Fare data journalism alla radio

8 Gennaio 2020 • Giornalismi, Più recenti • by

Logo of Czech Radio Dataři podcast series created by TIMO. Reproduced with permission.

Velocità e chiarezza: due principi cardine del giornalismo, connessi alla capacità di pubblicare una storia nel modo più veloce ed esplicativo possibile per i lettori. Ma come è possibile combinare questo assunto con le pratiche del data journalism, che prevedono invece spendere molto tempo immersi ad analizzare grandi quantitativi di dati, spesso molto complessi?

“Potremmo chiudere ogni nostro progetto con una riga che dica ‘è più complicato di così'”, ci dice Petr Kočí, giornalista della redazione data di Czech Radio, spiegando le sfide che il suo team affronta svolgendo il suo lavoro. L’EJO ha chiesto a Kočí e al suo collega Jan Cibulka cosa significhi fare data journalism in Repubblica Ceca. Tra le questioni che abbiamo posto loro c’erano: come riconciliare il lavoro lungo e spesso incerto di analisi dei dati con la routine guidata dalle scadenze di una redazione? Come far uscire un titolo chiaro da una montagna di informazione? E, infine, come si trovano dati interessanti e dove andarli a cercare?

A una prima occhiata, il lavoro dei data journalist della radio del servizio pubblico di Praga non sembra essere particolarmente diverso da quello dei colleghi che non lavorano direttamente con i dati. Come tutti i giornalisti, anche loro seguono una storia per un tempo determinato, consultando alcune fonti di cui si fidano, come esperti, politici, Ong o simili. Però, devono anche collaborare con i colleghi di altri dipartimenti di Czech Radio, fornendo loro i dati di cui potrebbero aver bisogno.

Una delle sfide maggiori ha a che vedere proprio con lo scoprire come fornire un contributo effettivo all’agenda quotidiana dell’emittente. “Spesso”, spiega Kočí, “c’è una storia per la quale servono dei dati. Noi possiamo rintracciarli velocemente , e vorremmo fare di più, e sono gli editor a rivolgersi a noi in cerca di aiuto”.

Serve cautela con i dati
Il lavoro dei data journalist è spesso in contrasto con alcuni criteri di notiziabilità come velocità, intelligibilità e chiarezza. “Quando ti tuffi nelle profondità dei dati, spesso ti accorgi che non è davvero possibile spiegare una questione velocemente e in termini semplici”, ci spiega Kočí, citando un caso recente emerso da alcune statistiche incluse nel report annuale dello State Institute for Drug Control.

Le cifre sembravano implicare che il consumo di antidepressivi in Repubblica Ceca fosse aumentato drammaticamente negli anni recenti. “Un numero del genere suona allarmante per chiunque non sia esperto della materia e in una redazione molto impegnata un dato del genere potrebbe portare facilmente a un titolo sensazionalistico”, spiega ancora Kočí.

Quando però i data journalist di Czech Radio hanno chiesto a uno psichiatra cosa potesse spiegare una tale crescita nel consumo dei farmaci, il medico ha fatto subito emergere uno scenario diverso: “di fatto non era una gran cosa, perché gli psicofarmaci di nuova generazione hanno generato una crescita nel consumo in quanto possono essere prescritti per più condizioni”, spiega Kočí. Molta attenzione deve essere sempre rivolta all’analisi e all’interpretazione dei dati, perché situazioni come queste possono essere frequenti.

Un giocattolo costoso?
Una ragione per la quale solo poche redazioni ceche includono degli esperti di dati è che per fare del data journalism in modo corretto spesso serve molto tempo per uno sforzo il cui risultato è a volte incerto.

Una mappa creata per il sito di Czech Radio e che mostra il tempo necessario a spostarsi a piedi tra le stazioni della metro di Praga a map created for Czech Radio’s website shows the time needed to walk between Prague metro stations

“Il data journalism non ripaga entro i confini del modello economico corrente dei media in Repubblica ceca. Da noi ha ancora più senso assumere uno stagista che raccolga e ripubblichi comunicati stampa o altri materiali promozionali. Raramente è materiale di qualità, ma è in grado di generare un buon numero di click, se fatto velocemente”, spiega Cibulka.

L’attuale team data di Czech Radio è nato qualche anno fa nella redazione del quotidiano Hospodářské noviny. Quando il giornale ha deciso di tagliare questi posti di lavoro per mancanza di fondi, il Direttore di allora disse che avere una redazione di data journalism era come avere una cabriolet fuoriserie: è un giocattolo costoso e bello, ma inadatto a un uso quotidiano.

“Ci sono più sostegno e più spazi di manovra per il nostro lavoro nel settore pubblico rispetto al privato”, spiega Kočí. Hospodářské noviny non ha più avuto un team dedicato ai dati e si appoggia oggi al lavoro di alcuni appassionati di statistica e di infografiche. Vltava-Labe-Media, un altro editore, ha assunto invece un data journalist. Altre testate, infine, si affidano ad agenzie di statistica commerciali.

Minare i dati
I dati provengono da fonti diverse, per lo più online. “Nella mia esperienza, circa l’80% dei dati che usiamo proviene dal web. Questo però non significa che siano facilmente accessibili”, spiega Kočí. “Ti serve qualcosa di più delle capacità tecniche per trovare dati di qualità”, spiega ancora il giornalista ricordando come per i reporter non esperti i dati disponibili potrebbero comunque essere difficili da leggere e interpretare.

Solo in pochi casi sono i giornalisti a raccogliere i dati grezzi da sé. Un esempio di questa possibilità è dato dal progetto “How a marathon hurts”, in cui un runner amatoriale ha corso con alcuni sensori per mappare i suoi dati vitali. Un medico ha poi analizzato i dati raccolti in tempo reale, commentando poi l’impatto di una tale attività fisica sul corpo di chi corre. “Avere accesso a quei dati ha significato che il medico ha avuto modo di evitare che il runner collassasse”, spiega Cibulka.

Il terzo e ultimo modo di raccogliere i dati è richiedergli agli enti pubblici usando il Freedom of Information Act. Per quanto le autorità ceche siano obbligate per legge a fornire le informazioni, i data journalist hanno incontrato varie occasioni in cui sono stati costretti a intraprendere vie legali per ottenere quanto stavano richiedendo.

“Abbiamo fatto causa dodici volte, ma avremmo potuto procedere in più occasioni. Tutto il processo, comunque, richiede tempo e non ha molto senso ottenere i dati tre anni dopo averli richiesti. Le autorità sanno che, quando un tribunale promulgasse il suo verdetto, i dati richiesti potrebbero già essere diventati non interessanti per i giornalisti”, spiega Cibulka.

Un progresso lento
Le autorità ceche sono state molto lente nel pubblicare gli open data governativi. A novembre 2019 solo 38 uffici pubblici (inclusi enti governativi, aziende e municipalità) si erano registrate nel National Open Data Catalog gestito dal Ministero dell’Interno e molti dei dati forniti sono comunque incompleti. “Una buona parte dei dati è pura formalità e diverse informazioni importanti sono spesso mancanti”, dice Cibulka commentando l’effettiva volontà delle autorità a rendere i dati statali effettivamente disonibili. La sua esperienza è coerente con quanto è emerso dall’Open Data Barometer che fornisce una graduatoria dei Paesi secondo il loro gradi di accessibilità in termini di open data. Nel 2016, il Barometer poneva la Repubblica ceca al 31esimo posto.

Articolo tradotto dall’originale inglese

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