In seguito all’excursus della scorsa settimana su paywall, valorizzazione dei contenuti online e modelli di pagamento sono state diffuse le evidenze emergenti da “The Search for a New Business Model”, studio di analisi dei modelli di business dei quotidiani statunitensi realizzato da The Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism, consentendo di ampliare ed approfondire il quadro di riferimento su dove risieda la chiave del successo per le testate digitali e i gruppi editoriali.
I contorni del contesto competitivo si completano ora di ulteriori riferimenti, permettendo di focalizzare ancora meglio lo scenario attuale e le sue possibili evoluzioni, grazie a “World Newsmedia Innovation Study 2012”, indagine a cadenza annuale, condotta dall’associazione di ricerca no profit statunitense, in associazione con i ricercatori dell’University of Central Lancashire e della Columbia University’s School of International and Public Affairs , i cui risultati sono stati ottenuti in esclusiva dal sottoscritto per conto dell’ Osservatorio europeo di giornalismo – European Journalism Observatory [EJO].
Lo studio si focalizza sugli aspetti finanziari ed economici, i piani di innovazione e di formazione e sviluppo delle principali media companies. La ricerca è stata condotta tra maggio e novembre 2011 coinvolgendo 244 responsabili di altrettante aziende del comparto dell’informazione di 54 nazioni del mondo Italia compresa; per il 75% dei casi top manager di quotidiani generalisti.
Il 61% dei rispondenti si attende che i ricavi ed i profitti dei prossimi 12 mesi provenga dalla carta stampata, dalla versione tradizionale del proprio giornale, con un incidenza sul totale delle revenues compreso tra il 70 ed 94%. Previsione che sull’arco temporale del prossimo quinquennio scende al 47% degli intervistati con un quarto dei top manager (28%) che ritiene che le fonti non tradizionali superino almeno il 50% del totale delle revenues da qui al termine del prossimo lustro.
Il modello di business prevalente continua ad essere quello dell’abbinata tra vendite ed abbonamenti + pubblicità per la carta stampata mentre online la proporzione si ribalta in maniera speculare ed è in tre quarti dei casi (78%) ad accesso gratuito per il lettore fondando le attese di ricavi su altre fonti di revenues che non siano il pagamento degli utenti, delle persone. Una tendenza che per le altre piattaforme, gli altri device come applicazioni per tablets e smartphones e siti web mobile, si riduce con accesso a pagamento che pur restando elemento minoritario cresce.
Orientamenti e attese che hanno oscillazioni sensibili più che a livello di area geografica di appartenenza in funzione del ruolo del manager che di estrazione marketing/commerciale assume una visione in molti casi diversa, anche sensibilmente, rispetto a ruoli di natura più tecnica quale quello di editorial manager. Aspetto che fornisce la dimensione della difficoltà di direttori e general manager nel gestire le diverse anime di un’impresa editoriale.
Proprio flussi e processi aziendali sono al primo posto nella lista delle aree di revisione necessarie al recupero della redditività aziendale secondo gli intervistati con stampa, distribuzione, gestione amministrativa e dei materiali in cima alla lista delle priorità degli aspetti sui quali intervenire per la riduzione dei costi.
Le persone, finalmente, paiono essere la priorità assoluta di intervento e di sviluppo secondo il campione di rispondenti con interventi formativi di supporto sia per i giornalisti che per il personale dell’area commerciale delle imprese. Altrettanto avviene in termini di piattaforme di sviluppo con il 57% dei manager delle imprese del comparto che ritiene che i social media siano l’area sulla quale sia necessario maggiormente investire per il futuro.
Complessivamente le previsioni sono con una leggera tendenza all’ottimismo sia per le attese di un miglioramento, seppur modesto, dei ricavi per il futuro che per la chiarezza sulla necessità di investimento in innovazione e prodotti innovativi che è trasversale alla stragrande maggioranza degli intervistati.
Il futuro dei quotidiani, anche in termini di sostenibilità economica, si gioca sulla capacità di realizzare sinergie, convergenza, tra le versioni digitali e quelle tradizionali, utilizzando ciascun mezzo, ciascuna versione a supporto dell’altra.
Le attese, i proclami apocalittici di scomparsa della carta si confermano essere eccessivi ed enormemente amplificati rispetto alla realtà (da “guru pour cause”?) con stampa e digitale, media tradizionali e digitali, a costituire le due facce della stessa medaglia, entrambi importanti nell’attualità e per il futuro.
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