Al Jazeera English emittente TV dell’anno

27 Febbraio 2012 • Digitale • by

Se il 2011 è stato, come magnificato dalla copertina del Time di fine anno, l’anno dei rivoltosi, risulta quasi naturale che tra i broadcaster internazionali Al-Jazeera English abbia avuto un anno di successi.

Dopo l’online journalism award di settembre per la copertura degli eventi in Egitto ed altri importanti riconoscimenti del lavoro svolto a fine 2011, adesso, per la prima volta, il canale in lingua inglese dell’emittente televisiva araba ha vinto il premio come “news channel of the year” della britannica Royal Television Society affermandosi contro Sky News e BBC, ai quali pure sono andati comunque premi importanti.

Al-Jazeera English dunque pare essere davvero diventata competitiva e temibile per altre televisioni più affermate sino ad ottenere il riconoscimento del lavoro svolto in tutto l’occidente. Un successo  raccolto nel mondo occidentale grazie all’ottimo lavoro svolto nella copertura della rivolta araba con i reportage da Piazza Tahrir al Cairo sino alla tempestività nel raccogliere e diffondere le immagini della morte del leader libico Muammar Gaddafi che è importante ripercorrere nei suoi passaggi essenziali per comprenderne ruolo e significato.

La capacità di narrazione del canale televisivo non si è limitata infatti a qualità delle immagini ed a tempestività nella trasmissione delle informazioni ma si è contraddistinta positivamente per l’utilizzo adeguato orizzontale di tutte le soluzioni ed i mezzi disponibili oltre a quelli tradizionalmente utilizzati dai broadcaster e che non è stata neppure circoscritta esclusivamente ai fatti dell’Africa Mediterranea e dei Paesi Arabi.

Un lavoro che ha offerto una copertura davvero internazionale abbracciando eventi, talvolta anche trascurati da altri media, dal Bahrain ad Haiti, utilizzando in maniera innovativa rispetto a quanto svolto sino a quel momento da altre emittenti buona parte dei canali e delle opzioni offerte dai social media dal microblogging di Twitter ai video su YouTube passando per il social networking con Facebook.

James Surowieck, giornalista statunitense di riconosciuta autorevolezza, fa risalire il momento in cui i social media sono divenuti una parte rilevante dell’ecosistema dell’informazione allo tsunami del 2005,  l’emittente araba ha avuto la capacità di soddisfare il nowism: il bisogno apparentemente imperante di gratificazioni ed informazioni istantanee e costanti ben sintetizzato nella definizione che ne fornisce l’Urban Dictionary, con modalità e mezzi innovativi utilizzando sinergicamente i mezzi attualmente a disposizione ed avendo la capacità di uscire dai luoghi comuni, dagli stereotipi dell’informazione.

Dalla “Twitter dashboard” della primavera araba, il cruscotto  realizzato che consentiva di visualizzare in un unico spazio tutte le informazioni pubblicate su Twitter relativamente a Bahrain, Siria, Egitto, Libia e Yemen, a Stream, una social media community con programmi televisivi propri, l’iniziativa dedicata principalmente all’attivismo sociale, a ciò che coinvolge emotivamente le persone, Al-Jazeera English si è distinta per la l’adozione di soluzioni che certamente rappresentano la punta di diamante, l’avanguardia di riferimento nell’evoluzione attualmente in corso in ambito giornalistico ed informativo.

A partire dalla seconda metà del ‘900 il numero di ore trascorse davanti al televisore dalla popolazione mondiale è aumentato ogni anno, fino a raggiungere il trilione. Nel 2009 per la prima volta la crescita si è interrotta e si è registrato un decremento per opera delle generazioni più giovani, che hanno ridotto il tempo trascorso in modo passivo a guardare quello che scorre sullo schermo e sono passate ai nuovi media interattivi, spesso combinando la visione televisiva all’utilizzo di social media e social network.

Informazione di qualità e social TV coniugate con sapienza da parte dell’emittente del Qatar sono il vero premio da attribuire al di là dei riconoscimenti formali che pure gratificano.

 

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