L’iPad, il nuovo dispositivo mobile annunciato da Apple che inizierà a essere commercializzato negli Stati Uniti a marzo ed entro la fine dell’anno in Europa, potrà essere l’oggetto che ridefinirà le sorti della carta stampata? Quanto potrà essere utile per creare una nuova dimensione nella fruizione dei contenuti?
Il grande rumore e clamore suscitato dall’introduzione dell’iPad, così come sempre accade quando Steve Jobs, mente a anima della casa di mela, sale sul palco per annunciare la sua ultima rivelazione, ha dato il via a tutta una serie di ipotesi e considerazioni sulle possibili evoluzioni dell’accesso all’informazione. Ma basterà un ennesimo dispositivo, per quanto tecnologicamente avanzato, per convincere sempre più persone a pagare per leggere un giornale in formato elettronico?
Alan Mutter, nel suo blog Reflections of a Newsosaur, raccoglie molte delle opinioni che sono state espresse da esponenti del mondo dei media americano e il sentimento prevalente è un diffuso scetticismo. In primo luogo perché non cambia i fondamentali nell’economia di distribuzione dei contenuti. L’iPad è di fatto un dispositivo, al pari di altri oggetti multimediali portatili, che consente la navigazione in rete e l’accesso ai contenuti disponibili su Web. E’, come si dice in gergo, un dispositivo general purpose, non mirato a un utilizzo specifico. A differenza degli e-reader, come il Kindle di Amazon, espressamente dedicato alla lettura di libri e giornali, è basato sulle caratteristiche e funzionalità che accompagnano dispositivi portatili come i netbook. Certo, il pregio è la dimensione dello schermo, 10 pollici che assicurano qualità di lettura così come flessibilità di utilizzo, essendo proposto con tecnologia touch screen, ma la sostanza non cambia: si potrà accedere ai siti dei giornali preferiti come si fa abitualmente attraverso un qualsiasi computer che consente attività di web browsing.
E’ vero, vi sono stati incontri tra Apple e vari gruppi editoriali che hanno intenzione di portare su iPad la versione elettronica di proprie riviste, libri e giornali, una logica che prevede le stesse modalità di fruizione di un e-reader. Si potrà quindi leggere un giornale nello stesso modo in cui è possibile leggerlo in un Kindle o succedanei. Ma quanto davvero indispensabile si rivelerà accedere alle notizie in un formato che riproduce il giornale nella tradizionale grafica cartacea. Chi sarà disposto a pagare per avere un accesso di questo tipo piuttosto che leggere direttamente le notizie dal web?
Rispetto a un e-reader l’iPad promette una lettura su uno schermo più grande, in questo senso è sicuramente più attraente, ma nel contempo risulta più ingombrante. Il modello base costa 499 dollari e prevede la sola connettitivtà wireless di tipo WiFi, vale a dire che potrà essere utilizzato solo indoor, o in quei luoghi dove esiste una copertura di comunicazione di quel tipo. La versione più costosa che consente connettività WiFi e 3G, quindi la possibilità di essere always on grazie al servizio garantito dal carrier prescelto, ha invece un prezzo di 629 dollari cui però si devono sommare 30 dollari di canone mensile per la connettività 3G (per il momento negli Stati Uniti il servizio per iPad è servito da AT&T, per complessivi 360 dollari anno). A questo si dovrà poi aggiungere il costo dell’abbonamento al singolo giornale. Per il Kindle di Amazon, che viene venduto a 259 dollari nella versione più piccola e a 489 nella versione a10 pollici, l’abbonamento è di circa 20 dollari mese. Come utilizzo prevalente di e-reader il costo di base e di mantenimento dell’iPad è quindi superiore al Kindle. Tuttavia si deve considerare che la creatura di Steve Jobs è un dispositivo multifunzionale alla stessa stregua di un iPhone o di un netbook.
La domanda che viene spontaneo porsi alla luce delle discussione sollevata dall’annuncio del nuovo dispositivo mobile di Apple è se abbia senso traslare in un formato digitale i contentuti che vengono proposti su carta. Ha senso che si conservi di fatto immutata la form, sfogliare il giornale su Web? Oppure è preferibile orientarsi a un accesso alle notizie secondo un formula più in linea con la logica di Internet? Nella fruizione dei contenuti via e-reader si guarda al giornale nello stesso modo in cui vengono confezionate le notizie quando si acquista il giornale in edicola, come leggerne la versione in Pdf E’ una proposizione di tipo one-to many, indifferenziata. La tendenza da parte del pubblico sembrerebbe invece essere quella di avere un giornale personalizzato rispetto ai propri interessi. Non sarebbe quindi più opportuno rincorrere l’idea di un servizio di informazione che punti sulla disaggregazione delle notizie in base al profilo del singolo lettore, soprattutto se si deve pensare a una fruizione che può avvenire da un dispositivo mobile? Pensare a contenuti che non vengano proposti nella stessa identica formula del tradizionale giornale, che possano variare a seconda del mezzo o dispositivo dal quale si accede all’informazione. L’idea di mantenere in vita la stessa identica proposizione appare sempre meno coerente con la diversificazione della tecnologia, ma soprattutto con le diverse esigenze di aggiornamento e informazione richiesta dai lettori.
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