Press+ e la strategia per individuare e determinare un sistema a pagamento selettivo dedicato alla fruizione dei contenuti online
I giornali che hanno in essere un sistema di accesso ai contenuti a pagamento, tra i più conosciuti il WSJ e il FT, utilizzano per lo più soluzioni sviluppate in casa. Lo stesso New York Times, che si è detto intenzionato ad istituire a breve un meccanismo di questo genere, sembra orientato a seguire la stessa direzione. Tuttavia a mano a mano che più e più giornali, grandi e piccoli, iniziano a valutare seriamente ipotesi di questo genere (vedi API ITZBelden Revenue Initiatives Survey) si fa sempre più strada l’idea di adottare una soluzione sviluppata da un partner di riferimento esterno.
Sollecitati da prospettive sempre più deprimenti sul fronte pubblicitario e dalla volontà di rompere definitivamente con un modello che appare economicamente non più sostenibile alcuni siti americani, come riportano il New York Times ed Editor & Pulisher, stanno per esempio valutando Press+ , un sistema sviluppato da Journalism Online, società fondata nell’aprile 2009 da Steven Brill, Gordon Crovitz e Leo Hindery. L’obiettivo di Mr. Brill & Co. è ambizioso e mira a fare diventare la propria soluzione una sorta di industry standard per i sistemi a pagamento dei giornali. La logica con cui è implementato il sistema prevede una trattenuta del 20% sulle quote trassate. Se un abbonamento vale 100 dollari, la percentuale che deve essere riconosciuta a Mr. Brill è di 20 dollari. Stessa logica varrebbe per microtransazioni previste da micropagamenti.
Per quanto promettente possa essere Press+ si è comunque convinti che ci vorranno anni prima che l’industria editoriale possa trarre significativamente vantaggio da una internet a pagamento. L’approccio di LancasterOnline.com, un news outlet che prevede di introdurre a breve la soluzione per il proprio sito, è di tipo graduale: si sperimenta, e i risultati ottenuti servono per comprendere in quale direzione indirizzare la soluzione a pagamento. L’approccio che verrà inizialmente utilizzato sarà di tipo selettivo, dedicato unicamente a lettori provenienti dall’area esterna alla comunità locale e in particolare rivolto a quei servizi, come per esempio annunci mortuari, di cui sono gli unici depositari.
Se può fare sorridere l’esempio dei necrologi del LancasterOnline.com, è interessante notare come, nel caso specifico, il sistema di pagamento non venga necessariamente utilizzato per oscurare completamente il contenuto online: in chiaro sono destinate a rimanere informazioni generaliste; altre notizie, tipicamente quelle che si ritiene possano avere un valore esclusivo, sono potenzialmente a pagamento. Utilizzato in una modalità di questo tipo il sistema non può garantire un ritorno economico elevato, ma basterebbe per contribuire al costo di alcuni giornalisti, afferma il management di LancasterOnline.
Per un approccio selettivo si candida anche il GlobalPost.com, un sito di informazione focalizzato sulle notizie internazionali. In questo caso l’idea è di proporre un abbonamento volontario che prevede un contenuto premium oltre alla possibilità da parte dei lettori di suggerire argomenti di loro interesse, insomma il pagamento garantirebbe un maggiore coinvolgimento del lettore.
Introdurre un sistema di pagamento non imporrebbe di conseguenza un calo generalizzato dei visitatori, ma potrebbe rivelarsi una soluzione equilibrata in grado di trarre ricavi sia dagli investimenti pubblicitari che dalle tasche di singoli lettori interessati a un più ampio e approfondito accesso ai contenuti proposti su web. L’idea che un sistema di pagamento, Press+ così come altre possibili soluzioni alternative, possa diventare un riferimento generalizzato per il mercato ha i suoi vantaggi, in quanto significa che i lettori potranno accedere a contenuti a pagamento proposti da differenti fonti di informazione attraverso un unico vettore di transazioni, così come per esempio è oggi PayPal per i siti di commercio elettronico.
In base a quanto affermato da Journalism Online, gli editori che hanno inziato a utilizzare Press+ sono riusciti a generare una media di 50$-100$ di fatturato annuo per visitatore, cifra che però ha riguardato soltanto un 10% dei lettori più assidui, vale a dire coloro che hanno evidenziato una frequenza di accesso e tempo di lettura in assoluto più elevati rispetto all’audience complessivo. I ricavi sono stati realizzati, sostiene Journalism Online, senza influire negativamente sui ricavi pubblicitari. In questo modo, secondo la logica proposta da Mr. Brill, un sito web con un milione di visitatori unici mese può idealmente generare un fatturato annuo compreso tra i 5 e i 10 milioni di dollari.
Tags:contenuti online, FT, GlobalPost, LancasterOnline, micropagamenti, New York Times, Press+, ricavo per visitatore, sistema di pagamento, WSJ