Web e quotidiani: una convivenza possibile

5 Ottobre 2009 • Digitale • by

Osservatorio europeo di giornalismo, 05.10.2009

La ricerca commissionata dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ad Astra Ricerche, Gli internatuti italiani e il consumo di informazioni, volta a comprendere le attitudini del pubblico online nei confronti dei diversi media, mette in evidenza come l’utilizzo del web stia ormai conquistando una posizione di primo piano anche in Italia. La ricerca, basata su un campione rappresentativo di 16 milioni e 200 mila utenti di età compresa tra 15 e i 55 anni,  ha analizzato le modalità di accesso all’informazione e indagato sui criteri che determinano l’utilizzo dei singoli media, stampa, web, Tv e radio.
Dai dati della ricerca emerge che Internet sia ormai diventata la fonte primaria di informazioni. I cosiddetti heavy users, la percentuale di coloro che utilizzano il singolo media tutti i giorni o almeno 3 volte a settimana, è prossima al 90%, superiore a qualsiasi altro mezzo, Tv innanzitutto, che si attesta al 76%, e alla radio, 63%, mentre i quotidiani rappresentano una regolare fonte informativa solo per il 40% degli utenti.

Procedendo a un ulteriore livello di dettaglio la ricerca mette in luce come la differenziazione dell’utilizzo dei media aumenti all’aumentare della frequenza di utilizzo. Lo scarto tra Internet e Tv è infatti ancora maggiore se rapportato al consumo giornaliero. Internet viene utilizzato tutti i giorni dall’82% degli utenti, la TV dal 63%, la radio dal 48%, i quotidiani dal 21%.  Questi ultimi non vengono mai letti da circa il 25% dei navigatori,  la Tv dal 10,7%. La radio, infine, è il mezzo più popolare: solo il 7,7% dichiara di non usarla mai.

Forte popolarità e diffusione ha ormai acquisito il telefono cellulare tanto è vero che il 48% afferma di utilizzarlo tutti i giorni come mezzo di approvvigionamento informativo. Internet è quindi leader nell’accesso quotidiano alle notizie. L’ulteriore tassello informativo che potrebbe aiutare a tracciare il profilo degli utenti, ma che manca dalla ricerca è il tempo dedicato alla lettura-visione delle notizie sui singoli canali di comunicazione. Ovvero per quanto Internet dimostra di essere la fonte informativa primaria, qual è il tempo a essa dedicato rispetto alla Tv?

Quali sono le fonti che i navigatori privilegiano su Internet? In massima parte gli utenti si affidano a siti generalisti, spesso raggiunti tramite motori ricerca, ma un’ampia percentuale si affida alle edizioni online dei grandi quotidiani: il 54% è infatti un attento consumatore delle notizie prodotte da questi ultimi. Enrico Finzi, autore della ricerca, rivela come la progressione di Internet dimostri ancora una volta come la comparsa di un nuovo media non sostituisca le precedenti ma le obblighi a un cambiamento. E’ pur vero, comunque, che sono i quotidiani a essere maggiormente penalizzati dalla crescente e progressiva importanza assunta da Internet come fonte di accesso alle informazioni e che l’emorragia dei lettori della carta stampata (stimata dalla ricerca in 4,9 milioni di utenti) possa essere arrestata o controbilanciata da una maggiore definizione nei ruoli dei due media. Se da una parte internet viene apprezzata per la velocità e disponibilità dell’accesso 24 ore su 24, i giornali vengono ancora apprezzati per il contributo di approfondimento in grado di apportare alla singola notizia.

Dal dibattito emerso durante la tavola rotonda che ha fatto da corollario alla presentazione della ricerca emerge sempre più chiaro che il percorso all’innovazione dei grandi quotidiani sia fortemente dipendente dall’integrazione e differenziazione dei due mezzi. Mario Calabresi, direttore della Stampa, individua in particolare il valore del lavorare lento, la capacità del giornale di contestualizzare la notizia e fornire al lettore una chiave di lettura e una conoscenza più ampia di quella acquisibile attraverso il web. Per quanto riguarda il tema della differenziazione Marco Pratellesi, responsabile del Corriere.it, è convinto che Internet abbia reso possibile creare quel giornale popolare cui gran parte degli editori hanno spesso ambito a realizzare ma mai compiutamente messo a punto.

Il ruolo della carta stampa è destinato a modificarsi integralmente sotto la spinta di Internet. E’ possibile, come ipotizza Calabresi, che nel lungo periodo il quotidiano tenderà a essere più focalizzato, proponendo un minor numero di storie al giorno, ma con un livello di approfondimento più elevato. Internet e giornali si potrebbero quindi differenziare in base  ai tempi di reazione che il singolo media è in grado di mettere in gioco. La carta non potrà mai competere con internet per immediatezza della notizia, così come non ha mai potuto competere con la Tv; sarà quindi sempre più necessario immaginarsi ruoli diversi raffinati in base alla tipicità dei singoli media.

Ma se i giornali sono destinati a specializzarsi, è pressoché scontato che debbano nel tempo sostenere con maggiore enfasi la componente online. La conseguenza di tutto ciò è un cambiamento inevitabile del modello di business e una trasformazione, ancor più forte di quella avvenuta sino ad oggi, del modo di lavorare dei giornalisti. Rimane il grande punto di domanda: chi pagherà un modello di informazione sempre più improntato a internet. Accesso free o a pagamento? La ricerca individua l’esistenza di una  fetta di internauti, pari a 2,3 milioni di persone che già oggi sottoscrivono una qualche forma di pagamento per l’ accesso alle notizie, non tanto sotto forma di abbonamento, ma per acquisire singole informazioni. 700 mila sono invece le persone che già oggi sono abbonate a un servizio a pagamento per la ricezione delle news via sms. Pratellesi afferma che il web rimarrà primariamente una fonte di informazione ad accesso libero ma che deve essere necessariamente affrontato il sistema di ripartizione dei ricavi tra tutti gli attori coinvolti nella creazione e distribuzione delle notizie, un’accusa non velata al ruolo di Google come motore di ricerca per l’accesso alle notizie.

L’indagine, condotta nel luglio 2009, sfata  infine alcuni luoghi comuni. Primo, il web non è territorio esclusivo dei maschi, il rapporto uomini-donne è abbastanza equilibrato con una quota rosa che raggiunge il 47,1%; secondo, non è uno spazio visitato unicamente o prevalentemente  da un pubblico giovane. La percentuale più consistente risiede nella fascia mediana, dai 35 ai 55 anni (53%) mentre la componente più giovane,  quella compresa tra i 15 e i 24 anni , vale un 20,5%. Terzo, la  popolazione non è concentrata  nelle aree più ricche del paese, ma distribuita su tutto il territorio con una percentuale riferita al bacino Sud e isole che raggiunge il 35,6% contro, per esempio, il 26,6% del Nord Ovest. Quarto, il profilo culturale risulta superiore a quello della media italiana, diplomati e laureati costituiscono il 91% dell’audience (59% i primi, 32% i secondi).

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