Neue Zürcher Zeitung, 29.4.2005
Con una tiratura giornaliera di 380’000 copie, Il Sole 24 ore è il n. 3 in Italia. Uno studio pubblicato su un giornale specializzato spiega come mai il quotidiano sia un fenomeno editoriale che non ha eguali a livello mondiale.
Fra i poli politici
Il quotidiano è largamente riconosciuto come il più politicamente indipendente del Paese, anche se, va detto, appartiene alla Confindustria, l’associazione degli industriali italiani. Una conferma a questa affermazione la si può avere guardando i giornali concorrenti ed i vari canali televisivi molti dei quali sono eccessivamente impegnati in quello che il giornalista televisivo Enrico Mentana chiama bi-regime (regime bipolare), una parte in aperto sostegno della coalizione di destra guidata dal precedente Primo Ministro Silvio Berlusconi e l’altra della controparte di sinistra guidata da Romano Prodi,
Anche se Il Sole 24 ore è ovviamente pro business e non può essere accusato di tendenze di sinistra, i suoi proprietari e sostenitori, una selezione di tradizionali industriali, hanno sempre mantenuto una certa distanza da Berlusconi (considerato nuovo ricco e populista) ed evitato di allinearsi al suo governo.
In un articolo pubblicato nel 2004 su un giornale specializzato Problemi dell’informazione il giornalista italiano Cristiano Draghi, nel contesto di una serie dedicata ai grandi gruppi editoriali italiani, traccia gli ultimi dieci anni dello sviluppo del Il sole 24 ore sottolineando perché il quotidiano «è un fenomeno editoriale che sia a livello italiano che internazionale non ha eguali. »
Uno dei suoi punti forti è la multimedialità: il business centrale è rimasto il giornale, ma l’impresa si è allo stesso tempo estesa al mercato dei settimanali e dei mensili, ha lanciato il suo portale internet e una agenzia di stampa, possiede una propria emittente radiofonica ed è attiva nel business televisivo e nella pubblicazione di libri.
Oltre che alla varietà dei prodotti il successo del Sole 24 ore dipende dalla eccellente strategia di marketing che non si limita al classico bacino di utenza del giornalismo economico. E per far ciò il giornale ha sistematicamente allargato il campo degli argomenti trattati, includendo anche quelli di interesse generale. Ed è forse per questo che Il Sole 24 ore è l’unico giornale italiano che può contare su un considerevole numero di abbonati mentre tutti gli altri giornali vengono distribuiti quasi esclusivamente attraverso le edicole. Recentemente il giornale si è ulteriormente diversificato grazie alle edizioni regionali nell’intento di soddisfare sempre di più i propri lettori. La decisione poi dei proprietari di reinvestire nell’impresa stessa gran parte dei profitti ha contribuito al suo successo.
Combattere per l’indipendenza
Il successo ha inoltre permesso alla redazione tutta di conquistare una indipendenza politica molto invidiata in Italia. Una prova di tale indipendenza è stata la nomina nel 2005 di Ferruccio De Bortoli a Direttore del giornale, proprio quel De Bortoli che su pressione di Berlusconi lasciò la direzione del più grande e rinomato quotidiano italiano Il Corriere della Sera.
L’analisi di Draghi ha anche dei punti che possono potenzialmente disilludere alcuni dei suoi lettori, perché una parte della stessa è dedicata al problema che si presenta quando si effettuano cambi di personale, al mercanteggiare delle posizioni secondo una prassi tutta italiana.
Tuttavia la fortuna del Il Sole 24 ore e la sua indipendenza risiedono nel fatto che, contrariamente agli altri giornali del Paese, non sia proprietà di un singolo predominante editore che può dire l’ultima parola.
Giovanni Agnelli, che presiedeva il Consiglio di Amministrazione della Fiat e del cui impero faceva parte non solo il quotidiano La Stampa di Torino ma controllava, anche, sia pure indirettamente, il Corriere della Sera, un giorno disse che prima o poi Il Sole 24 Ore sarebbe diventato il maggiore giornale Italiano; e potrebbe aver avuto ragione se non altro perché la redazione, piuttosto che considerare i concorrenti italiani, guarda agli standard di qualità del giornalismo anglosassone e dell’Europa centrale.