Marco Pratellesi racconta
come è nato Italia2013.me

29 Gennaio 2013 • Digitale, Giornalismi • by

E’ possibile raccontare storie, mettere ordine e ricostruire senso giornalistico a partire da fonti molteplici e scollegate, avere il polso dei fatti monitorando le conversazioni in rete?

E’ quello che vogliamo scoprire con Italia2013.me, il primo esperimento giornalistico per seguire la campagna elettorale attraverso pensieri, commenti, immagini degli e-lettori.

Tutto comincia con una telefonata, un paio di giorni prima di Natale. E’ Riccardo Luna, amico ed ex collega negli anni a Condé Nast, lui alla direzione di Wired, io alla direzione editoriale dell’area digital. “Ciao, c’è una piattaforma, Seejay, un aggregatore di contenuti social, vorremmo sperimentarla durante la campagna elettorale ci sei?”.

Ci sono? E’ stato come invitare la lepre a correre. Sono sempre più convinto che per reinventare un giornalismo di qualità e sostenibile si debba staccarsi dai vecchi modelli e sperimentare le nuove opportunità offerte dalla rete, dalle piattaforme social che coinvolgono gli utenti nella costruzione di un discorso collettivo non sempre immediatamente intellegibile.

“Sì, ci sono”. Il 28 dicembre, consapevoli dei tempi strettissimi per mettere in piedi un progetto elettorale, ci siamo incontrati a Roma con David Casalini, project manager di rara concretezza, pure lui ex Condé Nast, e il gruppo di Maiora Labs, start up che ha sviluppato la piattaforma Seejay.

Niente panettone, solo una lavagna sulla quale in due-tre ore ha preso forma Italia2013. Un progetto indipendente, senza pubblicità né sponsor, ma portatore di un entusiasmo contagioso verso la sperimentazione delle nuove frontiere del giornalismo. Via via che le idee prendevano forma si sono aggiunti il team di Caffeina, che da Parma ha sviluppato il sito, Daniele Riso per la app di Android, Silvio Accomando per quella di Windows Phone, mentre Maiora Labs si è fatto carico anche della app per iOS.

Per fare correre il progetto mancavano ancora tre gambe fondamentali: una redazione per la content curation dei contributi raccolti dalla piattaforma, i partner per le analisi delle conversazioni in rete e una sede.

Per la redazione, trattandosi di un progetto sperimentale dal quale avevamo prima di tutto qualcosa da imparare, abbiamo pensato all’università. Le tre chiamate – Scuola Walter Tobagi della Statale di Milano, Iulm di Milano e Università di Siena – per mettere insieme almeno tre-quattro stagisti si sono trasformate in un appello al quale alla fine abbiamo dovuto mettere uno stop. Una decina di candidati, tra studenti e colleghi freschi di esame da giornalista (ma già con buone collaborazioni all’attivo), ha risposto all’appello.

Per le analisi quantitative e qualitative delle conversazioni sui social media sono saliti a bordo Emanuela Zaccone e Massimiliano Spaziani di Aida Monitoring, mentre Stefano Spaggiari ha messo a disposizione la Expert System per le analisi semantiche. Fin dall’inizio avevamo chiaro che per fare funzionare l’esperimento non sarebbero bastate le classiche metriche quantitative. Della conversazione intorno a un candidato volevamo valutare anche il senso, capire perché se ne parla, se in termini positivi o negativi. Offrire ai lettori parametri qualitativi, in modo che potessero farsi un’idea reale del gradimento intorno a un candidato, ci è parso da subito fondamentale.

A questo punto mancava una sede: lo spazio di coworking appena aperto da TAG a Milano ci è sembrata la soluzione migliore. E’ stata una corsa contro il tempo, come sempre accade in questi casi, ma alla fine, alle 14 di venerdì 25 gennaio siamo andati online con il sito Italia2013 e le 3 app su mobile. Una prima considerazione: un lavoro così complesso in tempi tanto stretti sarebbe stato impensabile  all’interno di una struttura editoriale classica.

Che cosa facciamo

Italia2013 è una piattaforma che aggrega contenuti dai social media: Twitter, Facebook, Youtube, Instagram. Inoltre, attraverso il sito e le app, permette agli utenti di inviare contenuti originali direttamente su Italia2013. Tutti questi contenuti sono la materia prima, le fonti, su cui la redazione opera in tempo reale per ricostruire storie, racconti, dibattiti, gallery, video in grado di offrire al lettore un percorso rapido, una ricostruzione di senso giornalistico per capire qual è l’umore o il comune sentire o dissentire intono a un personaggio o a un determinato argomento.

Al tempo stesso le analisi quantitative e qualitative forniscono un barometro degli andamenti della campagna elettorale rispetto alle conversazioni sui social network: chi sale e chi scende, ma anche perché, di cosa si parla e quali sono i principali argomenti di conversazione tra gli utenti.

Che cosa abbiamo capito

Già nelle prime ore di vita Italia2013 ci ha mostrato le sue potenzialità. Attraverso i social media passa di tutto, conversazioni personali, chiacchiere amene, ma anche tante notizie che difficilmente trovano posto sui media tradizionali. Qualcosa che ci deve fare riflettere su come Twitter stia effettivamente conquistando il ruolo di “preghiera laica del mattino”, su come social media e “content curation” possano produrre buon giornalismo.

Dove stiamo andando

In tutta onestà non lo sappiamo. Non ancora, almeno. Stiamo sperimentando, osserviamo, cerchiamo di capire e di imparare dagli errori, certi che il futuro del giornalismo debba misurarsi con l’innovazione. Una sperimentazione che deve avere come protagonisti gli stessi giornalisti da una parte e gli sviluppatori dall’altra. Un incontro su cui si gioca parte del futuro della nostra professione. Dentro e fuori i giornali.

 

 

 

 

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