(L’Ejo festeggia nella primavera del 2014 i suoi primi 10 anni di attività. Questo editoriale è il primo contributo di una serie di articoli realizzati per l’occasione in collaborazione con Square, il magazine dell’Università della Svizzera italiana, di prossima pubblicazione)
È quasi un miracolo: l’Osservatorio europeo di giornalismo non solo ha superato i primi dieci anni di vita, ma è riuscito ad acquistare maggior visibilità. Viene consultato da giornalisti in dieci lingue europee diverse, oltre che da molte persone che desiderano rimanere informate sui rapidi cambiamenti in atto nel frenetico mondo dei media. Il concetto alla base del progetto è semplice. Ogni anno, milioni incassati dalle tasse vengono spesi, sia in Europa che altrove, per sostenere la ricerca sugli sviluppi del giornalismo e dei media, ma i risultati che ne scaturiscono non sono facilmente accessibili a coloro che potrebbero farne l’uso migliore. È auspicabile che i giornalisti e i manager che lavorano nei media possano trarre beneficio da queste ricerche. A questo fine è necessario, però, farne una traduzione e un riassunto.
Inoltre, persino i ricercatori e gli esperti di media di un paese sanno poco della cultura giornalistica e dei sistemi mediatici delle altre nazioni europee, sebbene loro vicine. Senza questa conoscenza è difficile imparare gli uni dagli altri e creare degli standard europei comuni di professionalità. A questo scopo, l’Ejo offre notizie che oltrepassano le barriere culturali e fornisce analisi approfondite nei campi della ricerca sui media, dei trend attuali e nelle best practice della professione giornalistica – tutto questo nell’idioma ideale del suo target, ovvero la sua stessa lingua madre.
Il sostegno finanziario iniziale, per le pagine web in italiano e in inglese, è venuto dalla Fondazione per il Corriere del Ticino, e, per i siti in tedesco e in polacco, da una fondazione tedesca, la Stiftung Pressehaus Nrz. Nel 2011, il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica ha iniziato a finanziare sei nuovi siti in altrettanti paesi dell’Europa dell’Est, oltre a quello svizzero con sede a Lugano. Inoltre, dal 2013, il Fns finanzia in parte anche la partecipazione in Ejo della Zürcher Hochschule for Applied Sciences di Winterthur. Lo stesso anno il prestigioso Reuters Institute for the Study of Journalism della Oxford University è diventato il nuovo partner strategico dell’Ejo nel mondo anglofono, promosso dalla tedesca Robert Bosch Foundation .
A livello locale, il generoso sostegno finanziario della Fondazione per il Corriere del Ticino ha dato vita a una partnership, unica nel suo genere, tra l’Università della Svizzera italiana e Timedia, il maggior gruppo editoriale privato del Ticino. Entrambi ne sono orgogliosi: gli studenti possono infatti avvalersi di particolari lezioni, all’interno dei curricula dei corsi di comunicazione, tenute personalmente dai direttori e dai giornalisti delle testate del gruppo che forniscono esperienze della “vita quotidiana in redazione” e sottopongono case study specifici, mentre gli studenti, dal canto loro, possono offrire degli spunti originali e innovativi. Inoltre, alcuni studenti possono diventare anche una potenziale fonte di talento per Timedia. Lo stesso Ejo offre invece posti di lavoro agli student assistant e ai dottorandi che possono così acquisire un’esperienza professionale fuori dal comune – sia come “trainee” in ricerca sia, in parte, come giornalisti.
Persino il Ceo di Timedia e del Corriere del Ticino vanta un background all’Osservatorio europeo di giornalismo. Sette anni prima di diventare il top manager del gruppo editoriale ticinese, infatti, Marcello Foa è stato uno dei due fondatori dell’Osservatorio. Da allora, ha sempre contribuito al suo successo e ha continuato a partecipare alle sue riunioni. A tal proposito, Foa ha dichiarato: “Senza l’esperienza all’Osservatorio europeo di giornalismo, probabilmente non avrei potuto affrontare la sfida che rappresentava il passaggio dalla mia posizione precedente, come top editor di un giornale italiano, a quella di top manager di Timedia.”
Speciale 10 anni di Ejo:
“Quel ponte tra redazioni e accademie”, di Marcello Foa
Photo credits: Ejo
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