Era il 2005 quando John Harris, Jim VandeHei e Mike Allen, giornalisti del Washington Post fondarono Politico.com, sito di informazione di nicchia dedicato esclusivamente alle notizie e all’analisi politica americana. Un’avventura editoriale che oggi può essere considerata un successo. Dal primo nucleo di giornalisti, al momento della sua creazione ne annoverava soltanto 15, oggi Politico.com può contare su una redazione di 150 giornalisti, una dimensione dieci volte superiore a quella originaria. Un risultato che va di pari passo con il consenso pubblico ottenuto in tutti questi anni.
Giornalismo di qualità e informazione focalizzata sono gli ingredienti della testata, considerata oggi una delle voci più autorevoli nell’ambiente del giornalismo politico. Una strada, quella intrapresa dagli ex del Washington Post, che non trova corrispettivi in Europa, ma sulla quale vale la pena di riflettere: in un mondo caratterizzato dalla iperproduzione di notizie e dalla vocazione generalista della maggior parte dei giornali, viene meno la capacità di riuscire a essere un punto di riferimento per i singoli comparti informativi. Ciò che è riuscito a fare Politico.com è superare questa criticità privilegiando la focalizzazione e, allo stesso tempo, colmando un vuoto informativo.
L’impresa, nata dalla volontà di un gruppo di giornalisti caratterizzati da una forte esperienza maturata all’interno di un giornale tradizionale come il Washington Post, ha dato vita a un’informazione digitale specializzata. Pensare che l’informazione di settore potesse essere reinventata e migliorata facendo convergere le proprie forze attorno a una dimensione informativa ben delimitata, quella politica. In ultima analisi è stato proprio questo il punto di forza dei tre giornalisti. Un’idea che contrasta con il modello prevalente di internet nella consapevolezza che una simile strategia, pur non garantendo numeri paragonabili a quella dei fogli generalisti, può conetire l’aggregazione di un profilo di lettori univoco e, nel tempo, riuscire a esprimere una sostenibilità economica di tutto rispetto.
Nel luglio scorso Politico.com ha registrato 4 milioni di visitatori, cifre nettamente inferiori a quelle dell’Huffington Post, per esempio, valutato oggi a 50 milioni di visitatori. Cionondimeno, il pubblico di Politico.com dà garanzie sufficienti per potere sostenere un’attività editoriale fondata sulla qualità, indipendente e in grado di produrre notizie uniche nel panorama dell’informazione. Dedicato all’establishment politico-amministrativo-lobbystico di Washington, il giornale prevede anche la pubblicazione cartacea che viene offerta gratuitamente nel distretto geografico di riferimento e in abbonamento in tutte le altre aree.
La reciprocità dell’informazione – carta-online – ha avuto successo grazie al limitato bacino di utenza e al conseguente ridotto numero di copie distribuito sul territorio. Il web viene sfruttato per fornire anche servizi specializzati a pagamento e contributi misti di investimento pubblicitario gravitano attorno a entrambe le proposte, quella cartacea e quella online che nell’ultimo periodo si è ramificata proponendo servizi multicanale accessibili attraverso dispositivi cellulari e smartphone.
Pur riconoscendo la specificità dell’esperienza di Politico.com, difficilmente ripetibile, vale la pena sottolineare come la ricerca di un’informazione specializzata possa costituire una strategia alternativa alla formula generalista: privilegiare la qualità, individuare nicchie di mercato che non sono pienamente soddisfatte e creare contenuti originali coerenti con un unico target di riferimento può essere una scommessa vincente.
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