Con una nutrita partecipazione di esperti e appassionati, la XIII edizione di Glocal di Varese ha posto l’intelligenza artificiale (IA) al centro di numerose discussioni. Il festival offre molteplici opportunità di confronto e dibattito sui temi del giornalismo contemporaneo, della digitalizzazione e, non da ultimo, dell’integrazione dell’IA nei processi redazionali.
Nel panel relativo alle piattaforme basate su IA generativa, si è esplorato come questa tecnologia possa migliorare il giornalismo in modo responsabile, creando strumenti che promuovono una produzione più trasparente e collaborativa. Un esempio concreto è il progetto MeMa (Memoria Manifesta, ndr.), una piattaforma sviluppata internamente dalla redazione de Il Manifesto, pensata per ottimizzare la gestione dell’archivio storico del giornale, alimentata esclusivamente con gli articoli del Manifesto integrando modelli linguistici avanzati e tecnologie di word embedding (rappresentazioni vettoriali delle parole, ndr.) con una base di conoscenza specifica, costruita per rispondere alle domande dei lettori in modo semantico, fornendo risposte accurate. L’intelligenza artificiale di MeMa è progettata per ridurre il rischio delle cosiddette “allucinazioni”, grazie a un ancoraggio solido nei contenuti originali del giornale.
Il progetto non si limita a una semplice gestione dell’archivio storico del Manifesto—che raccoglie dati dal 1971 fino ad oggi—ma punta a sviluppare una piattaforma che cresce e si adatta man mano che il giornale continua la sua attività. MeMa rappresenta una soluzione innovativa per ottimizzare la gestione degli archivi e la generazione di contenuti, rendendo più accessibile e navigabile la storia del giornale. Dopo quattro anni di sviluppo, questo progetto dimostra come anche un piccolo editore possa sviluppare il proprio software personalizzato per ottimizzare la gestione degli archivi e la produzione di contenuti in modo etico e innovativo.
Tra verità e precisione
Luca De Biase, moderatore del panel e noto esperto di innovazione e digitalizzazione, ci ha concesso una breve intervista per approfondire ulteriormente le tematiche trattate al termine dell’incontro. Sottolineando l’importanza dell’accuratezza e della trasparenza nel giornalismo, anche quando si parla di intelligenza artificiale, De Biase ha affermato: “Il giornalismo non è semplicemente un mestiere o un business; è un metodo, una disciplina per scoprire come stanno le cose. Sebbene, una volta pubblicato dai giornalisti, diventi anche un lavoro e un’attività economica, alla sua essenza rimane un mezzo per conoscere la verità. E una delle sue regole principali è l’accuratezza: cercare la verità in modo preciso e non casuale.”
Questo principio di precisione è fondamentale anche quando si utilizza l’IA, un campo che, per la sua natura statistica, può produrre “allucinazioni”, ovvero risposte imprecise o errate, motivo per cui l’intelligenza artificiale deve essere alimentata da dati controllati e progettata per limitare gli errori. Del resto, essa può essere un valido supporto per sintetizzare e analizzare grandi quantità di informazioni, ma è fondamentale che la qualità dei dati sia sempre monitorata e controllata, per evitare errori e distorsioni.
De Biase ha inoltre dichiarato: “L’opportunità è quella di imparare a trattare un maggior numero di argomenti in maniera ragionata, purché si agisca su basi di dati controllabili, per poi porre l’accento sull’importanza della veridicità delle fonti. Ad un certo punto, emergerà la consapevolezza che è fondamentale sapere cosa è affidabile e cosa non lo è. Sarà allora che ci sarà una rinascita per chi fa giornalismo, che non è detto che siano solo i giornalisti, ma chiunque si occupi di fornire informazioni accurate, indipendenti, documentate, verificabili e legali. Un esempio di come l’intelligenza artificiale possa essere applicata in modo positivo è quello che abbiamo visto oggi, dove i giornalisti sono coinvolti nella progettazione degli strumenti.” In un mondo in cui l’accesso alle informazioni è sempre più vasto e complesso, la capacità di fornire contenuti verificati e affidabili diventa una priorità fondamentale per il giornalismo.
“ Un esempio di come l’intelligenza artificiale possa essere applicata in modo positivo è quello dove i giornalisti sono coinvolti nella progettazione degli strumenti.”
Luca De Biase
Verso un giornalismo responsabile
Il progetto del Manifesto costituisce un esempio significativo di come questa tecnologia possa essere integrata nel giornalismo in maniera responsabile, sviluppando strumenti che siano al contempo utili per lettori e giornalisti, e che preservino i valori fondamentali di comunità, partecipazione e veridicità, destinati a rimanere i cardini del giornalismo del futuro.
Il coinvolgimento attivo dei giornalisti nella fase di progettazione offre due indubbi vantaggi: innanzitutto, rendendoli parte del processo, si attenua la loro diffidenza verso l’IA; in secondo luogo, dando spazio alle loro idee, timori, obiezioni e interrogativi, si favorisce l’integrazione dei principi giornalistici nel design degli strumenti, assicurando che l’output finale rispecchi tali valori. Spesso, infatti, quando i tool di IA sono sviluppati da terzi, i giornalisti vengono esclusi dal processo, con il rischio che tali tool non riflettano i valori etici e professionali propri del giornalismo.
Tags:digital journalism, EJO, Festival Glocal, intelligenza artificiale