Giornalismo investigativo protagonista a Ginevra

26 Aprile 2012 • Giornalismi • by

A Ginevra il 27 aprile, presso il Club suisse de la presse, una piccola ma intensiva conferenza sul giornalismo investigativo

Una decina di panel, distribuiti su due sale in contemporanea, nella filosofia dei nodi mondiali del giornalismo d’inchiesta: si impara ‘mettendoci le mani’ e si insegna partendo dall’esperienza concreta fatta da professionisti del mestiere. L’appuntamento, a fine aprile a Ginevra, é organizzato dal Club suisse de la presse (www.pressclub.ch) in collaborazione con www.swissinvestigation.net. Fra i relatori ci saranno firme giornalismo svizzero, ma soprattutto molti e pregiati ospiti dalla vicina Francia e da diversi paesi del continente Europa.

Cédric Mathiot di Libération verrà a Elvezia per parlare di ‘facts checking’, la verifica delle notizie, esercizio purtroppo raro quanto essenziale, che dal 2008 é il cuore della sua apprezzata rubrica „désintox“ ovvero „contro-inchiesta sulle dichiarazioni dei politici“ (http://desintox.blogs.liberation.fr/). Collega di redazione a Libération, il celebre Fabrizio Calvi arriverà invece in Romandia per ragionare su come fare inchiesta nell’ambito della criminalità mafiosa – un ambito di specializzazione delicato, pericoloso e nel quale Calvi lavora ormai da un quarantennio, come testimonia la sua generosa produzione (http://fr.wikipedia.org/wiki/Fabrizio_Calvi). Dal Belgio arriverà Alain Lallemand, cronista del quotidiano Le Soir (http://www.alainlallemand.be/), per raccontare del suo lavoro attorno alle reti internazionali del traffico di droga, con focus sulle vie dell’eroina. Sempre dalle Fiandre ci sarà Karel Platteau (http://www.scriptieprijs.be/EN/index.php?page=482), co-direttore del Fondo Pascal Decroos, organizzazione senza scopo di lucro per la promozione del giornalismo investigativo, e offrirà riflessioni e strumenti concreti per fare inchiesta utilizzando i social media, un campo pervasivo quanto promettente. Dall’Ucraina, verrà a Ginevra Vlad Lavrov, giornalista di lungo corso, membro dell’International Consortium of Investigative Journalists (www.publicintegrity.org/investigations/icij/journalists/profile/3180/) e in forze alla versione inglese del quotidiano Kiev Post, nonché specialista di crimine organizzato e bilanci finanziari con l’Organised Crime and Corruption Reporting Project (http://www.reportingproject.net/occrp/).

Ancora dalla Francia ci sarà Jérôme Pierrat (http://metrofrance.com/blog/mafia/), giornalista a Canal + – il suo panel sarà sulle gang delle periferie. Dei giornalisti di casa nostra ci saranno due donne: Isabelle Ducret della trasmissione di documentaristica e reportage d’inchiesta Temps Présent (http://www.rts.ch/emissions/temps-present/), per raccontarci come ha sfruttato per le sue inchieste gli strumenti offerti dalla relativamente nuova legge federale sulla trasparenza nella pubblica amministrazione (www.ejpd.admin.ch/ejpd/it/home/themen/staat_und_buerger/oeffentlichkeitsprinzip.html), mentre chi scrive (www.serenatinari.com) proverà a passare ai colleghi una selezione di strumenti del mestiere per fare inchiesta nel controverso mondo dell’industria farmaceutica.

All’appuntamento di Ginevra, come in ogni gustosa pietanza fatta in casa, non mancheranno le spezie. Ci sarà l’ex spia Annie Machon (EJO ne ha già scritto, qui http://it.ejo.ch/5243/giornalismi/da-kiev-le-novita-sul-giornalismo-investigativo) e stavolta non parlerà di sé, ma di come fare inchiesta sul mitico mondo degli agenti segreti. E Quentin Rossy, della Facoltà di diritto e scienze criminali dell’UNIL di Losanna, che ci suggerirà come si possano applicare alcuni metodi dell’indagine di polizia al giornalismo. Come se non bastasse un così fitto programma – con il solito dilemma della ardua scelta di cosa seguire – una terza sala ospiterà, in contemporanea ai suddetti panels, delle tavole rotonde animate da giornalisti della Svizzera francese. Sfiziosi e importanti i temi: al mattino, Pierre Ruetschi (http://www.illustre.ch/pierre_ruetschi_43843_.html), de La Tribune de Genève, modererà un dibattito dal titolo pepato: „Affare degli ostaggi svizzeri in Libia: quando la ragion di Stato uccide l’informazione“. Subito dopo la pausa pranzo e fino al tardo pomeriggio, nella terza sala si avvicenderanno a ritmo serrato ricchi temi e cronisti competenti. Thierry Meyer e Gérald Cordonier del quotidiano 24 Heures analizzeranno la politica a Losanna attraverso la lente scomoda del giornalismo d’inchiesta; François Mauron, de La Liberté, spiegherà come svolgere indagini sui redditi accessori dei politici professionisti; Yves Steiner (http://www.mediapart.fr/blog/29478), giornalista a RTS, si occuperà della fiscalità d’impresa e Patrick Vallélian (http://www.delibreo.ch/article.php3?id_article=323), del settimanale Hebdo, di come fare inchiesta sull’acquisto di materiale militare.

Presumibilmente cotti da cotanto materiale umano, di riflessione e di apprendimento, i partecipanti alla mini-conferenza di Ginevra dovranno resistere con le orecchie ben aperte e il cervello collegato ancora per un’ultima ora che sarà dedicata al dibattito di chiusura, dal titolo: „Come fare inchiesta sui nuovi capoclan e sulle nuove reti del crimine organizzato“, dibattito presentato dal criminologo Jérôme Pierrat. Gran finale con la cena collettiva, il cui costo – come pure il pranzo e le pause caffé – é compreso nella tassa di iscrizione di 175 franchi. Prezzo decisamente stracciato, per una tale abbuffata di cibo per la mente. Per informazioni: www.swissinvestigation.

 

 

 

 

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