Globalpost.com: notizie dall’estero for profit

17 Novembre 2010 • Digitale • by

Homepage di GlobalPost.com

Di questi tempi davvero difficili per la stampa scritta, in particolare qui negli Stati Uniti, fa piacere scoprire  progetti giornalistici innovativi, freschi e….for profit.  E’ il caso di GlobalPost.com, una testata esclusivamente online per le notizie e i reportage dal mondo. Lanciato  quest’anno con un capitale  iniziale di 10 milioni di dollari proveniente da investori privati, per il 67% capitale americano e per il 33%  straniero, il sito oggi conta  quasi 1 milione di utenti unici al mese. Principali fonti di profitto sono: pubblicità online, sottoscrizione annuale o mensile e partnership con altri network e testate, ad esempio CBS News, Reuters e Huffington Post ,  per la pubblicazione dei propri contenuti. E per ora, a dire di Charles M. Sennott, a lungo corrispondente dal Medio Oriente e da Gerusalemme  per il Boston Globe e oggi co-fondatore e direttore di GlobalPost.com, il bilancio è buono e l ‘impresa fa profitti.

Il team di giornalisti di cui si avvale è di tutto rispetto, anzi  per alcune testate direi invidiabile: più di 50 corrispondenti e 125 giornalisti free-lance dislocati in diverse regioni del mondo: Afghanistan, Brasile, Russia, India, Cina, Africa e Europa. E i pezzi, dice Sennott, “li paghiamo quanto il New York Times o il Washington Post“.

In altre parole una testata online che qualitativamente pensa e agisce come una testata cartacea, con il valore aggiunto delle potenzialità del web: video, audio, immagini, social network…..Anche a livello di contenuti non manca nulla: dalla notizia, all’approfondimento, all’opinione; dalla politica, alla cultura fino alla scienza. E, conferma Sennott, le notizie e le fonti sono sempre verificate e accurate. C’è addirittura una pagina con tanto di cartina dove poter visualizzare i luoghi dai quali operano i giornalisti e alcuni dei temi e degli argomenti ai quali lavorano.

Un progetto  e un modello di business da imitare? Certo 10 milioni di dollari non si trovano dietro l’angolo e nemmeno persone disposte a investire così tanto nel giornalismo. Però negli Stati Uniti non è il primo progetto di questo tipo. Ricordiamo ProPublica, anche se è non profit, che per certe dinamiche assomiglia a GlobalPost: entrambi i siti sono stato fondati da giornalisti navigati provenienti dal giornalismo tradizionale e dal mondo della carta stampata, entrambi hanno potuto contare sun un capitale di partenza molto alto. Certo nel primo caso si tratta di finanziatori, nel secondo di donatori. Un segnale chiaro però che indica come negli Stati Uniti qualcuno ha iniziato a guardarsi intorno, a prendere strade nuove e a rischiare.

Certo, in un momento in cui i grandi  della stampa scritta tagliano le redazioni estere, eliminano le proprie filiali nel mondo, licenziano i corrispondenti e riducono le notizie internazionali al limite prendendole per lo più da  fonti di agenzia, il GlobalPost.com colma un vuoto informativo con professionalità e know -how giornalistico, aprendo una finestra sul mondo per chi non si accontenta delle notizia taglia e incolla ed è ancora interessato a conoscere davvero cosa succede al di là dei propri confini…

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