Il Punto sul Giornalismo Digitale in Italia

9 Luglio 2012 • Digitale • by

La scorsa settimana, nella splendida cornice del Cenacolo di Sant’Apollonia a Firenze, si è tenuto “Dig.it”, il primo evento nazionale interamente dedicato al giornalismo digitale in Italia. Due giornate dense di appuntamenti con 12 panel dedicati al giornalismo partecipativo e coinvolgimento del lettore, agli aspetti relativi ai diritti, al lavoro di chi fa giornalismo oggi ed alla sostenibilità economica del giornalismo digitale. Occasione di analisi e di confronto davvero importante per fare il punto sulla trasformazione in atto nel mondo dell’editoria e del giornalismo online e nel rapporto fra informazione e società alla quale hanno partecipato 450 addetti ai lavori nonostante la FIEG non abbia risposto all’invito degli organizzatori.

La prima giornata, dopo un’introduzione generale, è stata dedicata all’open journalism sia come elemento di integrazione al giornalismo “ufficiale” che come leva di coinvolgimento del pubblico.

E’ emerso, non senza qualche contrasto, come il citizen journalism non sia sostitutivo del giornalismo tradizionale ma ne è un’integrazione, aspetto rimarcato a più riprese sia da Antonio Rossano, coordinatore del panel dedicato al tema, redattore di LSDI e Presidente di Associazione Pulitzer, ente non profit che si occupa di promuovere e sostenere le forme libere di giornalismo ed informazione, e da Angelo Cimarosti, fondatore di YouReporter la prima piattaforma italiana di videogiornalismo partecipativo, seguitissima da tutti i principali mezzi d’informazione. Tesi sostenuta a partire dal concetto che il citizen journalism non essendo mediato, non avendo le verifiche proprie che i giornalisti professionisti sono tenuti ad attuare, possa essere fonte d’informazione supplementare preziosa ma non sostitutiva. Sul tema, da leggere l’articolo di Tracie Powell: Citizen journalists should fill gaps in ‘information ghettos’.

Quel che è certo è che il mestiere di giornalista sta cambiando, come ha ricordato ha spiegato il presidente dell’Associazione Stampa Toscana Paolo Ciampi  affermando che “un tempo il giornalista aveva l’esclusiva nel trattamento della notizia, adesso può essere la comunità dei cittadini che, attraverso le nuove tecnologie, inserisce le notizie. Però poi il trattamento della notizia ha bisogno di approfondimento, di fare inchiesta, di ricostruire contesti e scenari e in questo caso il giornalista è fondamentale, proprio nel trattamento della notizia”. Mestiere di giornalista che Mario Tedeschini Lalli, responsabile dell’area sviluppo e innovazione del gruppo Espresso-Repubblica, spiega evolversi da gerarchizzato e classificato per competenze ristrette a “ibrido”, affermando che “non è più possibile distinguere i giornalisti per “ciò che fanno”, per gli strumenti che adoperano, ma solo per la funzione sociale che svolgono e i criteri con i quali la svolgono”.

A testimonianza dell’impostazione basata sulla concretezza del convegno, la giornata è proseguita con la narrazione e l’analisi di numerose case history sia relativamente a buone pratiche e strumenti per realizzare un corretto e proficuo coinvolgimento delle community di riferimento di un giornale, che per quanto riguarda open data e data journalism.

La seconda giornata, è stata aperta parlando di  risorse, lavoro e diritti, temi che hanno caratterizzato quasi tutte le sessioni del convegno del giorno conclusivo dei lavori.

Risorse che, per la prima volta finalmente, vengono rese disponibili anche attraverso un bando, annunciato in anteprima dall’assessore alla cultura della Regione Toscana Cristina Scaletti, che, nella sessione della mattina dedicata al tema di come incubare il giornalismo digitale, ha reso noto lo stanziamento di circa 350 mila euro attraverso un bando che prevede la concessione di un aiuto in conto capitale fino al 50% delle spese sostenute per l’investimento, ad esempio, per l’adeguamento degli impianti, acquisto di hardware e software, spese di consulenza.

Sostenibilità economica del giornalismo digitale che rappresenta ancora il vero ostacolo da superare sia per quanto riguarda i diritti e la crescente precarizzazione dei giornalisti, che per i modelli di business ancora incerti.

Aspetti esaminati nella sessione conclusiva del convegno che ha analizzato lo stato dell’arte numerico ed economico dell’editoria digitale partendo dall’introduzione del sottoscritto che ha descritto il macroscenario di riferimento dell’editoria italiana e che la presenza, tra gli altri, di Nicola Amelio,Vice Presidente ANSO – Associazione Nazionale Stampa Online, ha consentito di circostanziare con precisione grazie all’osservatorio privilegiato di oltre 100 testate all digital che fanno parte dell’Associazione.

Due giornate che rappresentano un importante momento di aggregazione su temi di assoluta attualità e centralità rispetto alle evoluzioni in corso nell’ecosistema dell’informazione nel nostro paese e che possono essere il punto di partenza per lo sviluppo di iniziative sul territorio da qui all’edizione, che certamente si farà, del 2013.

Se non aveste partecipato, o non foste stati in grado di seguire il convegno in streaming sia su Intoscana che su Sesto tv o attraverso la narrazione che i partecipanti ne hanno fatto su Twitter con l’hashtag ufficiale #digitfi12, ulteriori sintesi delle due giornate sono disponibili nel blog degli organizzatori, su Intoscana, portale d’informazione della regione, ObiettivoTRE, testata all digital locale, ed anche su un altra testata locale che ha realizzato un’ottima copertura della manifestazione: Nove da Firenze.

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