politici, di qualsiasi partito, sono diffidenti di fronte alla possibilità di introdurre nuove tasse per la popolazione.
Nell’estate del 2019, il Council for Electronic Media ha fatto dimettere il Direttore generale di BNT, Konstantin Kamenarov, dopo una condanna per guida in stato di ebrezza. Il suo successore, Emil Koshlukov, ha annunciato che per la fine del 2019, il deficit di BNT avrebbe raggiunto i 44 milioni di lev. BNT è “virtualmente in bancarotta”, ha concluso Koshlukov, che ha anche aggiunto: “chiediamo di conseguenza al Ministro delle finanze di sostenerci. Dobbiamo salvare questa televisione”. Dall’autunno del 2019 si discute di possibili cambiamenti al finanziamento delle emittenti di servizio pubblico, ed è possibile che il sostegno finanziario da parte dello stato cresca.
I canali privati dominano il mercato
Le sfide che BNT deve affrontare sono simili a quelle che hanno portato in crisi il servizio pubblico in Romania qualche anno fa. Nel 2016, la quota di mercato di Romanian TV è precipitata a un “3,5% storicamente senza precedenti”, come conseguenza della “competizione intensa e delle severe politiche di austerità”, commenta Raluca Radu, ricercatrice dell’Università di Bucarest.
I numeri dello share della televisione pubblica bulgara sono a loro volta scesi senza sosta negli ultimi vent’anni, soprattutto a causa del poco appeal della sua offerta. I suoi segmenti di informazione sono senza mordente e propongono programmi i cui contenuti sono determinati dall’agenda delle istituzioni e non dai bisogni dei cittadini e degli spettatori. I programmi di intrattenimento sono a loro volta ben poco attrattivi. Dal 2000, quando il canale privato bTV ha ottenuto la sua licenza di trasmissione, la audience di BNT1, il canale principale del servizio pubblico bulgaro, è scesa di 10 volte, a febbraio 2019 era scesa sotto il 5% e a luglio ha toccato addirittura il 3,6%, secondo i dati Nielsen Admosphere Bulgaria.
I canali privati bTV e Nova sono molto più di successo, con quote di mercato del 25 e del 20% rispettivamente. In contrasto, in Germania, Regno Unito e Italia, i canali tv del servizio pubblico controllano quote tra uno e due terzi del mercato. Il dominio dei due giganti privati in Bulgaria è ancora più significativa se si tengono da conto i profitti pubblicitari. Calcolate in questo modo, le quote di mercato di bTV Media Group e di Nova Broadcasting Group nel 2019 erano del 47 e 37% rispettivamente. BNT ha raggiunto, invece, solo l’1%, secondo i dati Nielsen Admosphere Bulgaria / Media Club. Il mercato della pubblicità complessivo in Bulgaria, nel 2018, valeva 415 milioni di lev, secondo i dati della Bulgarian Association of Communication Agencies.
Il servizio pubblico spremuto
Il ricercatore Orlin Spassov ha espresso la sua preoccupazione sulla rivista Capital per la possibilità che il servizio pubblico bulgaro possa essere gradualmente “liquidato”. Non solo l’emittente viene progressivamente spinta fuori dal mercato, che favorisce i broadcaster privati, ma sta anche perdendo la possibilità di svolgere la sua funzione di voce indipendente e critica. Le pressioni economiche e politiche stanno infatti avendo un impatto serio sul lavoro e sulla quota di mercato del broadcaster pubblico.
Il modo in cui i vertici di BNT e BNR sono nominati, da parte del Council of Electronic Media, è a sua volta considerato come un ostacolo per la possibilità che l’emittente pubblica possa raggiungere una reale autonomia, dato che 3 dei 5 membri del Council sono nominati direttamente dal Parlamento e i rimanenti due dal Presidente bulgaro. Inoltre, si pensa che una nuova legge attualmente in fase di preparazione possa dare al Council poteri importanti anche nei confronti degli altri media bulgari. In dicembre, il Primo ministro Borisov ha incontrato alcuni rappresentati di Reporters Without Borders. Tre giorni dopo l’incontro, il Parlamento ha affidato al governo la stesura di un piano legislativo per lo sviluppo futuro del settore mediatico nel Paese.
Un premio ambito
La situazione dolorosa di BNT si è aggravata anche a causa dell’attuale legislazione mediatica piuttosto liberista che fa poco per restringere la concentrazione della proprietà dei media. Questo ha fatto in modo che bTV potesse espandersi nel settore radiofonico e che Nova potesse aprirsi al mercato online, portando a una concentrazione mediatica che rappresenta ora un problema per il pluralismo.
Nonostante il declino importante nella televisione, il settore privato rimane un oggetto del desiderio per gli investitori. Di recente è stato rivelato come l’uomo più ricco in Repubblica Ceca, il miliardario Petr Kellner – già il secondo maggior provider di servizi telco in Bulgaria – abbia iniziato il processo di acquisizione di bTV. Lo scorso ottobre, Kellner ha firmato un accordo per comprare il gruppo CME, la cui influenza si estende in tutta l’Europa Centrale e che detiene anche bTV in Bulgaria. La questione è capire se il canale tv di maggior successo in Bulgaria continuerà ora a incoraggiare il giornalismo obiettivo e a mantenere posizioni moderatamente critiche nei confronti del governo o se, al contrario, il suo nuovo capo ceco vorrà darsi un ruolo tipico per il contesto balcanico: quello di barone dei media con forti implicazioni politiche.
All’inizio del 2019, Kellner aveva anche programmato di acquistare Nova Media Group, ma la Competition Commission glielo aveva impedito. Il gruppo Nova è poi diventato proprietà dei fratelli Domuschiev, bulgari, attivi nel settore farmaceutico e nella logistica e proprietari della squadra di calcio di maggior successo di Bulgaria. Uno dei fratelli, Kiril Domuschiev, è ritenuto vicino al Primo ministro. Poco dopo l’acquisizione di Nova da parte dei Domuschiev, i contratti di due noti giornalisti di inchiesta sono stati stralciati. In precedenza, era stata paventata loro la possibilità di continuare a lavorare per l’emittente come freelance, ma entrambi si sono rifiutati. Una di loro, Miroluba Benatova, ha annunciato di voler diventare una tassista, al fine di poter continuare a servire il pubblico.
Questo articolo è apparso originariamente in tedesco, ed è tradotto dall’inglese. Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non rispecchiano necessariamente quelle di tutto l’Ejo.
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