Dubbi e riserve sull’IA nel giornalismo svizzero

5 Febbraio 2024 • Cultura Professionale, Digitale, Giornalismi, In evidenza • by

Il lancio di ChatGPT e di altri strumenti di  intelligenza artificiale (IA) ha portato una maggiore attenzione sull’utilizzo di questi strumenti in campi come la scienza, i media e la società. Tuttavia, solo pochi studi hanno analizzato come il pubblico percepisce e accetta l’IA nel giornalismo. Per questo motivo, il Research Centre for the Public Sphere and Society dell’Università di Zurigo ha condotto un sondaggio nel luglio 2023 per capire le opinioni del pubblico sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella produzione delle notizie.

Scetticismo nei confronti dell’IA

I principali risultati dello studio, che ha coinvolto 1.254 partecipanti provenienti dalle regioni svizzere di lingua tedesca e francese, indicano che la popolazione svizzera nutre delle riserve nei confronti dei contenuti giornalistici generati totalmente o parzialmente dall’IA. Solo il 29% degli intervistati si è dichiarato disposto a leggere contenuti generati interamente dall’IA, mentre l’84% è interessato a contenuti giornalistici prodotti senza IA.

Tuttavia, l’accettazione varia a seconda dell’argomento. Ad esempio, le notizie di routine sul mercato azionario o le previsioni del tempo hanno registrato un tasso di apprezzamento più alto, pari al 61%, seguite dalle notizie soft su “star e celebrità”, pari al 49%. Al contrario, si sono registrati livelli di approvazione più bassi per gli argomenti di attualità come la cultura (28%) e la scienza (26%), con appena il 16% per la politica nazionale e internazionale.

Un rischio per la fiducia

Lo studio ha anche rivelato come ampi segmenti del pubblico (61%) percepiscono  un impatto negativo delle IA sulla qualità delle notizie, con il 67% preoccupato che l’IA possa esacerbare la diffusione della disinformazione. Gli intervistati concordano ampiamente sul fatto che gli editori dovrebbero etichettare chiaramente gli articoli prodotti con l’assistenza delle intelligenze artificiali. Ciò suggerisce come la mancanza di tale indicazione potrebbe erodere la fiducia nel giornalismo.

Inoltre, il sondaggio ha evidenziato una certa riluttanza a pagare per il giornalismo generato dall’IA. Solo il 9% degli intervistati si è reso disponibile a pagare per contenuti interamente creati dall’IA, mentre il 65% ha dichiarato che avrebbe pagato per articoli prodotti da giornalisti umani. La maggior parte dei partecipanti, il 73%, ritiene che le aziende del settore dei media utilizzino l’IA principalmente per ridurre i costi. Questi risultati indicano che l’aumento dell’utilizzo dell’IA nel giornalismo potrebbe influire negativamente sulla disponibilità del pubblico a pagare per i contenuti.

Trasparenza dell’IA

Nel complesso, lo studio suggerisce un certo scetticismo della popolazione svizzera sull’uso dell’IA nel giornalismo. Ciò evidenzia l’importanza di una ricerca continua per monitorare i cambiamenti nell’opinione pubblica. Inoltre, è evidente la necessità di maggiore trasparenza nell’utilizzo delle intelligenze artificiali nel giornalismo. A questo proposito, le semplici dichiarazioni di utilizzo dell’IA sono insufficienti. Per superare questo ostacolo, lo studio suggerisce di affidarsi all’approccio alla trasparenza “esplicativa” di John Carroll, delineato in Why should humans trust AI? , ovvero specificare come e in quali fasi l’IA è stata utilizzata nel processo giornalistico, il suo scopo e come sono stati verificati i risultati.

Per facilitare questa trasparenza, lo studio propone anche  la creazione di brevi schede metodologiche su come rendere conto dei contributi dell’IA ai contenuti giornalistici. Questo approccio consentirebbe al giornalismo di differenziarsi da testate senza scrupoli che utilizzano in modo improprio l’IA generativa, come ChatGPT, per plagiare i contenuti.

Concentrarsi sulla trasparenza è essenziale per contrastare la convinzione che l’IA danneggi la qualità giornalistica quando, in realtà, come suggerito da Bibo Lin e Seth Lewis, può servire come strumento di garanzia della qualità se usata correttamente.

Nello studio, si consiglia alla stampa e alle associazioni del settore di sviluppare delle linee guida chiare per l’uso dell’IA nel giornalismo. Sebbene esistano già delle politiche sull’IA in alcune aziende mediatiche in Svizzera e in altri Paesi, è necessario promuovere degli standard più completi e globali.

Leggi il rapporto completo qui.

Articolo tradotto dall’originale inglese.

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