Portali online e gratuiti rovinano la qualità dell’informazione

18 Ottobre 2011 • Etica e Qualità • by

Lo rivela la ricerca sulla Qualità dei media in Svizzera

I media svizzeri raggiungono sempre meno il loro pubblico di riferimento e puntano sempre di più all’intrattenimento a discapito del giornalismo di informazione e di inchiesta. Le notizie dall’estero, gli approfondimenti politici e economici trovano sempre meno spazio e rilevanza mentre conquistano il primo piano lo sport, gli scandali, le storie dai risvolti umani e sentimentali.

La stampa in particolare è caratterizzata da un utilizzo massiccio e poco trasparente delle notizie di agenzia grazie alla pratica diffusa del copia e in colla da parte delle redazioni giornalistiche.

Mentre le testate di qualità sempre più colpite dalla crisi economica e dalla competizione con l’informazione gratuita sono più soggette all’influenza delle Relazioni Pubbliche.

Insomma, se i risultati del primo Annuario sulla “Qualità dei media in Svizzera” pubblicato lo scorso anno avevano destato critiche e dissensi nel mondo mediatico professionale per la loro negatività, con la pubblicazione del secondo studio da parte del fög – Forschungsbereich Öffentlichkeit und Gesellschaft – dell’Università di Zurigo, la musica non è cambiata.

Anzi, attorno all’ Annuario 2011 sulla  «Qualità dei media – Schweiz Suisse Svizzera» a cura di un gruppo di ricercatori dell’Università, che fanno capo al sociologo dei media Kurt Imhof, e si propongono di analizzare la qualità dell’offerta dell’offerta informativa e giornalistica in Svizzera prendendo in considerazione tutti i tipi di media e i generi di pubblicazione (anche i gratuiti e i domenicali), si è levato un enorme polverone mediatico.

Chi a favore, chi contro, diversi professionisti, giornalisti ed esperti hanno espresso la loro opinione sullo studio scrivendone sui giornali (Neue Zürcher Zeitung, Tagesanzeiger e Weltwoche) sui blog e sui social network. Qualcuno definendo la ricerca “boulevard scientifico” qualche altro paragonando il sociologo dei media a un critico gastronomico pasticcione che non ha ben chiaro che cosa sia e come si misuri la qualità dei media ai tempi di internet.

Critiche alle quali sul sito del fög è stato risposto pubblicamente, ammettendo che seppur qualche imprecisione è stata commessa questa non compromette la qualità e l’attendibilità dei risultati dell’intero studio pubblicato in un volume rilegato di seicento pagine.

E dal quale si rileva che lo stato attuale e il futuro sviluppo dell’editoria in Svizzera sono caratterizzati in particolare da due importanti tendenze.

Da un lato la continua espansione di Tamedia AG che a livello nazionale raggiunge una quota di mercato del 43% superando i suoi diretti concorrenti Ringier e Gruppo NZZ. E nella Svizzera romanda, grazie all’acquisizione di Edipresse, controlla addirittura il 74% del mercato della stampa. Senza contare che con il lancio di 20 minuti in Ticino, Tamedia dispone di una piattaforma pubblicitaria di portata nazionale nel Paese.

Dall’altra il rischioso monopolio dell’Agenzia Telegrafica Svizzera (ats) per quanto concerne le notizie nazionali. Monopolio che non riduce soltanto la varietà giornalistica ma aumenta anche la necessità di trasparenza da parte dei singoli media nel citare l’origine delle proprie fonti. Per questa analisi è stato usato un software antiplagio in grado di stabilire che spesso le redazioni firmano le notizie di agenzia come proprie apportando dei minimi cambiamenti oppure vengono talmente rielaborate che la fonte non è nemmeno più riconoscibile. Una pratica estesa a tutta la stampa ma in particolare usata dal giornale scandalistico Blick e dal gratuito 20 Minuti.

Quella della concentrazione mediatica e della trasparenza delle fonti sono tematiche che oggi interessano il panorama mediatico globale. Il fatto che in Svizzera se ne parli e che a dare l’impulso e il ritmo alla discussione sia una ricerca scientifica è buon segno.

Significa che il mondo accademico e il mondo professionale non sono sordi l’uno all’altro ma prendono parte ad un dialogo e ad un confronto.

D’altra parte è dimostrato che le ricerche a proposito dei media e della comunicazione in ambito scientifico ricevono in Svizzera, rispetto ad altri paesi europei, sempre una grande visibilità e attenzione pubblica.

Utile naturalmente affinchè avviene in un’ottica propositiva e costruttiva e non distruttiva di chi ha ragione o torto.

Per maggiori informazioni consultare il sito del fög dell’Università di Zurigo: http://jahrbuch.foeg.uzh.ch/Seiten/default.aspx

E le diverse fonti:

http://www.tagesanzeiger.ch/leben/gesellschaft/Kritik-der-Kritik/story/14198479

http://philippe-wampfler.com/2011/10/08/wie-man-auf-kritik-nicht-reagieren-sollte-kurt-imhofs-kritik-an-der-medienqualitat/

http://www.nzz.ch/nachrichten/politik/schweiz/mangelnde_transparenz_in_der_medienarena_1.12868575.html

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