* EJO student contribution
La carta stampata è in crisi, i giornali vendono sempre meno, in generale il mercato editoriale sta vivendo un periodo nero. Affermazioni scontate ormai, ma vere solo in parte, anche secondo il report World Press Trends 2014, realizzato da World Association of Newspapers and News Publishers (WAN-IFRA) e risultato da uno studio svolto in 70 paesi.
La versione di quest’anno è stata pubblicata recentemente ed evidenzia un aumento dei lettori che sono ora 2,5 miliardi per i giornali su carta e 800 milioni per le testate online. Altrettanto importante è il crollo delle entrate pubblicitarie, globalmente in continua decrescita nella carta stampata (-6%). La crisi non sembra essere risolvibile tramite il digitale, settore in cui gli introiti aumentano (+11%), ma rappresentano solo una piccola fetta del totale mercato dei giornali, i cui proventi sono generati ancora per il 93% dalla carta.
I giornali sono ancora in crisi, dunque, ma non in tutto il mondo. Assumendo un punto di vista più ampio, infatti, ci si accorge che, in molti paesi del globo, la stampa non è per nulla sull’orlo del baratro, anzi, cresce a ritmi rapidi.
È il caso, soprattutto, di quei paesi in cui la classe media cresce velocemente, ma la banda larga non è ancora abbastanza diffusa da permettere una facile lettura del formato digitale. Per esempio, nell’area dell’America Latina, nell’ultimo anno, la diffusione dei giornali cartacei è aumentata del 2.56% e del 6.26% in 5 anni, come ricorda l’ulitmo report WAN-IFRA. Questa crescita ha avuto effetti estremamente positivi anche sugli investimenti pubblicitari, aumentati in questa area del 3.9% in un anno e del 49.9% nell’ultimo quinquennio.
I dati confermano un trend positivo dimostrato anche da precedenti numeri di WAN-IFRA (+9,8% di aumento nella circolazione dei giornali tra 2008 e 2012) ed evidenziati due anni fa anche da una ricerca pubblicata da Piet Bakker, professore di Cross Media Content and Quality Journalism alla Hogeschool di Utrecht. Lo studio, dal titolo “The rise of free daily newspapers in Latin America”, mostrava un altro fenomeno importante per molti Paesi sudamericani e il loro aumento della circolazione dei giornali. Quest’ultimo sarebbe stato legato, in gran parte, anche alla diffusione crescente della stampa gratuita in 12 stati sul continente.
La circolazione dei giornali in Sud America è sempre stata tradizionalmente più ristretta rispetto all’utilizzo di altri mezzi di informazione e il favorito è tradizionalmente stato la televisione, ma tra il 2005 e il 2010 i giornali hanno fatto registrare un notevole incremento. In quei 5 anni, infatti, la penetrazione, ovvero il numero di giornali disponibili ogni 100 abitanti, è passata da 6.2 a 6.7. L’importanza sempre maggiore dei giornali nel continente, sottolineava Bakker, è legata ad almeno tre fattori: la crescita delle testate già esistenti che distribuiscono più copie, il lancio di ulteriori titoli sul mercato, ma soprattutto il nuovo fenomeno dei gratuiti, da cui dipende metà della crescita, dal momento che la loro circolazione è aumentata del 140% nel periodo preso in esame, secondo dati della World association of Newspapers e riportati da Bakker.
La causa più probabile dell’aumento nella circolazione dei gratuiti in Sud America, infine, è da individuarsi anche nella generale crescita economica nell’area. Dal momento che l’unica entrata per giornali di questo tipo è rappresentata dalla pubblicità e il numero atteso di lettori è in continuo aumento, le aziende sembrano disposte a investire nel settore permettendo agli editori di lanciare nuove testate o di ampliare la propria circolazione. Anche nel corso del 2013, svelano i dati più recenti di WAN-IFRA, la raccolta pubblicitaria su carta in America Latina ha fatto registrare numeri positivi, con una crescita positiva del 3,9%.
Chart credits: WAN-IFRA
Photo credits: Lucas Anderson / Flickr CC
Tags:America latina, crisi, crisi dei giornali, free press, giornali, giornali gratuiti, pubblicità, Sud America, Università della Svizzera italiana, WAN-IFRA, World Association of Newspapers and News Publishers, World Press Trends